T-studio. Il progetto consapevole

mostra di architettura

La Galleria di Architettura "come se" presenta la mostra di architettura dedicata al giovane studio romano T-studio.

T-studio presente in diverse manifestazioni, ha partecipato infatti nel 2008 all'XI Mostra Internazionale di Architettura a Venezia Out There: Architecture Beyond Building nella sezione Uneternal city - Trent'anni da "Roma interrotta" e, alla terza Biennale d'Architettura di Pechino 2008. A Febbraio 2010 ha inaugurato la mostra "Uneternal city.fr" al Pavillon de l'Arsenal di Parigi. Lo studio ha vinto numerosi concorsi nazionali e internazionali tra cui il Premio Roma Architettura 2002, la riqualificazione dell'area monumentale del porto di Napoli e del porto di Marina di Carrara, edifici polifunzionali, residenze ed uffici a Bratislava. I progetti sono stati pubblicati in riviste italiane e straniere ed hanno esposto in varie città europee e non, tra cui Praga, Bratislava, Parigi, Stoccolma e Graz, Barcellona, Pechino.

Lavorare in architettura per T-studio significa sviluppare progetti consapevoli per contesti in continua trasformazione. Contesti sempre più complessi in cui si intrecciano dimensioni e scale diverse dal territorio alla città, all’ambiente, al luogo. Contesti fisici ma anche sociali ed economici, contesti storici ma anche radicati nel presente e proiettati in un futuro incerto.
L’impegno del progetto, la sua consapevolezza, sta nel trovare un punto di equilibrio tra esigenze e vincoli diversi, una forma espressiva di una pluralità di sollecitazioni e domande.
Il progetto consapevole si fa carico della complessità e del disordine urbano, si confronta col le esigenze ambientali e la scarsità di delle risorse energetiche. Il progetto è consapevole e sostenibile. La ricerca progettuale interpreta la fisicità dei luoghi, i suoi segni e le sue tracce, la trama ridimensionata della storia e quelle più labili del contemporaneo, si misura con le domande e i desideri degli utenti con la loro richiesta di nuovi spazi pubblici e di nuovi spazi per l’abitare.
Per il progetto consapevole non c’è separazione tra architettura e infrastrutture. Lo spazio pervasivo delle infrastrutture diviene, per la sua centralità, scenario di fondo della nuova architettura.

Il progetto consapevole proietta l’architettura oltre l’edificio e il design, ricercando ogni volta un rapporto di senso con le città e il paesaggio.
Negli anni più recenti, l’attività progettuale e di ricerca di T-studio si è confrontata, in particolare, con tre tematiche:

I confini sensibili, ovvero i luoghi di frontiera, di conflitto di transizione;
Labirinti verticali: spazi che reintegrano il labirinto di superficie con quelli sotterranei;

L’architettura di suolo ovvero la ricerca di una relazione profonda con le pieghe e le conformazioni della terra.

I confini sensibili
Tra le aree di frontiera i confini tra città e acqua, tra città e porto, tra città e infrastruttura, tra spazi delimitati e spazi infiniti, assumono nuove tensioni, nuovi significati, nuovi potenziali.
Tali spazi, spesso marginali, degradati, poco conosciuti, indefiniti, non progettati diventano occasioni di riflessione profonda e di nuove strategie progettuali capaci di superare l’originaria esclusione promuovendo nuovi spazi di incontro e nuove centralità.

Labirinti verticali
Nella città contemporanea il labirinto orizzontale della superficie è separato da quello sotterraneo. Il labirinto verticale intende esplorare la complessità degli strati e delle sovrapposizioni, promuovono un più intenso rapporto tra il sopra e il sotto, tra l’aereo, la superficie e il sotterraneo.
Stratificare come possibilità di operare su più livelli sovrapponendo segni e significati diversi. Interpretare le stratificazioni per realizzare luoghi complessi spazialmente e funzionalmente: in tale prospettiva l’architettura moltiplica la sua spazialità e i suoi paesaggi mentre il sistema urbano si reinvesta divenendo città dentro la città e città al di sopra la città.

L’architettura del suolo
Il progetto consapevole nasce dal suolo, dalle sue pieghe, dai suoi segni, dalle sue stratificazioni, dalle sue cavità. L’architettura si dissolve e si integra nel paesaggio, non si impone più come volume che occupa spazio, ma piuttosto organizza il vuoto, assorbendo le regole sottese nella trama del paesaggio e del terreno.
L’architettura lavora con la terra, inventa nuovi paesaggi tra artifici e natura, gioca con le conformazioni geografiche reali e immaginate. La nuova architettura non si rivela immediatamente, non si impone come icona assoluta, ma si rivela poco alla volta, si lascia scoprire nell’avvicinamento diventa frammento di un processo più ampio.

Appuntamento: inaugurazione: venerdì 23 aprile alle ore 20.00
- durata della mostra: dal 23 aprile al 12 maggio
- orario: dal lun. al sab. - dalle ore 11.00 alle ore 19.30
Galleria di Architettura "come se" via dei Bruzi 4/6, 00185 Roma
W. www.comese.me.it

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