Ingegneria del futuro simile all'Archiginnasio

rassegna web

di ILARIA VENTURI

Una piazza alberata, negozi, parcheggi, strade, aree verdi e impianti sportivi. Un'area degradata di 730mila mq recuperata con case per studenti e in edilizia pubblica.

Il Lazzaretto, finalmente. Dopo lunghi anni, è in dirittura d'arrivo il piano del nuovo insediamento universitario fuori via Zanardi.

Ospiterà la Facoltà di Ingegneria, ora arroccata e stretta sul colle a porta Saragozza. Ma non solo. E' una nuova fetta di città, grande quanto 730mila metri quadrati, che sarà ridisegnata e costruita, con appartamenti per studenti e in edilizia residenziale pubblica, una piazza alberata, negozi, strade, parcheggi, aree verdi (un parco ad ovest del canale della Ghisiliera) e impianti sportivi.

Il progetto, presentato all'aula magna di Economia, è pronto e porta la firma di prestigiosi architetti. L'americano Richard Meier, esponente dell'architettura contemporanea mondiale, il più giovane a ricevere il Pritzker Prizel, una sorta di Nobel dell'architettura, ha progettato l'edificio che ospiterà i dipartimenti di ingegneria meccanica e di ingegneria energetica e nucleare.

Meier fa parte del gruppo che ha vinto il bando di concorso internazionale capeggiato da Piero Sartogo, affermato studio di Roma che porta il nome anche di Nathalie Grenon, e di cui fanno parte gli studi bolognesi di Mauro Checcoli e di Giorgio Raffellini.

Il bando è stato pubblicato a giugno del 2000. Ma l'idea nasce ancor prima, con la giunta Vitali. L'operazione è stata gestita per conto dell'Università e del Comune dalla Finanziaria Bologna Metropolitana. La cordata vincente ha superato l'esame di una giuria, presieduta da Vittorio Gregotti, che ha esaminato dieci lavori. «Vogliamo portare la città in quest'area che ora è isolata», annuncia Piero Sartogo. La strada è ancora lunga. Dopo la presentazione del progetto, l'Università e il Comune dovranno passare dall'approvazione rispettivamente del cda e del consiglio comunale. «I cantieri apriranno nel 2006», spiega il rettore Pier Ugo Calzolari. [...] 

Il progetto che ha vinto mantiene i segni della cultura urbanistica di Bologna: gli studentati saranno costruiti in torri, saranno riconoscibili negli edifici l'Archiginnasio e la città medievale».

E' il mattone, la vera sfida, dicono gli architetti. Soprattutto per uno come Meier, che confessa di essersi innamorato della città («Bologna è bellissima, una città da vivere»), abituato ad una architettura «in bianco».

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