Il prossimo numero di Perspective: actualité en histoire de l'art avrà come tema la parola détruire, distruggere. La redazione ha quindi lanciato una call volta a selezionare una serie di articoli da pubblicare che indaghino il significato di questo concetto applicato alla realtà attuale, tra iconoclastia, vandalismo e potenza creativa.
Le distruzioni recenti e mediatizzate di simboli del patrimonio mondiale come i Buddha di Bamiyan nel 2001 o ultimamente il tempio di Palmira s'iscrivono nella lunga storia dell'iconoclastia, un rigetto verso le immagini che costituisce il primo sintomo di una crisi che lega religione e politica. Atti del genere fanno riflettere sul significato di questo verbo, che trascende le frontiere geografiche, storiche e culturali per ancorarsi al ruolo dell'opera nella città e del nostro stesso rapporto con l'arte.
Gli organizzatori hanno scelto come tema per il prossimo numero della rivista la parola "distruggere", utilizzando il verbo piuttosto che il sostantivo proprio per sottolineare l'azione più che il risultato, subendo un atto distruttivo l'opera si trova messa in discussione dal punto di vista simbolico ma anche della sua materialità.
Nei secoli questo termine ha avuto una valenza importante per definire le attività di vari settori della ricerca umana, sviluppando un rapporto dialettico tra distruzione e costruzione, si pensi all'economista Joseph Schumpeter che utilizzava il termine "distruzione creatrice" per qualificare la dinamica interna del tessuto economico fatto da creazioni e scomparse di settori di attività, o dal punto di vista della biologia Claude Bernard che con l'espressione "la vita è la morte" intendeva come gli organismi viventi portano in loro la distruzione. Nel mondo dell'arte invece, la distruzione riguarda la recezione e la creazione dell'opera e in quest'ultimo caso, appare come uno dei simboli della modernità. Per questo, la propensione attuale verso la salvaguardia - legata al fenomeno del valore del patrimonio che risale alla Rivoluzione Francese - costituisce un freno a questa dinamica simbolica.
La call proposta da Perspective intende quindi suscitare un insieme di proposte che esplorino queste tematiche nella loro massima ampiezza, applicata ai monumenti e complessi architettonici, alle immagini, passando per gli oggetti e le performance.
La problematica prenderà in considerazione i fenomeni di "degrado" intenzionale (graffiti ecc..) e si estenderà al giudizio estetico sulle opere, sulle operazioni di ricostruzioni o decostruzione alle quali possono essere soggette. Queste diverse piste sono da considerarsi di carattere indicativo, tutte le proposte sono benvenute.
Le proposte possono andare dall'articolo sintetico che mette in evidenza una tematica particolare (25000 caratteri) al bilancio storiografico su un territorio geografico, una figura specifica o un periodo storico preciso (45000 caratteri). Perspective si occuperà delle traduzioni, tutti i progetti infatti saranno esaminati dalla redazione indipendentemente dalla lingua.
graffiti su una nicchia della chiesa di Santa Costanza a Roma | © foto Daniele Molajoli.
Partecipazione
Inviare le proprie proposte (un riassunto di 2'000-3000 caratteri e una biografia di due o tre linee) all'indirizzo della redazione (revue-perspective@inha.fr) entro lunedì 27 novembre 2017.
Gli autori scelti saranno informati della decisione del comitato entro la fine dell'anno e gli articoli completati saranno da consegnare entro il 15 giugno 2015 per essere poi pubblicati a dicembre 2018.
Maggiori informazioni:
http://perspective.revues.org/ | www.inha.fr
Le date di scadenza visualizzate sono frutto di attività redazionale. Le uniche date ufficiali sono quelle contenute nel testo del bando e/o sul sito web di chi organizza o promuove il concorso. Controllarne sempre la validità presso l'Ente banditore.
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