È a rischio demolizione il Museo Nazionale dell'Uganda, opera dell'architetto Ernst May e custode della memoria storica africana e nazionale. Al suo posto il Ministero del Turismo, Commercio e Industria intende far erigere un grattacielo di 60 piani volto ad ospitare spazi commerciali ed uffici, e che, con il nome di East African Trade Centre, già da settembre potrebbe determinare la fine di un importante luogo per la cultura, la ricerca e la diffusione della conoscenza dell'identità della popolazione ugandese, determinando, inoltre la distruzione di un esempio illustre della progettualità dell'architetto e urbanista tedesco, tra i pionieri dell'architettura moderna.
A porre l'attenzione sul caso è Caterina Pisanu che ha dato spazio alla notizia attraverso diversi canali (ArcheoNews e Giornale dell'Architettura), aprendo anche una raccolta di firme su petizionionline.it per esprimere la solidarietà italiana attraverso un gesto simbolico ma comunque importante.
Quanto al museo, esso è situato a circa 4 Km da Kampala city e, oltre ad essere un monumento storico la cui realizzazione risale a più di 60 anni fa, ospita un'importante collezione di artefatti storici e costituisce una fonte d'informazione su circa 650 siti archeologici disseminati nel Paese, tutti parte integrante della sua ricca eredità culturale. Un luogo in cui si conserva e si fa conoscere la cultura indigena, nonché la sua storia unita al generoso patrimonio naturale.
La decisione della sua demolizione è presa dal Ministero del Turismo, Commercio e Industria le cui attività troveranno nuova sede nel grattacielo, dove, pare, due piani saranno riservati alla ricollocazione del museo. Da qui un'ulteriore preoccupazione: tra la demolizione dell'opera di May e la costruzione del Trade Center passeranno alcuni decenni e nel frattempo si teme che il museo possa non avere alcuna sede provvisoria.
Da qui le preoccupazioni espresse dalla Pisanu nel suo articolo e che si fanno portavoce delle obiezioni di Ephraim R. Kamuhangire, storico ugandese ed ex capo del Dipartimento dei Musei e Monumenti e di Rose Mwanja, direttrice del museo. Secondo il primo i due piani concessi al museo non potranno assolutamente soddisfare gli standard internazionali indicati per gli spazi museali; timore della seconda è che tra 10 o 30 anni, alla realizzazione del Trade Center, il problema di ricollocare le collezioni sarà definitivamente dimenticato.
Intanto, forti della convinzione che il nuovo grattacielo possa trovare infinite altre collocazioni, tanto da non giustificare la demolizione del Museo, alcune organizzazioni non governative, tra cui Historic Resources Conservation Initiatives, Cross Cultural Foundation of Uganda, Historic Buildings Conservation Trust e Jenda Africa, hanno denunciato il Governo, colpevole secondo le stesse di portare aventi un progetto contrario ai trattati internazionali in materia di beni culturali.
Per firmare la petizione: www.petizionionline.it
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