di Eleonora Bosco
La storia del Das Stue Hotel a Berlino inizia nel 1938/1940, come ambasciata danese reale. L’edificio è stato poi martoriato durante la guerra e destinato a diventare hotel solo intorno al 1986. La costruzione dei suggestivi ambienti interni è stata affidata a Patricia Urquiola, famosa interior design di origine spagnole.
L’abilità è stata riuscire a combinare colori e materiali sorprendenti in modo armonico e delicato. Due ampie scalinate accolgono il visitatore all’interno, proiettando lo sguardo oltre, verso un corridoio in cui è installata una particolare scultura con una testa a forma di coccodrillo dell’artista parigina Quentin Garel.
Continuando il percorso più stretto si susseguono una piccola stanza di ricevimento e una in cui vi è il portiere.I volumi si espandono nuovamente per ospitare la zona open bar, salone, tre sale da pranzo e una terrazza esterna con accesso diretto e privato per lo zoo di Berlino.
La zona ristorante è composta da un trio di stanze non collegate direttamente fra loro, ma caratterizzate ognuna da arredo, composizione e affacci differenti. I 30 dipendenti sono visibili da un vetro colorato che ne fa scorgere il frenetico lavoro. A capo del team c’è Paco Perez, cuoco spagnolo con 4 stelle Michelin. La raffinatezza dei suoi piatti e l’elevata ricercatezza delle materie prime, ben si accordano con lo stile sofisticato e mai eccessivo di Patricia Urquiola.
L’esplosione di pentole e padelle di rame di Tom Dixon applicate al soffitto creano decisamente un ambiente suggestivo e unico nel suo genere. Spostandosi nel salone.si è attratti a colpo d’occhio da elementi scelti e ordinati con gran cura, contrastati a pavimenti tradizionali e materiali differenti.Questo ambiente è stimolante perché composto da tanti oggetti contrapposti per colore, rivestimenti e tipologia.
Ritroviamo tappeti, pilastri ricoperti di rame e stravaganti animali in pelle come bufali, rinoceronti e tori.
Nella zona posteriore dell’hotel, è presente un bar trapezoidale, in cui vengono serviti cocktail ispirati agli anni 1920 e 1930. Il meraviglioso affaccio sul giardino zoologico è garantito da ampie finestre che di notte vengono chiuse da uno schermo sul quale vengono proiettati film d’epoca.
La struttura ospita anche un centro benessere di 260 mq e un antica biblioteca, che conserva il suo carattere storico e racconta la storia dell’edificio.
La zona notte è rappresentata dal bel etage, tradizionalmente le stanze più dignitose di ogni casa o villa. Sono 4 suite dislocate al primo piano del palazzo di fronte occupando una superficie totale di 390 mq.Queste sono collegate direttamente all’hotel per l’utilizzo di spazi pubblici e privati.
In generale l’hotel dispone di altre 80 camere in 5 categorie, che variano nel formato dai 20 ai 70 mq. Le tonalità variano nelle colorazioni chiare e neutrali.L’arte è un elemento presente sia nelle camere che nel resto dell’hotel. E’ facile incontrare figure raffiguranti giraffe o gorilla dipinti su tele o divertenti animali di peluche che fungono da pouf o poggiapiedi.
Fotografo: Alessandro Paderni – Studio Eye
Architetto: www.patriciaurquiola.com
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