Un riflessione critica su Chardigarh di Le Corbusier

 

 propone sul numero in edicola (ottobre 2006) una riflessione su Chandigarh, la città-capitale del Punjab orientale, alla cui realizzazione Le Corbusier ha lavorato a partire dal dicembre del 1950.


La fondazione della nuova città era stata determinata dagli eventi del 1947, quando l'indipendenza conquistata dall'India e la secessione del Pakistan avevano provocato sconvolgenti spostamenti di popolazione. Lo stato del Punjab era così risultato spezzato in due parti, con la capitale storica di Lahore all'interno dei confini pakistani e la necessità di individuare una nuova capitale per il Punjab orientale.

L'incarico di costruire la nuova capitale fu affidato in un primo momento ad Albert Mayer. La morte di Novicki il 31 agosto 1950, aprì inaspettatamente un nuovo capitolo della vicenda di Chandigarh, dal quale Albert Mayer verrà estromesso.

L'incarico fu affidato allora a Le Corbusier che accettò di affiancare gli inglesi Maxwell Fry e Jane Drew e il cugino Pierre Jeanneret.

Le Corbusier si limiterà a delegare ai suoi più giovani colleghi la quasi totalità delle opere architettoniche, concentrandosi nella progettazione del complesso monumentale del Capitol.

Il Capitol di Chandigarh rappresentava per il suo architetto assai di più che il centro politico della nuova capitale del Punjab, rappresentava una nuova stagione dell'umanità, una "seconda età della macchina", nella quale il conflitto tra tradizione e nuovo, tra paesi ricchi e paesi poveri sarebbe stato finalmente e definitivamente risolto.

Chandigarh è stata a lungo considerata uno dei prototipi contraddittori del fallimento dell'urbanistica moderna. Eppure Chandigarh esiste, e non è difficile pensare che gli abitanti (attualmente sono un milione) vi vivano in condizioni di maggior decoro che negli altri grandi agglomerati metropolitani del subcontinente.

E dietro la collinetta artificiale che lo sottrae alla vista, ancora si nasconde l'enigma meraviglioso del complesso architettonico del Capitol, sognato e costruito per un nuovo mondo, di cui continuiamo ad aspettare l'avvento.

 


domus 896 | Ritorno a Chandigarh
Una riflessione critica e fotografica sulla creazione di Le Corbusier. Testo di Marco De Michelis. Fotografia di Stefano Graziani. A cura di Rita Capezzuto

 


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