Ciao a tutti,
Sono un insegnante scolastico ed architetto in pensione. Quindi non esercito più alcuna attività lavorativa e non sono iscritto ad alcun ordine.
3 anni fa, quando ero ancora in attività, un mio conoscente, che doveva fare alcuni lavori di ristrutturazione della sua abitazione, mi chiese la cortesia di presentare la CILA presso il suo Comune e io assecondai la sua richiesta.
Nella CILA, che peraltro non avevo mai fatto in precedenza, presentai solo la piantina con la variazione dei muri interni dell’abitazione.
Mentre invece non fu indicato nè il progetto degli impianti (elettrico, idrico, ecc), nè il direttore dei lavori, nè la data di inizio dei lavori, nè la data prevista di fine dei lavori.
Dopo aver presentato la CILA, il mio conoscente, nonchè committente, mi disse che non intendeva iniziare i lavori, perché non aveva più sufficienti disponibilità economiche.
Dopodiché io dimenticai completamente la questione.
La settimana scorsa, a distanza di 3 anni, mi chiama il committente, dicendomi che ha effettuato e terminato i lavori, e chiedendomi di presentare due documenti:
- Variazione del progetto iniziale,
- Dichiarazione di fine dei lavori con attestazione di conformità impiantistica e statica (richiesta dal Comune).
In poche parole, il committente ha ritenuto di chiamare un’impresa e di svolgere i lavori di ristrutturazione, senza dirmi nulla e peraltro attuando variazioni murarie rispetto al progetto iniziale. Non ne ho idea di perché non mi abbia più considerato.
Le variazioni interne rispetto al progetto iniziale sono state già accatastate da un altro architetto (credo molto amico del committente), il quale architetto però non vuole dichiarare tali variazioni al Comune (perché sa dell’esistenza di sanzioni) e non vuole neanche presentare il modulo di fine lavori (perché credo non voglia assumersi alcuna responsabilità).
Il committente quindi, con estrema sfacciataggine, “tradito” dal suo amico architetto, ha ricontattato me, supplicandomi di aiutarlo a chiudere le pratiche burocratiche, perché non sa a chi rivolgersi.
Io ovviamente non voglio assecondarlo, visto come si è comportato, e anche volendo, non potrei comunque assecondarlo, perché di fatto non sono più architetto.
Vi pongo ora le seguenti domande:
1. Che responsabilità ho io, dal punto di vista legale? Ovvero, se per esempio dovesse avvenire un incendio, un crollo, ecc., e si dimostra che ci sono errori progettuali e/o esecutivi, io ho qualche responsabilità?
Fra l’altro non fu neanche indicato nella CILA un direttore dei lavori, per cui immagino si sottintenda che io, come progettista dei lavori, poi li abbia anche seguiti nel loro svolgimento.
2. In generale, l’architetto che presenta la CILA è responsabile di tutto ciò che realizza l’impresa?
Qual è l’entità delle sue responsabilità?
Che rischi corre?
3. E l’architetto che presenta il modulo di fine lavori, con attestazione di collaudo degli impianti, che responsabilità ha? È responsabile del collaudo, anche se non capisce nulla di impiantistica?
Quindi, se oggi fossi stato ancora in attività e avessi accontentato il committente, presentando un documento attestante la fine dei lavori, avrei avuto responsabilità relativamente alla corretta esecuzione di tutto (opere murarie, impianto elettrico, impianto di riscaldamento, ecc.)?
Grazie mille a chi vorrà eventualmente rispondermi.
P.S. Preciso che non ho mai sottoscritto un’assicurazione professionale postuma, ossia operativa anche dopo la cessazione dell’attività lavorativa, per cui attualmente non sono assicurato!
bevarc3 : [post n° 445190]
CILA - Chiarimenti su responsabilità
Deve inviare lettera formale al committente e all'altro tecnico per ciò che segue:
- rinuncia all'incarico per inadempienza del committente: ha fatto come gli pare;
- diffida ad entrambi per violazione del principio di esclusiva e non sovrapponibilità dell'incarico da codice deontologico: non si può affidare lo stesso incarico a più tecnici e senza che questi ne siano stati informati preliminarmente e che abbiano risolto ogni "pendenza" contrattuale ed economica. La procedura è semmai il subentro che richiede particolari cautele;
- diffida al tecnico per aver presentato la variazione catastale senza previa valutazione dello stato dei luoghi: ovvero non "contestuale" al fine al fine lavori urbanistico;
Come tecnici anche per una semplice CILA, siamo soggetti a responsabilità civili e penali che derivano dalle nostre stesse attestazioni (anzi asseverazioni) e dall'esito stesso dell'intervento, fatto salvo che sia accertata e comprovata negligenza da parte dell'impresa o del committente: in quel caso come DL bisognava inviare un verbale di sospensione per motivata inerzia alla corretta attività e non rispondenza alle norme).
E questo vale a maggior ragione con la dichiarazione di fine lavori a cura del committente ma corredata di tutti i certificati (per esempio i formulari discarica ci sono?).
Il progettista è progettista e non ha nulla a che vedere con il DL che va nominato "separatamente": poi c'è chi dirà che si assume comunque le responsabilità ma è da provare.
Il collaudo rispecchia una prassi di dichiarare il risultato conforme a tutte le normi vigenti: non bisogna per forza "capirne di impianti" poichè il progetto e la certificazione sono generalmente a cura dell'installatore (quanto questi ha i requisiti tecnico-professionali, ovvero incarica un tecnico abilitato alla mansione): personalmente non farei mai un collaudo senza direzione lavori.
- rinuncia all'incarico per inadempienza del committente: ha fatto come gli pare;
- diffida ad entrambi per violazione del principio di esclusiva e non sovrapponibilità dell'incarico da codice deontologico: non si può affidare lo stesso incarico a più tecnici e senza che questi ne siano stati informati preliminarmente e che abbiano risolto ogni "pendenza" contrattuale ed economica. La procedura è semmai il subentro che richiede particolari cautele;
- diffida al tecnico per aver presentato la variazione catastale senza previa valutazione dello stato dei luoghi: ovvero non "contestuale" al fine al fine lavori urbanistico;
Come tecnici anche per una semplice CILA, siamo soggetti a responsabilità civili e penali che derivano dalle nostre stesse attestazioni (anzi asseverazioni) e dall'esito stesso dell'intervento, fatto salvo che sia accertata e comprovata negligenza da parte dell'impresa o del committente: in quel caso come DL bisognava inviare un verbale di sospensione per motivata inerzia alla corretta attività e non rispondenza alle norme).
E questo vale a maggior ragione con la dichiarazione di fine lavori a cura del committente ma corredata di tutti i certificati (per esempio i formulari discarica ci sono?).
Il progettista è progettista e non ha nulla a che vedere con il DL che va nominato "separatamente": poi c'è chi dirà che si assume comunque le responsabilità ma è da provare.
Il collaudo rispecchia una prassi di dichiarare il risultato conforme a tutte le normi vigenti: non bisogna per forza "capirne di impianti" poichè il progetto e la certificazione sono generalmente a cura dell'installatore (quanto questi ha i requisiti tecnico-professionali, ovvero incarica un tecnico abilitato alla mansione): personalmente non farei mai un collaudo senza direzione lavori.
io non mi preoccuperei troppo.
1) se non è stato comunicato l'inizio dei lavori dopo un anno la cila non è più valida.
2) l'incarico di direttore dei lavori va accettato per iscritto dal professionista incaricato.
3) il progetto degli impianti lo redige un ingegnere impiantista o la ditta istallatrice, non lo può fare un architetto.
4) non hai responsabilità sulla realizzazione in quanto non sei il direttore dei lavori.
1) se non è stato comunicato l'inizio dei lavori dopo un anno la cila non è più valida.
2) l'incarico di direttore dei lavori va accettato per iscritto dal professionista incaricato.
3) il progetto degli impianti lo redige un ingegnere impiantista o la ditta istallatrice, non lo può fare un architetto.
4) non hai responsabilità sulla realizzazione in quanto non sei il direttore dei lavori.
Passato un anno (in questo caso tre anni) se non manifesti la tua intenzione a continuare l'atto che hai prodotto scade per mancanza d'interesse.
hai mai accettato un incarico per la direzione lavori? (solitamente alla presentazione della cila ciò è previsto) Se la risposta è no, non hai niente di cui preoccuparti.