In attesa del rinnovo del Bonus Alberghi, sono molte le strutture ricettive – nuove e ristrutturate – che hanno scelto il basso impatto ambientale come paradigma sia per la progettazione e costruzione, che per lo sviluppo e la gestione e dei servizi a disposizione degli ospiti. Un vantaggio competitivo in termini di riduzione dei costi e la possibilità di posizionarsi in una fascia di mercato che attrae un pubblico sempre più consapevole e numeroso.
Le strutture ricettive si trovano sempre più spesso nella necessità di effettuare interventi di riqualificazione profonda a livello architettonico e impiantistico, con l’obiettivo di ridurre sensibilmente i costi energetici della propria gestione. Un'altra costante che caratterizza molte realtà che operano oggi nell'ambito dell'ospitalità – hotel, ostelli, residence, agriturismi o alberghi diffusi – è la ricerca di una connotazione green che le possa far considerare queste aziende sostenibili e responsabili nei confronti dell'ambiente. Un trend che vale naturalmente anche nel caso di nuove costruzioni e che è confermato dal numero, in costante crescita, di certificazioni e label che attestano il minimo footprint delle strutture ricettive. Gli investimenti vengono sempre più considerati un'opportunità, anche grazie agli incentivi previsti dal Bonus Alberghi e Agriturismi, che terminerà la sua azione nel 2020.
Ora si attende il rinnovo della credit tax per interventi di ristrutturazione e messa in efficienza, che si prevede inserita nel Collegato Turismo della prossima manovra di Bilancio.
In questo primo special mensile di professionearchitetto, dedicato alla Green Hospitality, che si amplierà nei prossimi mesi con realizzazioni sempre nuove, abbiamo scelto alcuni casi emblematici di una modalità di intervento sul costruito, rispettosa dell’ambiente e attenta alle soluzioni tecniche e tecnologiche di maggiore efficacia.