Paesaggi interposti

mostra di fotografia

c/o ridotto del teatro verdi | pordenone

indagine e progetto
la lettura del paesaggio e la costruzione di un luogo urbano

martina toffolo _ assessore all'urbanistica comune di pordenone
lorenzo fabian _ istituto universitario di venezia
luca panaro _ accademia delle belle arti di brera di milano
andrea costa _ facoltà di architettura di parma

paesaggi interposti
i fotografi raccontano le immagini

andrea botto | alberto cadin | marco citron |
danilo donzelli | maurizio montagna | marco signorini

si presentano le pubblicazioni:
costruire un luogo urbano
paesaggi interposti

La disciplina fotografica, fin dalla sua nascita, si é anche occupata del paesaggio e delle interazioni tra l’uomo e lo spazio in cui vive.

Paesaggi interposti vuole inserirsi nella tradizione della fotografia di commissione quale mezzo di interpretazione del paesaggio, come suggeriscono molte esperienze che propongono un nuovo sguardo sul paesaggio ad uso di quelle figure che, nelle varie forme, ritengono la sua rappresentazione un valido supporto per la comprensione di un contesto geografico, politico e culturale.

Una campagna di rilevazione fotografica della provincia di Pordenone ha lo scopo di mettere in luce le specificità del territorio e rappresenta uno strumento diagnostico in grado di suggerire, in alcuni casi, i suoi futuri scenari.
Da una parte lo sguardo documentaristico proprio della fotografia, dall’altra l’osservazione multipla del soggetto (mai visto, o sempre visto e mai osservato), consentono, con angolazioni e sensibilità diverse, di interpretare i processi di trasformazione in atto e i tratti permanenti del territorio oggetto dell’indagine.

La lettura di un luogo è definita da una rete di segni fisici di attraversamento, siano essi di origine naturale oppure frutto di interventi antropici.

Percorrendo queste tracce ed attraversando i luoghi tra esse interposti, sei giovani fotografi del paesaggio -Andrea Botto, Alberto Cadin, Marco Citron, Danilo Donzelli, Maurizio Montagna e Marco Signorini- ne restituiscono una personale lettura visiva, consapevoli del valore che uno sguardo, seppure selettivo e non tassonomico, rappresenta in un rapporto dialettico con le discipline naturalmente coinvolte nella gestione di un territorio ricco e complesso come quello della provincia di Pordenone. 

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