Buonasera, voglio raccontarvi la mia storia e chiedo un consiglio su come chiudere la faccenda.
Nel 2016 ho commissionato una manutenzione straordinaria, previa apertura di SCIA, ad una ditta edile. Le pratiche burocratiche sono state gestite dal titolare della stessa in quanto tecnico ed inoltre si è designato da solo Direttore dei Lavori (all'epoca ero all'oscuro di questa figura). Senza farla lunga, dopo quasi due anni, nel 2018, i lavori erano "quasi" terminati (quel quasi perchè mancava davvero pochissimo) e chiaramente i pagamenti andavano di pari passo a ciò che dettava il contratto tra le parti. Alla mia richiesta di terminare il tutto, il titolare mi ha chiesto di saldare il conto prima ancora di fare il collaudo di tutti gli impianti commissionati e di valutare le lavorazioni che sono stati in alcuni punti carenti (battiscopa storto, pavimento ballerino in alcuni zone, muri stuccati grossolanamente, clima installato in modo non conforme con conseguente perdita di gas, allarme mai terminato, citofono non funzionante e mi fermo qui...). Chiaramente non ho assolutamente acconsentito a questa presa di posizione della ditta chiedendo a più riprese un confronto con lo stesso senza mai ottenere risposta. Ripeto che i pagamenti sono avvenuti tutti, dimostrabili da bonifici e dettaglio sul contratto. Bene, da allora, l'egregissima ditta è sparita nonostante 4 pec (2 con avvocato) e innumerevoli telefonate. Ora mi ritrovo, nel 2020, a non sapere come muovermi per decretare la fine lavori e soprattutto per avere le certificazioni per cui ho pagato.. e soprattutto per far valere i miei diritti. So che l'unica strada è aprire un contenzioso legale ma vorrei capire se ci fosse semplicemente la possibilità di sollevare la ditta dall'incarico (la SCIA nel frattempo è scaduta) per assegnare il lavoro ad un'altra azienda per terminare tutto. Grazie della eventuale risposta-
Marzio : [post n° 432340]
Ditta andata via
Il discorso di operare come direttore lavori contemporaneamente al fatto di essere impresa è una questione quantomeno deontologicamente discutibile, anche per il semplice fatto di essere allo stesso tempo "controllori e controllati", il che solleva dubbi anche sulla qualità della relativa prestazione.
Se poi si aggiungono anche le responsabilità come tecnico-progettista asseverante, ritengo che a monte ci siano delle scelte, probabilmente inconsapevoli, ma allo stesso tempo inopportune.
Ciò non può in ogni caso distogliere dal fatto che il comportamento, da quanto emerge dalla sua versione dell'accaduto, sia in contrasto con le regole di condotta civile e professionale, allorquando la ditta (ed in particolare il titolare, sia in quanto tale e sopratutto come tecnico incaricato) si dimostri innanzitutto inadempiente e contemporaneamente manifesti (anche sotto forma di tacita risposta) inerzia alla pacifica risoluzione: ritengo innanzitutto che la figura del tecnico, in questo caso, sia preordinata alle responsabilità dirette dell'impresa e che quindi vada ricercata nel suo atteggiamento poco ortodosso (e negligente) motivo di risoluzione del contratto e di elemento probatorio per il valere del diritto al ricorso del contenzioso legale.
In ogni caso e con ogni evidenza, si pone un problema di fondo che diviene ulteriore aggravante, vale a dire il fatto che essendo decaduti i termini per la presentazione del Fine Lavori, la SCIA ha perduto efficacia e si pone il formale problema di dimostrare, attualmente, che i lavori siano terminati prima della decadenza della stessa. Diversamente si configurerebbe anche una situazione di difficile risoluzione: come individuare l'effettivo stato di completezza dei lavori?
E' consigliabile, pertanto, che innanzitutto Lei possa qualificare il comportamento del tecnico come lesivo degli accordi assunti (c'è stata una lettera di incarico professionale oltre che il contratto d'appalto?) dandole in questo modo motivo legittimo di rescissione del contratto in essere (revoca dell'incarico). La via legale (accompagnata magari anche ad una segnalazione presso l'ordine professionale di appartenenza) rimane l'unica strada per tentare di venirne a capo.
Dopodiché è evidente che prima ancora di incaricare una qualsiasi impresa, lei si debba rivolgere ad un tecnico super-partes per "perfezionare" la situazione amministrativa (valutare fine lavori "tardivo"?) e verificare se vi siano i presupposti per una legittima prosecuzione dei lavori (non conosco la situazione immagino che sia probabile una nuova autorizzazione).
Se poi si aggiungono anche le responsabilità come tecnico-progettista asseverante, ritengo che a monte ci siano delle scelte, probabilmente inconsapevoli, ma allo stesso tempo inopportune.
Ciò non può in ogni caso distogliere dal fatto che il comportamento, da quanto emerge dalla sua versione dell'accaduto, sia in contrasto con le regole di condotta civile e professionale, allorquando la ditta (ed in particolare il titolare, sia in quanto tale e sopratutto come tecnico incaricato) si dimostri innanzitutto inadempiente e contemporaneamente manifesti (anche sotto forma di tacita risposta) inerzia alla pacifica risoluzione: ritengo innanzitutto che la figura del tecnico, in questo caso, sia preordinata alle responsabilità dirette dell'impresa e che quindi vada ricercata nel suo atteggiamento poco ortodosso (e negligente) motivo di risoluzione del contratto e di elemento probatorio per il valere del diritto al ricorso del contenzioso legale.
In ogni caso e con ogni evidenza, si pone un problema di fondo che diviene ulteriore aggravante, vale a dire il fatto che essendo decaduti i termini per la presentazione del Fine Lavori, la SCIA ha perduto efficacia e si pone il formale problema di dimostrare, attualmente, che i lavori siano terminati prima della decadenza della stessa. Diversamente si configurerebbe anche una situazione di difficile risoluzione: come individuare l'effettivo stato di completezza dei lavori?
E' consigliabile, pertanto, che innanzitutto Lei possa qualificare il comportamento del tecnico come lesivo degli accordi assunti (c'è stata una lettera di incarico professionale oltre che il contratto d'appalto?) dandole in questo modo motivo legittimo di rescissione del contratto in essere (revoca dell'incarico). La via legale (accompagnata magari anche ad una segnalazione presso l'ordine professionale di appartenenza) rimane l'unica strada per tentare di venirne a capo.
Dopodiché è evidente che prima ancora di incaricare una qualsiasi impresa, lei si debba rivolgere ad un tecnico super-partes per "perfezionare" la situazione amministrativa (valutare fine lavori "tardivo"?) e verificare se vi siano i presupposti per una legittima prosecuzione dei lavori (non conosco la situazione immagino che sia probabile una nuova autorizzazione).