Il progetto del nuovo Teatro dell’Opera di Firenze (OF), destinato a ospitare in una nuova sede le produzioni teatrali dello storico Maggio fiorentino, si è sviluppato in cinque anni e ha comportato una realizzazione a “step”. Il primo passaggio si è concluso nel dicembre del 2011, con un concerto di Zubin Meta. Fino a quella data, il progetto di illuminazione si era basato su un sistema tradizionale con un impianto gestito da mixer e dimmer ADB e da una rete – distribuita in sala, nel golfo mistico e sul palco – impostata su prese destinate ad alimentare il vecchio parco luci di cui il Maggio già disponeva al Teatro Comunale. Il primo step si è concluso con il completamento della platea e della galleria e con l’allestimento di una camera acustica sul palco (il rimanente allestimento scenotecnico sarebbe stato rimandato allo step successivo). Il lighting del palco ha comportato pertanto solo l’allestimento delle luci in sala (sul palco ci si è limitati ad alimentare proiettori – tradizionali – collocati su truss dentro la camera acustica e dimensionati per assorbire fino a 40W).
Dopo oltre 18 mesi è stato finanziato un secondo step che prevedeva anche lo sviluppo del sistema di illuminazione della scena con proiettori da collocarsi in scena (sul ponte luci di boccascena, su bilance, su torrette e sul piano del palco). Qui è nata l’idea, confortata da una tecnologia specifica in fase di rapida evoluzione, di ripensare al progetto di illuminazione dello spazio scenico con apparati a LED.
Risparmio energetico, durata degli apparati e comfort per artisti e musicisti sono stati i motivi che hanno convinto la committenza ad accettare la nuova impostazione proposta da Enrico Moretti e Maria Cairoli.
Per la prima volta in un grande teatro europeo si sono sostituiti gran parte dei proiettori tradizionali con proiettori LED White e LED RGBW. La prospettiva è quella di incrementare progressivamente il parco LED fino a sostituire il 90% dei proiettori tradizionali (rimarrano utilizzabili solo i seguipersona di potenza superiore a 3 kW, gli Svoboda e i proiettori a scarica).
I dettagli del progetto
Il progetto, secondo classificato al Premio Codega 2014, utilizza apparecchiature LED da 150W fino a 600W (proiettori, sagomatori, ecc.) da collocarsi nella torre scenica, in area palco, su bilance, su torrette laterali per luci di taglio, sul ponte luci di boccascena, su ballatoi, sul piano del palco. Contrariamente a quanto concepito nel primo step in sede di progetto esecutivo il sistema di gestione delle luci ha comportato una forte riduzione nel numero degli apparati dimmer destinati a gestire le luci del palco, in pratica da circa 837 circuiti dimmerizzati si è scesi a 132 circuiti, questi ultimi destinati a soddisfare esigenze particolari quali a esempio proiettori a scarica o lampade speciali quali le Svoboda.
Sul piano del palco, sono ubicati pozzetti con prese destinate ad alimentare proiettori LED e apparati “domino” LED, sui ballatoi e sul ponte luci di boccascena sono collocate prese per alimentare proiettori LED convertibili da dirette a regolate e viceversa (quindi idonee ad alimentare proiettori tradizionali), sul cielo della torre scenica sono collocate tre bilance lunghe 21 metri prevalentemente concepite per apparati LED. Al fine di semplificare le alimentazioni delle bilance, gestite da cavi multipolari avvolgibili su appositi devolgitori, si è deciso di alimentarle con blindosbarre da 63A, con prese da 32A. I circuiti sono stati così concepiti per alimentare e gestire apparati LED, senza togliere agli operatori la possibilità di ricorrere all’alimentazione di apparati tradizionali o di proiettori speciali: sui ballatoi, sul ponte luci di boccascena e sul piano del palco vengono utilizzati i circuiti con prese dirette o regolate, sulle bilance è possibile disporre di circuiti associati regolati ai dimmer portatili.
Le potenze dissipate sul palco e in torre scenica producono un ulteriore benefico effetto sul microclima del palco – grazie al drastico taglio dell’irraggiamento proveniente dai proiettori – per cui gli artisti non patiscono più il flusso di calore irraggiato dai proiettori stessi (non sudano e mantengono intatto il trucco).
Infine pure gli strumentisti e gli strumenti musicali in camera acustica ne traggono notevoli vantaggi. La camera acustica è infatti illuminata da circa 80 fari da 55W, in totale 4.4 kW contro i quasi 40kW della soluzione originaria. Questi fari generano livelli di illuminamento sui leggii maggiori di 600 lux e non danno luogo a ombre riportate, non irraggiano i professori d’orchestra in misura apprezzabile e assicurano agli strumenti una buona tenuta delle accordature (sensili fortemente alle variazioni di microclima e in particolare di umidità).
La durata dei proiettori LED utilizzati su tempi medi stimati di oltre 30.000 ore (ben superiori alle 1.000 ore medie stimate per proiettori tradizionali): ovvio il notevole risparmio di mano d’opera, costi di manutenzione e incremento di efficienza organizzativa.
L’intervento di Moretti e Cairoli ha meritato il riconoscimento internazionale del Premio Codega, riconoscimento alle eccellenze del lighting design assegnato ogni anno alle migliori installazioni a LED (www.premiocodega.it), anche perché rappresenta il più ampio e completo progetto a LED fra quelli adottati nei teatri d’opera europei. Considerata la qualità del lighting ottenuto e la flessibilità cromatica associata ad apparecchi RPGW, traccia oggi una nuova strada all’applicazione di sistemi LED in sostituzione di proiettori tradizionali della potenza sino a 2.200 kW.
Soluzione progettuale (50 punti)
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