cat : [post n° 381619]

responsabile tecnico per ditta impianti

Salve, mi è stato chiesto di fare il responsabile tecnico per una ditta di impiantistica, quindi in sostanza si tratta di curare il "progetto semplice" (entro i 6 kw come da DM 37/08) e di rilasciare DI.CO. a seguito di interventi realizzati. Se qualcuno svolge già questa attività, avrei una domanda.... io divento responsabile tecnico in virtù della laurea in architettura e abilitazione, sugli allegati e sulle certificazioni però, dovrò figurare come "responsabile tecnico" della ditta abilitata, quindi timbro della ditta con numero CCIAA e REA (credo siano questi i codici abilitativi della ditta), o appongo il mio timbro da architetto??
Cioè ...lo chiedo in parole ancora più povere, sul modello DI.CO. ci vanno due firme, responsabile tecnico e dichiarante. Il dichiarante, è il legale rappresentante/amministratore della ditta, io firmo nello spazio del responsabile tecnico, ma col timbro della ditta (riportante i codici di cui sopra) o col mio?
...lo chiedo perché mi stanno dando indicazioni divergenti e non vorrei sbagliare
fulser :
guarda, questa è una cosa che vorrei chiarire una volta per tutte anche io, perchè questa domanda è stata fatta parecchie volte.
A me risulta che il responsabile tecnico deve svolgere tale funzione per una sola impresa e che la qualifica è incompatibile con ogni altra attività continuativa (art. 3 comma 2), ergo chi fa questa cosa non può fare niente altro, meno che mai la libera professione.
Resto in attesa anche io di ulteriori delucidazioni.
cat :
Ciao fulser, riguardo la tua risposta, il responsabile tecnico al momento "dell'assunzione con la ditta" firma una dichiarazione in cui dice che quella sarà la sua attività continuativa e che svolgerà la libera professione in maniera saltuaria. Questo l'ho chiarito anche col commercialista, in sostanza vuol dire che non puoi accettare incarichi come cattedre, o diventare impiegato, con contratto, presso enti pubblici o privati. Ma "saltuariamente" puoi emettere fattura.
La mia domanda era però sul lavoro proprio "in seno" alla ditta ...mi sento anche un po' sciocca a chiederlo, ma non so quale timbro apporre...
fulser :
beh, il punto è proprio questo: se tu non fai attività continuativa al di fuori dell'impresa, in teoria non hai il timbro tuo (o meglio, non so se conviene). E' per quello che non capisco; parlando con una associazione di categoria, dalle mie parti, mi hanno detto che questa del RT di solito è una di quelle cose che fanno i professionisti in pensione, proprio perchè non sono interessati a fare altro. Vorrei sapere se c'è qualcuno che ha fatto per qualche tempo questa cosa e se ha avuto problemi (ne dubito perchè non vedo chi potrebbe fare i controlli). Scusa se mi sono intromessa nel tuo post, se non ti spiace resto sintonizzata per sentire qualcuno che ne sa più di me!
cat :
..prego :-) cmq posso dire con certezza, che al momento della iscrizione presso la camera di commercio, questa chiede al futuro responsabile tecnico (architetto o ingegnere) il tesserino di iscrizione all'ordine ...e anche la partita iva, sia della ditta che del professionista, perché in genere il responsabile tecnico viene inserito come procuratore, altrimenti dovrebbe essere assunto come dipendente...ma non ne sono sicura. DA QUI MI SORGE IL DUBBIO SUL TIMBRO DA USARE... poi se avviene un controllo da parte dell'agenzia delle entrate, la differenza tra attività continuativa e saltuaria si determina in base al volume di affari. Quindi alla fine uno fa delle valutazioni personali in base a come gli va il lavoro... vede se gli conviene tirare avanti con la partita iva anche dopo i 35 anni. La batosta non è il timbro, ma inar cassa....
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