Convegno curato da studioUAP per conto di Land Group che si svolgerà nell'ambito della 2a edizione di Working with Nature in occasione dell'Expo Edilizia di Roma.
L'incontro introduce ad una nuova pratica di sperimentazione urbana che, diffusa in capitali europee come Parigi, Londra e Madrid, ora trova spazio anche nella realtà romana: la riappropriazione da parte dei cittadini di aree verdi abbandonate.
Queste aree libere, che siano in centro o in periferia, diventano il campo di sperimentazione di un nuovo modello di spazio pubblico di relazione a contatto con la natura che caratterizza l'ultima stagione dell'urbanistica romana. Cittadini e associazioni si uniscono per convertirli in piccoli orti urbani, aree gioco e ambiti dove camminare, riposarsi o semplicemente parlare.
Sono oltre 100 siti. 65 censiti dal Comune di Roma come orti spontanei, e altri 50 censiti da studioUAP nella mappa interattiva disponibile on line "Zappata romana" (www.urbanarchitectureproject.org).
Ad aprire il convegno vi sarà Action Vert l'Avenir che presenterà Charte Main Verte, la rete dei 57 giardini parigini realizzati e gestiti dai cittadini, illustarndo come a Parigi l'amministrazione abbia definito regole uguali per tutti. Esiste, infatti, una convenzione base per concedere in uso alle associazioni il terreno per sei anni; il Comune provvede a portare l'acqua e il terriccio vegetale; i cittadini garantiscono l'apertura del giardino per almeno due mezze giornate alla settimana e l'ospitalità di iniziative pubbliche.
La sessione vedrà anche la presentazione di altre iniziative che nell'insieme costituiscono la chiave per un nuovo rapporto con la natura in città: i city farmer's markets della Fondazione Campagna Amica di Coldiretti, l'Orto-Giardino a Valle Giulia presso la facoltà di Architettura, gli Orti in Campidoglio e i Mercati della Terra di Slow Food e Heinz Beck.
Sono tante, infatti, le sperimentazioni vissute nei quartieri romani; A S. Lorenzo tre associazioni hanno strappato un fazzoletto di terreno ai privati per costruire un'area di socialità realizzando un parco giochi, un orto, spazi per la convivialità. Alla Garbatella le associazioni insieme ad alcune famiglie hanno recuperato un'area vicino alla Regione, in attesa di trasformazione edilizia, per realizzare gli orti urbani comunitari. Sulla Ardeatina gli orti comunitari sono realizzati e gestiti dai lavorati ex-Eutelia. A Prato Fiorito un parco urbano gestito da una cooperativa sociale contiene una vigna urbana...
In una tavola rotonda saranno chiamati a rispondere alla domanda: "siamo di fronte a tendenze temporanee oppure davanti ad un fenomeno strutturale come in altre realtà internazionali?", autorevoli esperti:
Giuseppe Barbera (Agronomo e paesaggista dell'Università di Palermo), Francesco Ghio (Direttore del Master OPEN dell'Università di Roma III), Maria Luisa Palumbo (Direttore del Master in Sustanaible Urban Design dello IED), Gaetano Benedetto (Ambientalista già Direttore Generale del WWF e Presidente del Parco del Circeo).
Appuntamento: venerdì 12 novembre 2010, 14.30 - 17.00
presso il Pad.8 Spazio Working with Nature - Nuova Fiera di Roma.
W. www.urbanarchitectureproject.org | www.expo-edilizia.it
La mappa di studioUAP
La mappa sui nuovi cantieri sociali verdi di Roma riporta oltre ai casi già citati, altre iniziative in tutta la città: a Vitinia, Acilia, Tor Bella Monaca, San Paolo, Portuense, ecc. La mappa restituisce un quadro urbanistico, paesaggistico e sociale innovativo rispetto alle esperienze simili del passato sia per il coinvolgimento di ampie fasce di cittadini e la potenzialità di nuove relazioni sociali in realtà urbane difficili, sia per la contestualità e la dimensione del fenomeno. L'auspicio è che questo primo censimento e la mappa siano da stimolo perché si avvii una riflessione e un confronto tra le diverse realtà gestite dai cittadini e perché l'innovazione romana sia colta dalle Amministrazioni locali avviando un coordinamento tra i diversi livelli istituzionali e definendo regole e servizi da offrire in cambio della manutenzione e della vitalità portate dai cittadini in aree altrimenti abbandonate. Forse la "big society" di cui si parla in questi mesi già c'è, si tratta solo di saperla vedere e valorizzare sostenendo le iniziative low cost in essere sullo spazio pubblico.
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