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Vaguear por Oporto di Alvise Giacomazzi


Alvise Giacomazzi
(1973), si laurea in architettura a Venezia nel 1999. Nel luglio 2000 ha partecipato al seminario di progettazione architettonica "Manovre di Pragmatismo Visionario". E' stato ospite alla "Canal Basin Design Charrette", tenutasi allo Urban Design Center di Cleveland (OH) nel marzo – aprile 2001. Attualmente collabora presso uno studio professionale; contestualmente partecipa, singolarmente ed in gruppo, a Concorsi di progettazione e di idee.

Ken Maryanskyi

Ken Maryanskyi, Illustration n.4

Non trovare la strada in una città non significa molto.
Ma smarrirsi in una città come ci si smarrisce in un bosco richiede tutta una preparazione.
Bisogna allora che i nomi delle vie parlino a colui che siè smarrito la lingua dei rami secchi che si spezzano, e le stradine nel cuore della città rispecchino per lui le ore del giorno, nettamente come un vallone di montagna.


WALTER BENJAMIN

Terminati i pellegrinaggi "obbligati" al ristorante Boa Nova, alle piscine a Quinta de Coinceiçao ed a Leça de Palmeira pensati da Siza tra il 1958 e il 1961, visitate le opere dello stesso architetto portoghese a Porto, Matosinhos e Marco de Canaveses – già note al viaggiatore poiché presenti sulle principali riviste internazionali del settore – al viandante non rimane che arrestarsi, cedendo il passo al bighellone.

L'uomo, come scrive David Le Breton, per cui la città non ha altro limite che quello dell'attrazione esercitata dal magnetismo dei luoghi ed in cui [il bighellone] cammina seguendo le sue linee di canto personali, le sue attrazioni affettive governate dall'intuizione del momento, l'atmosfera presentita di un luogo, sempre disposto a ritornare sui suoi passi o a deviare all'improvviso se la via imboccata non si rivela all'altezza delle sue aspettative.

Vaguear por Oporto si pone come resoconto breve costituito dalla rilettura personale di alcuni luoghi della città portoghese, per lo più in via di ridefinizione, maggiormente deputati al miglioramento generale della qualità della vita dei suoi abitanti, nonché dalla rassegna delle attività culturali a quegli stessi luoghi correlate.

Ad eccezione del Silo Espaço Cultural (E. Souto de Moura), collocato nei pressi del raccordo tra la Via Rapida E.N.107 e l'Estrada da Circunvalação, gli interventi considerati si distribuiscono lungo l'Avenida da Boavista e lungo il Marginal de Matosinhos – Sul.

Il breve testo, costituito per lo più da sensazioni appuntate durante gli stessi sopralluoghi, determina un itinerario che inizia in Praça de Mousinho de Albunquerque, prosegue lungo l'Avenida da Boavista fino al Castelo do Queijo, piega verso l'Avenida General Norton de Matos e si conclude al Centro Commerciale NorteShopping.

Percorso sviluppato tra la parte occidentale di Oporto e quella meridionale di Matosinhos.

Casa da MúsicaLì dove l'Avenida da Boavista incontra l'omonima Rutunda, appena prima di racchiudersi in Rua, un candido volume si dispone in maniera autorevole cercando il dialogo con l'esistente attraverso le lievi smussature presenti sulle facce che lo compongono.

La Casa da Música (Rem Koolhaas), considerate le sue dimensioni, sembra voler direttamente dialogare con la torre di Fernando Távora e con gli altri land marks della città.
Più che un progetto architettonico, l'edificio è stato definito, dallo stesso ente che ha redatto il Programma funzionale Base dal quale scaturì il Concorso Internazionale, un progetto culturale strutturato ed innovativo.

Terminata la sua realizzazione, la Casa da Música diverrà infatti il primo edificio costruito in Portogallo esclusivamente dedicato a rappresentazioni musicali ed attività ad esse correlate.
Il progetto vincitore della competizione internazionale, dell'architetto olandese, nei suoi 17.500 mq complessivi comprenderà: un grande auditorio (1.300 persone), all'interno del quale sarà prevista l'installazione di un organo a canne, destinato a grandi concerti sinfonici; un piccolo auditorio, con sedili e palco amovibili, dedicato principalmente a rappresentazioni di musica da camera e jazz; una sala per la cybermusic destinata ad accogliere le rappresentazioni delle investigazioni nella musica elettronica ed un area deputata allo svolgimento di workshops e progetti educativi. Saranno inoltre presenti: otto sale di prova, un centro di documentazione, una biblioteca/videoteca, un ristorante posto nella copertura dell'edificio, bar e caffè concerto.


Casa da MúsicaCasa da Música A distanza di un anno dalla data prevista per l'apertura ufficiale dell'opera, in corrispondenza con il completamento dell'involucro in calcestruzzo ed in occasione del Festival em Obra Aberta (12 giugno – 6 luglio 2003), la Casa da Música ha preannunciato la sua volontà di divenire luogo della socialità consentendo al pubblico di visitare l'edificio ed assistere, in vari dei suoi spazi adattati per l'occasione, ad un numero significativo di spettacoli.
Durante tali rappresentazioni, tenutesi nel Grande Auditorio e nella Galleria del parcheggio sotterraneo, i cittadini oltre a divenire consapevoli delle attività del centro hanno potuto cogliere, seppure parzialmente, le nuove scene urbane che la macchina archittettonica garantirà quotidianamente loro una volta completata.

Lungo la stessa Avenida, nel tratto in cui questa si accosta al Parque de Cidade, accanto alla Fundação Dr. António Cupertino de Miranda e poco lontano dal Museu de Serralves, immagini di grande formato stampate su tela preannunciano attualmente quella che diverrà l'esclusiva Quinta da Avenida (E. Souto de Moura); intervento residenziale costituito da ventotto abitazioni unifamiliari di lusso.
I lunghi muri in granito, dai quali occhieggeranno colorate essenze arboree, oltre a divenire gli elementi compositivi caratteristici dei singoli edifici, dovranno intendersi come evidenti segni materici, i simboli della reinterpretazione dell'orografia del luogo proposta dallo studio portoghese.
Il declivio preesistente viene quindi riletto attraverso la disposizione di tre corpi di fabbrica che, digradando, si mantengono paralleli al nuovo tracciato viario e raccordano Rua Dr. António Cupertino de Miranda con l'Avenida da Boavista: una fitta successione di quinte in granito e lunghe pareti vetrate immerse in una macchia verde costituita da alberi centenari.
Dal punto di vista tipologico l'intervento propone principalmente due tipi.
Il primo, le case a patio, sono disposte sul corpo di fabbrica ad un piano posto nella parte superiore dell'area; il secondo, le case giardino, una derivazione del modello precedente, in gruppi che si dispongono su tre livelli in entrambi gli edifici anteriori.

Quinta da Avenida Quinta da Avenida: vedute del modello

L'Avenida da Boavista si conclude verso l'Atlantico nella Praça de Gonçalves Zarco caratterizzata dall'estrema propaggine urbana verso l'oceano: il Castelo do Queijo.
Praça de Gonçalves segna inoltre il trait d'union tra le Avenide de Montevideu e de Brasil e l'Esplanada Rio de Janeiro; queste, unitamente alla Praça da Cidade de S. Salvador ed all'Avenida General Norton de Matos, costituiscono il Passeio Atlântico. Spazio pubblico che nasce dalla coniugazione di due interventi coordinati (Solà – Morales e Souto de Moura) destinati entrambi al prolungamento fisico della fascia marittima compresa tra Porto e Matosinhos; una suggestiva estensione destinata ai suoi abitanti come ulteriore luogo d'incontro.
Percorrendolo da Porto a Matosinhos, gli elementi caratteristici del Passeio già realizzato risultano: il cammino litorale lungo Avenida de Montevideo; l'Edificio Trasparente (Solà Morales) ed il viadotto, entrambi prossimi a Praça da Cidade de S. Salvador; il Centro di monitoraggio Ambientale (Guerreiro Figueiredo Correia) e l'intervento paesaggistico inerente l'area circostante il Monumento do Sr. Do Padrão. Di questi sorprende la forza architettonica dell'edificio ad uso ricreativo di Solà Morales che permette alle persone di protrarsi verso l'orizzonte dell'oceano e la misurata sobrietà formale proposta dai giovani architetti portoghesi per il CMIA.
Il Passeio Atlântico troverà il suo completamento con la realizzazione delle strutture di servizio alla spiaggia lungo il Marginal de Matosinhos – Sul; quattro oggetti disposti in sequenza ed accostati ad una piattaforma pedonale interamente rivestita in granito.
Il primo (Ristorante Sud) appare come un container sospeso su una struttura metallica, il secondo (Piscina) ed il quarto (Ristorante Nord) sembrano alludere alle imbarcazioni fluviali del Douro ed il terzo (Centro Attività Nautiche e Centro Animazione e Divertimenti) fa esplicito riferimento ai limitrofi serbatoi di combustibili.


CMIA Avenida General Norton de Matos CMIA ed Avenida General Norton de Matos

Sviluppato nello spazio interno del cilindro di sostegno delle rampe elicoidali del parcheggio multipiano di un Centro Commerciale a Matosinhos, preannunciato alla hall dello stesso centro da una parete caratterizzata da una imponente scritta e da pannelli retro illuminati, il Silo Espaço Cultural ha ospitato dal 3 luglio al 14 settembre 2003 influx 0.5., ultimo appuntamento di un contesto di più ampio respiro intrapreso dalla Fundação Serralves nel tentativo di far conoscere al pubblico le opere dei nuovi protagonisti dell'architettura portoghese.
I tre progetti presentati, oltre ad aver rappresentato uno sguardo critico sull'architettura che attualmente si costruisce in Portogallo, sono divenuti, per gli stessi progettisti, valido pretesto di discussione sul più probabile significato che oggi assume il termine dislocação.
Intesa come "nuova condizione europea", la dislocazione fisica e culturale colpisce gli architetti portoghesi, e non solo, che svolgono la loro pratica professionale all'estero derivandone una cultura ibrida nata dall'inevitabile commistione tra la formazione intellettuale d'origine e quella ospite.
Da quale mondo, dell'arte o del quotidiano, provengono gli stimoli che influenzano i prodotti architettonici delle nuove generazioni portoghesi?
Come vengono recepiti e vissuti dal pubblico tali edifici e spazi costruiti?
Questi sembrano essere gli interrogativi che l'esposizione vuole porre ai suoi visitatori.
Progettato e realizzato nel 1998 (Souto de Moura), il Centro Culturale è stato allestito per l'occasione dall'architetto Pedro Gadanho.
Una parete bianca e rossa, su cui campeggiano tanto gli interrogativi sopra citati quanto immagini e brevi descrizione delle opere esposte, introduce il visitatore direttamente nello spazio espositivo, immerso nel buio più assoluto.
Qui, mediante modelli architettonici tradizionali ed elaborazioni tridimensionali al computer, atelier marcosandmarjan, Equipo4d e Burea des Mésarchitectures hanno potuto presentare le proposte progettuali rispettivamente per il Godet Club ad Istambul, per un edificio residenziale ad Avilés e per l'Auditório Móvel Art Plage realizzato in occasione dell'Expo 2002 a Suìça.

influx 0.5 Silo Espaço Cultural Silo Espaço Cultural: influx 0.5