Premesso che abbiamo capito che l'assicurazione va stipulata in caso si abbiano incarichi, ma se l'incarico non prevede timbro e firma, va fatta lo stesso?
Ad esempio, per una semplice idea di progetto, senza presentare alcuna pratica, o consulenza di interior design, lavori che non vanno obbligatoriamente firmati, va stipulata?
Sempre trattandosi, ovviamente, di lavori regolarmente fatturati.
desnip : [post n° 323236]
Firma o non firma?
dico la mia, ma attendo altre opinioni...
Secondo me sì, per un meccanismo a cascata intrinseco: ora, per ogni lavoro è prevista obbligatoriamente la stipula di contratto di conferimento di incarico. All'interno del contratto di incarico è previsto l'obbligo di richiamare i riferimenti alla polizza assicurativa. L'emissione di fattura non fa che avvalorare la definizione di un incarico precedente, a stretto rigore un controllo potrebbe richiedere il contratto e di conseguenza la polizza assicurativa in corso di validità...
Secondo me sì, per un meccanismo a cascata intrinseco: ora, per ogni lavoro è prevista obbligatoriamente la stipula di contratto di conferimento di incarico. All'interno del contratto di incarico è previsto l'obbligo di richiamare i riferimenti alla polizza assicurativa. L'emissione di fattura non fa che avvalorare la definizione di un incarico precedente, a stretto rigore un controllo potrebbe richiedere il contratto e di conseguenza la polizza assicurativa in corso di validità...
Io sarei anche d'accordo con te, ma se è così allora la devono fare anche le finte partita iva.
Di fatto desnip, le finte partite iva sono inquadrate come professionisti prestatori d'opera, con un "incarico" di collaborazione... a rigore dovrebbero avere anche un contratto che specifichi il tutto, in quanto è obbligatorio e di conseguenza diventa obbligatoria anche l'assicurazione.
Lo so, è assurdo, ma mi è stato detto che "in punto di diritto", non vi sono eccezioni: se tu combini un casino ed il titolare dello studio ha una polizza sparagnina che non copre i danni causati dai collaboratori, potrebbe rivalersi su di te chiedendoti i danni. E se non sei assicurato, sei rovinato.
Di più: come professionista saresti anche colpevole di non aver messo giù un contratto scritto...
Lo so, è assurdo, ma mi è stato detto che "in punto di diritto", non vi sono eccezioni: se tu combini un casino ed il titolare dello studio ha una polizza sparagnina che non copre i danni causati dai collaboratori, potrebbe rivalersi su di te chiedendoti i danni. E se non sei assicurato, sei rovinato.
Di più: come professionista saresti anche colpevole di non aver messo giù un contratto scritto...
Questione finte p.iva. Se io preparo i disegni e poi la firma la mette "il capo", ha LUI il dovere di controllare cosa firma! Una volta firmato è come se lo avesse fatto lui anche se non sa manco aprire autocad.
www.awn.it/AWN/Engine/RAServePG.php/P/244341AWN0305
se leggete il contratto tipo tra professionisti trovate questo interessante passaggio che vi ho evidenziato in lettere maiuscole.
"che il Committente, intende avvalersi delle prestazioni professionali del Prestatore d’Opera nell’espletamento di servizi di…………………..(elencare le attività su cui si imposterà il rapporto di prestazione d’opera, a titolo esemplificativo: studi di prefattibilità architettonica, progetti di massima, progetto architettonico in ogni fase, computo metrico estimativo, redazione di particolari costruttivi, prefigurazione architettonica d’insieme (render) O PIU' IN GENERALE DI SERVIZI DI COLLABORAZIONE NON MEGLIO PRECISATI ALLE USUALI ATTIVITA' DI STUDIO DEL COMMITTENTE"
Insomma, quello che fa la finta p.iva cioè partecipare alle "usuali attività dello studio committente".
Col cavolo che rispondo con la mia assicurazione ad eventuali errori nelle "usuali attività dello studio committente".
se leggete il contratto tipo tra professionisti trovate questo interessante passaggio che vi ho evidenziato in lettere maiuscole.
"che il Committente, intende avvalersi delle prestazioni professionali del Prestatore d’Opera nell’espletamento di servizi di…………………..(elencare le attività su cui si imposterà il rapporto di prestazione d’opera, a titolo esemplificativo: studi di prefattibilità architettonica, progetti di massima, progetto architettonico in ogni fase, computo metrico estimativo, redazione di particolari costruttivi, prefigurazione architettonica d’insieme (render) O PIU' IN GENERALE DI SERVIZI DI COLLABORAZIONE NON MEGLIO PRECISATI ALLE USUALI ATTIVITA' DI STUDIO DEL COMMITTENTE"
Insomma, quello che fa la finta p.iva cioè partecipare alle "usuali attività dello studio committente".
Col cavolo che rispondo con la mia assicurazione ad eventuali errori nelle "usuali attività dello studio committente".
Non vorrei essere pedante... ma se tu fai un "contratto tipo tra professionisti", di fatto stai facendo un contratto in cui lo studio con cui collabori è il tuo cliente e tu il professionista. A stretta indicazione di legge, quindi, in quel contratto avresti l'obbligo di richiamare i riferimenti della tua assicurazione, visto che la legge stessa non distingue tra contatti di collaborazione o incarichi in cui sei il progettista di un'opera edile...
Vedo tuttavia che il CNI è del parere che i collaboratori che fanno solo i collaboratori (senza avere incarichi estranei a quelli dello studio con cui collaborano) non necessitano di assicurazione.
Ma la legge non lo dice e si tratta comunque di un'illustre opinione. Finché non vi sono precisazioni da parte del legislatore, credo faccia testo solo la legge.
Io la trovo una cosa assurda, ma per ora la leggo così.
Vedo tuttavia che il CNI è del parere che i collaboratori che fanno solo i collaboratori (senza avere incarichi estranei a quelli dello studio con cui collaborano) non necessitano di assicurazione.
Ma la legge non lo dice e si tratta comunque di un'illustre opinione. Finché non vi sono precisazioni da parte del legislatore, credo faccia testo solo la legge.
Io la trovo una cosa assurda, ma per ora la leggo così.