La partecipazione a progetti di Cooperazione allo Sviluppo richiede competenze specifiche? E’ legittimo chiederselo. Molti ritengono che, per coprire eventuali lacune nella preparazione universitaria e/o compensare l’assenza di esperienze dirette “sul campo”, sia utile frequentare un Master. Ascoltiamo il Marcello Balbo, Professore di I fascia all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, che dal 2001 dirige il Master di II livello “Pianificazione urbana e territoriale nei paesi in via di sviluppo“, giunto alla sesta edizione e attualmente in corso presso lo IUAV: il suo parere ridimensiona l’ego degli architetti, e mette l’accento sull’importanza del lavoro di squadra.
Intervista
di Francesca Bizzarro
1. Secondo lei l’apporto degli architetti è determinante negli interventi di Cooperazione allo sviluppo?
Se parliamo di architetti in senso stretto, la mia opinione è che il loro ruolo è molto modesto, non di rado controproducente. I problemi delle città dei paesi in via di sviluppo hanno poco o nulla a che vedere con l’architettura, molto più con la gestione e le politiche urbane. Gli architetti, per contro, possono essere e sono utilizzati in progetti di emergenza/ricostruzione, come per esempio nelle zone colpite dallo Tsunami, oppure in passato in Albania o in Bosnia. Del resto nessun apporto è determinante, da solo: lavorare nel mondo dell’aiuto internazionale vuol dire lavorare in equipe.
2. Si può affermare che il master “Pianificazione urbana e territoriale nei paesi in via di sviluppo” integra le conoscenze acquisite all’università dai laureati in Architettura? Da che punto di vista?
Volendo si può anche dire che integra, però personalmente preferisco sottolineare che il Master prepara esperti con un profilo professionale molto diverso da quello che si ottiene con la laurea in Architettura. Per lavorare nel campo dell’aiuto internazionale occorre avere una preparazione, strumenti analitici, conoscenze operative altre rispetto a quelle che si acquisiscono all’università: e non solo nelle facoltà di Architettura, ma anche in quelle di Pianificazione, Economia, Scienze politiche e così via.
3. Ha riscontrato differenze fra contesto italiano e panorama europeo e internazionale?
Se parliamo del Master dello Iuav e di altri Master in Europa no, sostanzialmente nessuna. La formazione che fornisce il Master di Venezia è assolutamente allo stesso livello di quella proposta da programmi analoghi al nostro in Inghilterra, Belgio, Olanda o Svezia. Se invece parliamo della Cooperazione condotta dal nostro paese e di quella attuata da altri paesi, allora le differenze sono abissali.
4. Quali competenze e/o esperienze lavorative precedenti favoriscono la selezione dei partecipanti al master?
Naturalmente, chi ha già avuto esperienze di lavoro con Ong o – improbabile – organismi internazionali, nella selezione è avvantaggiato rispetto ad altri. Tuttavia, anche chi ha fatto esperienze di questo tipo spesso non ha avuto modo di inquadrarle in una adeguata “architettura” concettuale. Il Master serve a fornire capacità professionali, ma collocate all’interno di un quadro generale sulla complessità dei problemi della città nei PVS e sul senso, il ruolo, le potenzialità e i limiti dell’aiuto internazionale.
5. Il programma del master è modellato in base alle specifiche esigenze degli enti locali e delle istituzioni che operano per così dire “sul campo”?
In altri termini, la didattica tiene conto delle indicazioni e delle esigenze di tali soggetti nella scelta delle materie inserite nel programma? Assolutamente sì, come spero di avere già spiegato.
6. Lo IUAV ha in programma altre iniziative nel solco del master ” Pianificazione urbana e territoriale nei paesi in via di sviluppo”?
Di iniziative collegate al Master ne stiamo conducendo varie. In questo momento abbiamo in corso diversi progetti di ricerca e di formazione per UN-Habitat, partecipiamo con altre università europee a progetti dell’Unione Europea, abbiamo appena condotto un seminario di due giorni con la University of Cape Town, che pensiamo si trasformi in una collaborazione stabile nei prossimi anni. Inoltre, attraverso gli stage degli studenti del Master, abbiamo ormai solide relazioni con UN-Habitat (gli uffici di Nairobi, Rio de Janeiro e Fukuoka), la CEPAL a Santiago del Cile, diverse Ong italiane e Municipalità di vari paesi.
Chiunque fosse interessato a reperire informazioni sul Master in pianificazione urbana e territoriale nei paesi in via di sviluppo, può consultare la pagina dedicata sul sito dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, oppure rivolgersi all’area dei servizi alla didattica post-lauream, che fornisce informazioni sui Master IUAV: Claudia Rossi tel +39 041 257 1787 fax +39 041 257 1790 claudia.rossi@iuav.it
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