75 Surimono: 75 stampe colorate della tradizione giapponese collezionate da Frank Lloyd Wright saranno in esposizione al Casabella Laboratorio a Milano.
Si tratta di una raccolta preziosa, una delle più cospicue esistenti al mondo e fonte di ispirazione per l'architetto. Essa offre la migliore possibilità, data la varietà, l'ampiezza e la qualità delle opere, di studiare l'arte del Surimono (oggetto dipinto), che rappresenta la forma più raffinata tra le arti della stampa giapponese ed evoluzione più ricercata dell'Egoyomi (calendario stampato).
Queste stampe venivano commissionate agli artisti dalle persone più colte, da poeti o da gruppi di poeti per occasioni particolari o per utilizzarle quali doni in coincidenza dell'inizio del nuovo anno. Risultato della collaborazione tra l'artista e il poeta, spesso il Surimono contiene scritti, vergati con calligrafie diverse e ricercate, che alludono alle caratteristiche dell'anno che annunciano, oppure è costituito da testi che in alcuni casi spiegano il contenuto della stampa. L'intreccio e il dialogo tra raffigurazione e scrittura costituiscono una delle caratteristiche principali del Surimono.
L'interesse che Frank Lloyd Wright nutrì per tutta la vita per l'arte giapponese è noto. La sua predilezione di collezionista per i Surimono, però, è divenuta nota soltanto ben dopo la sua morte (1959), quando dagli archivi della Frank Lloyd Wright Foundation di Scottsdale (Az.) è emersa una scatola di legno - sino ad allora ignorata - contenente più di settecento stampe, cinquecento circa delle quali classificabili come Surimono.
La collezione dei Surimono di Wright, comprendente i settantacinque esemplari che ora vengono esposti a Casabella Laboratorio, venne presentata in parte al Phoenix Art Museum nel 1995. In questa occasione venne stampato il catalogo di Joan B. Mirviss, The Frank Lloyd Wright Collection of Surimono.
Pare che quelle stampe avessero un'influenza particolare sull'opera dell'architetto: «Non vi ho mai confidato sino a che punto le stampe giapponesi sono state per me fonte di ispirazione. Non mi sono mai liberato dall'effetto prodotto dalla prima impressione che mi procurarono e probabilmente non me ne libererò mai», era quanto affermava Wright in una delle conversazioni con le quali era solito intrattenere gli ospiti nella sua casa-studio di Taliesin (Spring Green, Wisconsin), commentando i pezzi della sua collezione di arte giapponese, nel 1954, ormai ottantasettenne.
Appuntamento: 29 novembre - 20 dicembre 2011
Casabella laboratorio, via Marco Polo, 13 - Milano
Orari: martedì - venerdì ore 16.00/20.00 | sabato: ore 12.00 - 20.00.
Info: email casabellalaboratorio@mondadori.it | tel 02 63793930
Gallery manager: Carlotta Tonon | design e allestimento: Tassinari/Vetta, Paolo Tassinari con Thomas Bisiani | grafica: Paola Ranzini Pallavicini.
In collaborazione con la Frank Lloyd Wright Foundation grazie al contributo di CityLife.
L'interesse di Frank Lloyd Wright per i Surimono
Questo interesse lo portò a compiere sette viaggi in Giappone tra il 1905 e il 1922. Tra il 1917 e il 1922 egli si trattenne in Giappone per trentaquattro mesi, durante i quali costruì, tra l'altro, l'Imperial Hotel a Tokyo. Sin dall'inizio del Novecento Wright si venne segnalando come uno dei più abili e perspicaci collezionisti di stampe giapponesi. La vastità della collezione che accumulò col passare degli anni gli permise di far fronte, tra l'altro, alle non poche difficoltà economiche che lo angustiarono nel corso della vita.
Noti collezionisti, infatti, lo incaricarono di acquistare e selezionare per loro stampe durante i suoi soggiorni in Giappone, mentre porzioni significative della sua collezione vennero cedute ad alcuni dei principali musei americani, dal Metropolitan Museum di New York al Museo di Boston. A prova delle conoscenze da lui maturate e a sostegno del ruolo che interpretava di mercante tra i più ricercati negli Stati Uniti, nel 1912 Wright pubblicò un libro fondamentale, The Japanese Print: An Interpretation, disponibile anche in edizione italiana (Electa, Milano 2008).
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