Le Alpi in giardino

Progetti per il giardino botanico alpino Viotte di Monte Bondone

Mostra dei progetti elaborati nel corso del workshop, tenutosi dal 5 al 12 luglio 2009 e nei successivi incontri di approfondimento, a cura del Museo Tridentino di Scienze Naturali e con il coordinamento scientifico dell'Università Iuav di Venezia, Facoltà di architettura, corso di laurea magistrale in architettura per il paesaggio, e dell'Università degli Studi di Trento, Facoltà di ingegneria, Corso di laurea in ingegneria edile-architettura, sotto la guida di Paolo L. Bürgi e di Imma Jansana, con i docenti tutor arch. Francesca Benati e Giovanna Salgarello.

Ad un primo sguardo si nota come i successivi ampliamenti subiti dal giardino botanico rispetto ad un nucleo originario abbiano delineato la mancanza di un impianto unitario architettonico e paesaggistico e come risulti quindi evidente la necessità di una infrastruttura, che coinvolga tutti gli elementi che si sono stratificati nella storia del giardino e li faccia interagire tra loro e col visitatore secondo un filo conduttore che valorizzi opportunamente anche il contesto paesaggistico in cui il giardino si colloca.

Entrambi i progetti presentati si propongono quindi di riorganizzare il giardino attraverso un percorso, l'infrastruttura principale, che leghi insieme gli spazi storici e di nuova realizzazione, e tramite l'introduzione di ambiti vegetazionali ed emozionali diversi.

La sintesi compositiva ha portato a due diversi approcci progettuali definiti dagli slogan di progetto:

patch-scape | IUAV
Gruppo di lavoro: Stephan Luis Bürgi, Fabio Cristel, Chiara Dellagiacoma, Laura Francescato, Gunther Galligioni, Roberto Barone

Il progetto prevede di riordinare il nuovo giardino secondo patches, ambiti tematici di vegetazione a macchie prendendo a prestito gli ambiti già esistenti e prevedendone di nuovi. Attraverso queste patches il percorso prende forma e si delinea come principio ordinatore del giardino, da questo si dipartono percorsi secondari che garantiscono l'accessibilità al giardino anche alle persone disabili e tappa finale del percorso è il giardino storico, considerato il cuore dell'intera attrazione.

In ogni singola patch il visitatore ha la possibilità di interagire con la natura in molteplici modi, per poterne comprendere aspetti diversi: si attraversano le zone umide della torbiera su passerelle o si costeggiano patches di alberi ad alto fusto, si percorrono camminamenti in trincea che ci avvicinano alle aree fiorite specifiche. Il risultato è un'osservazione più attenta ma soprattutto una maggiore interazione per poter coinvolgere maggiormente anche chi cerca oltre all'aspetto naturalistico anche quello emozionale.

dal Macro al Micro | UniTN
Gruppo di lavoro: Chiara Azzali, Daniele Cappelletti, Angela Damaggio, Alessandra Enrici, Serena Negrente, Luigi Siviero

La progettazione è basata sulla sistemazione di alcune viste strategiche che diano respiro all'area attraverso interventi di abbattimento di alcune siepi di abete rosso e di altra piantumazione; si ottiene così un'immediata riconoscibilità del giardino dall'esterno e si libera quella continuità effettiva ma negata con l'ambiente circostante, facendola diventare anche visiva.

Il progetto si compone di un nuovo sistema d'accesso e di un nuovo percorso, di due chilometri e mezzo di lunghezza, che accompagna il visitatore attraverso il prato, gli arboreti ed infine le roccere, quasi a prepararlo all'esperienza ultima, più minuta, del giardino storico. Il nuovo approccio ribalta l'impostazione esistente dove alle roccere storiche, e quindi al fiore, segue una dislocazione disordinata di boschi e prato.

Dal macro alla microscala quindi e tutto ciò che accade nel mezzo diventa la nuova immagine dell'orto botanico delle Viotte.

Appuntamento: inaugurazione mostra lunedì 18 gennaio ore 17,00
atrio ex-cotonificio veneziano, Santa Marta

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