È partito ufficialmente il progetto pilota per la valorizzazione delle case cantoniere sparse sul territorio italiano. Anas ha presentato ieri il bando di gara per dare in concessione 30 case cantoniere affinché siano trasformarle in alberghi, ristoranti e punti di informazione turistica.
E, per i professionisti che saranno coinvolti, l'Anas ha messo a punto un manuale di progettazione. Si tratta - si legge nel manuale stesso - di un documento «destinato ai progettisti che devono redigere progetti di recupero delle case, alle imprese coinvolte nella realizzazione, agli allestitori e, infine, ai gestori che avranno così una sorta di vademecum per l'arredo e l'allestimento di ogni ambiente della casa cantoniera». Al suo interno sono illustrati anche i progetti di tre case "campione", ossia le case cantoniere di Salò (Brescia), Berceto - Monte Marino (Parma) e Altamura (Bari).
Tra l'altro, gli imprenditori che parteciperanno dovranno presentare anche un'offerta tecnica, che dovrà includere una proposta di valorizzazione. Quest'ultima, nel caso comporti delle variazioni rispetto allo stato di progetto definito da Anas, dovrà prevedere un progetto architettonico dettagliato.
Casa cantonale Ponte di Legno (Brescia)
Bando di gara "case cantoniere"
L'elenco delle 30 case cantoniere
Le prime 30 case e i servizi richiesti
Le prime 30 case dal tipico colore rosso pompeiano si trovano in Valle d'Aosta, Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Puglia e sono state individuate - fanno sapere da Anas - per la loro capacità di «sviluppare servizi sinergici con i piani di valorizzazione turistico-culturale del territorio».
Ogni casa, inoltre, dovrà sviluppare servizi "base", comuni a tutte le strutture. Si tratta di sfruttare un brand già insito nelle tipiche case, offrendo wi-fi gratuito, servizi di pernottamento, di bar e ristoro, di ricarica per veicoli elettrici e di informazione turistica, promuovendo un turismo sostenibile.
Il progetto è poi destinato ad essere ampliato ad altre strutture. Sono, infatti, 1.244 le case cantoniere possedute da Anas. Di queste il 35% è occupato da sedi istituzionali e dunque indisponibile per la valorizzazione, il 55% degli immobili è parzialmente disponibile e il 10% possiede un alto potenziale turistico.
Il protocollo di intesa tra Anas, Agenzia del Demanio, e ministeri dei Beni culturali e delle Infrastrutture
L'iniziativa nasce dalla collaborazione tra Anas, Ministero per i Beni Culturali, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Agenzia del Demanio, che lo scorso dicembre 2015 avevano sottoscritto un protocollo d'intesa per la valorizzazione delle case cantoniere.
Nel frattempo i firmatari hanno definito sia le modalità per rendere operativo il progetto ma anche gli standard di servizi che ciascuna casa cantoniera dovrà offrire al cliente stradale. L'obiettivo: assicurare la massima uniformità alla rete, conservando al tempo stesso la forte identità che contraddistingue le case.
Gli obiettivi del progetto pilota
Incrementare i servizi al cliente stradale, attraverso un brand che sia associabile ai concetti di autenticità, genuinità e legame con il territorio, è l'obiettivo del progetto pilota. E, la riqualificazione e valorizzazione degli immobili dovrà tener conto di imprescindibili requisiti, quali: la sostenibilità ambientale, l'efficienza energetica, la sicurezza e l'innovazione tecnologica delle infrastrutture.
Casa cantoniera "Acquabona", Cortina d'Ampezzo (Belluno)
Le nuove attività imprenditoriali che vi si installeranno avranno anche il compito di far conoscere gli aspetti naturalistici, storici, culturali ed enogastronomici del territorio in cui si trova la casa cantoniera.
La ristrutturazione dell'immobile sarà a carico di Anas mentre il concessionario svilupperà le attività imprenditoriali seguendo le linee guida del bando.
«Il Progetto di riqualificazione delle case cantoniere - ha spiegato il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani - rappresenta un modello innovativo di gestione, rispettoso del paesaggio e dell'ambiente, che sviluppa attività di networking e valorizza gli asset immobiliari dell'azienda. Gli interventi di ristrutturazione, per i quali Anas ha previsto un investimento di circa 7,5 milioni di euro in tre anni, a partire da quello in corso, contribuiranno a potenziare il valore del patrimonio aziendale e a preservarlo nel tempo, sostenendo l'identità locale e creando al contempo occupazione, nuova imprenditoria e sviluppo per il territorio».
Il bando di concessione: per variare lo stato di fatto serve un progetto architettonico
Il bando per la concessione delle case cantoniere è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e tutte le informazioni sono raccolte sul sito dell'Anas (acquisti.stradeanas.it).
La gara è rivolta a start-up, singoli imprenditori, consorzi, aziende, associazioni, cooperative. E, ai fini dell'aggiudicazione - affermano da Anas - «conterà la capacità di sviluppare un progetto economicamente sostenibile e coerente con le finalità del modello proposto».
L'offerta tecnica include una proposta di valorizzazione. E, nel caso la proposta di valorizzazione comporti delle variazioni rispetto allo stato di progetto definito da ANAS, già in sede di offerta dovrà essere elaborato un progetto architettonico, abbastanza dettagliato, comprensivo anche di un quadro economico (si veda l'allegato 6 relativo all'offerta tecnica).
La ristrutturazione dell'immobile è a carico di Anas mentre il concessionario corrisponderà un canone di concessione e delle royalties calcolate in percentuale al fatturato generato dall'attività imprenditoriale. Le concessioni dureranno 10 anni, trascorsi i quali si procederà ad un nuovo bando di gara.
Il termine per l'invio delle offerte digitali scade il 31 ottobre alle 12.
di Mariagrazia Barletta
LA DOCUMENTAZIONE
Documentazione di gara [acquisti.stradeanas.it]
www.casecantoniere.it - Il sito dedicato al progetto pilota
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