Fino al 6 novembre 2010 verrà ospitata a rotazione in otto diverse biblioteche comunali di Milano la mostra "Quello spazio chiamato biblioteca", architetture urbane per la cultura e la socialità; esperienze di biblioteche italiane e straniere, che in questi ultimi anni sono state rappresentative di interventi e azioni di coesione sociale e di integrazione. Attraverso i progetti esposti in mostra è possibile delineare le tracce di cosa sono diventate oggi le biblioteche di pubblica lettura e quali sono le potenzialità per gli interventi e i criteri informatori futuri.
La biblioteca, da sempre luogo di conservazione e trasferimento della conoscenza, è oggi anche laboratorio multimediale di informazione contro il digital divide. Inoltre, sempre più, si rafforza il suo ruolo di centro di aggregazione sociale e nuova "piazza urbana". Oggi le biblioteche sono al bivio, tra la possibilità di rilanciare il proprio ruolo e il rischio di scomparire, soppiantate da altri servizi "pubblici", dalle finalità commerciali più o meno palesi. Per sopravvivere la biblioteca deve rinnovarsi: diventare un centro culturale integrato di servizi per la cultura, la formazione, l'informazione, la creatività, lo studio, il tempo libero, la socializzazione. Anche in Italia, come avviene all'Estero, le biblioteche potrebbero diventare nuovi catalizzatori sociali: luoghi dove incontrarsi, prendere a prestito un libro o un dvd, approfondire i propri interessi e i propri hobby, leggere un giornale sorseggiando un caffé; ascoltare musica; navigare su internet; fare una ricerca; studiare fino a tarda sera da soli o in compagnia; assistere a eventi culturali; informarsi su che cosa accade in città e nel mondo; passare del tempo con i propri figli o con gli amici facendo qualcosa di bello e di interessante; frequentare un corso di formazione o un corso per il tempo libero; vivere il proprio presente e progettare il proprio futuro. L'Italia sconta una grave arretratezza, e non è affatto detto che le "biblioteche di pubblica lettura" siano considerate servizi di prima necessità dagli amministratori e dai loro cittadini. Tuttavia, le esperienze italiane degli ultimi anni insegnano che è l'offerta a creare la domanda: nuove biblioteche, se ben progettate, hanno sempre un successo inaspettato, avviando processi di riqualificazione urbana e socio-culturale.
L'organizzazione dei servizi, la qualità e la varietà del patrimonio documentario sono condizioni indispen- sabili ma non sufficienti a rendere efficace una biblioteca, soprattuto oggi che è possibile accedere facilmente a un numero sempre maggiore di risorse documentarie. Nel momento in cui recarsi in biblioteca non è più un dovere, allora deve diventare un piacere. A tal fine, è determinante l'architettura dell'edificio, non solo per consentire efficienza e funzionalità dei servizi, ma anche per attrarre nuovi utenti. Molto dipende dalle scelte architettoniche e urbanistiche, dall'ubicazione, dagli spazi interni e dagli arredi. Non a caso, infine, la gran parte dei nuovi edifici bibliotecari diventano anche "icone urbane", veicoli di comunicazione politico-culturale e strumenti di "marketing territoriale".
un progetto promosso da Comune di Milano, Assessorato alla Cultura, Direzione Centrale Cultura, Settore Biblioteche e alterstudio partners srl
mostra a cura di alterstudio partners srl - www.alterstudiopartners.com
responsabile scientifico Marco Muscogiuri
idea, realizzazione, coordinamento
Micaela Bordin, Marco Muscogiuri,Matteo Schubert
grafica Benedetta De Bartolomeis
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