Se non ora quando? Progettare il lavoro

Architetture nei Paesi in via di sviluppo. Bellezza e parsimonia

Nei tempi più recenti un considerevole numero di pubblicazioni e riviste, non solo di settore, dedicano spazio a progetti di architettura in Paesi in via di sviluppo, riflettendo così un crescente interesse verso il tema sia da parte dei professionisti che di un pubblico generico. Nasce pertanto l'esigenza di riflettere sull'attuale stato dell'arte, dove spesso appare evidente il convivere di due estremi: architetture che rivelano l'illusione di una disponibilità infinita di risorse e progetti che offrono la risposta ad un bisogno con strutture improvvisate o inappropriate, perché qualcosa è pur meglio di nulla.

Il Ciclo di seminari "Architetture nei Paesi in via di sviluppo. Bellezza e parsimonia" propone un confronto con alcuni architetti italiani particolarmente attivi nell'ambito di tale riflessione e dibattito. I seminari sono rivolti agli studenti delle Facoltà di Architettura e Ingegneria; ad architetti ed ingegneri e professionisti attivi nel mondo della cooperazione.

Se non ora quando? Progettare il lavoro

Incontro con Paolo Tombesi e Riccardo Vannucci

A cosa servono gli architetti oggigiorno? Possono influire sul futuro di un mondo che non sembra averne bisogno? Partendo dal presupposto che la qualità costruita é in gran parte il risultato del contesto socio-tecnico in cui il progetto si sviluppa, la discussione articola una tesi su una possibile funzione altra degli architetti disposti a sporcarsi le mani con i processi realizzativi e la manodopera interessata. Tale tesi é incentrata sulla visione del progetto non tanto come fine quanto come mezzo per contribuire in modo strategico allo sviluppo di risorse tecno-logiche, particolarmente in regioni a basso reddito sottoposte a forti pressioni di urbanizzazione.

L'idea alla base di tutto ciò é che adeguando scelte tecnologiche, dettagli costruttivi e metodi di rappresentazione alle necessità di apprendimento della forza lavoro, in maniera industrialmente coordinata e culturalmente avvertita, é possibile migliorare non solo le prestazioni di quanto costruito ma anche gli standards generali del settore nonché le condizioni socio-economiche di chi in cantiere lavora.

Appuntamento: mercoledì 23 maggio 2012 ore 17.30-19:00
Politecnico di Torino, Castello del Valentino Aula 1a, viale Mattioli 39, Torino
web: www.polito.it/crd-pvs | www.asfpiemonte.org

Con il patrocinio dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Torino.


Paolo Tombesi Diplomato in architettura a Roma e a Los Angeles, Paolo Tombesi occupa la cattedra in costruzione all'Università di Melbourne, dove insegna innovazione tecnologica, politiche industriali e cultura del lavoro in edilizia. Collabora anche con l'Ecole Polytechnique Federale di Losanna e il Centro per l'Innovazione Progettuale all'Università di Reading, in Inghilterra. Dal 2005 al 2009 ha insegnato al Politecnico di Torino sotto l'egida del programma Rientro Cervelli del governo italiano e, nel 2007 e nel 2010, ha fatto da valutatore della ricerca in architettura per il governo australiano. Da molti anni il centro dei suoi interessi disciplinari è occupato dal rapporto tra la dimensione intellettuale del progetto edilizio e gli aspetti socio-tecnici della sua realizzazione. Nel 2000 ha vinto il premio del Journal of Architectural Education per un articolo sulla ristrutturazione industriale della pratica architettonica e, nel 2005, ha ricevuto il premio di ricerca dell'istituto degli architetti australiano per il libro Looking Ahead: Defining the Terms of a Sustainable Architectural Profession. Sono decenni che si interroga, insieme a Riccardo Vannucci, sulla funzione dell'architettura e sul ruolo degli architetti.

Riccardo Vannucci / FAREstudio Formatosi come architetto in Italia, Riccardo Vannucci consegue un PhD in Progettazione Architettonica presso l'Università La Sapienza di Roma. Dal 1985 al 1995 lavora come consulente progettuale in Italia, Africa e Medio Oriente. Nel 1995 è co-fondatore di deStudio, una struttura di integrated design che guida per 10 anni fino al 2006, quando fonda autonomamente una nuova realtà, FAREstudio, che da allora ha iniziato a ricevere numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Fondato a Roma nel 2006, FAREstudio è impegnato principalmente su progetti di architettura sociale in contesti dove, purtroppo, innumerevoli sono le comunità svantaggiate che potrebbero vedere migliorate le proprie condizioni di vita da un adeguato intervento sull'ambiente costruito. FARE si propone di andare oltre la mera propensione individuale a interessarsi di tematiche sociali, mettendo in gioco anche e soprattutto le specifiche competenze ed esperienze professionali di un team organizzato e strutturato. FARE persegue un approccio concreto e materiale all'architettura, un obiettivo esplicito sin dalla programmatica denominazione dello studio.

I seminari sono organizzati da: Politecnico di Torino - Centro di Ricerca e Documentazione in Tecnologia, Architettura e Città nei Paesi in via di sviluppo (CRD-PVS) Il CRD-PVS si è costituito nel 2003 all'interno del Dipartimento Casa-Città del Politecnico di Torino dopo un'esperienza ventennale di ricerca, didattica e sperimentazione nel campo dell'habitat nei Paesi in via di sviluppo, emergenti e di nuova industrializzazione. Svolge attività di ricerca, formazione, progettazione, cooperazione internazionale e divulgazione scientifica attraverso pubblicazioni ed eventi (seminari, mostre e workshop). Il Centro coordina un Corso di perfezionamento di III livello in Habitat Tecnologia e Sviluppo ed offre un servizio di documentazione rivolto a studenti e studiosi sui temi della riqualificazione urbana, la conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e ambientale e i nuovi interventi edilizi nei Pvs. 

Architettura senza Frontiere Piemonte onlus fa parte della rete italiana delle associazioni "Architettura senza Frontiere", che aderisce al network internazionale Architecture sans Frontie'res. Interviene con progetti di cooperazione decentrata e sviluppo locale nelle situazioni di emergenza sociale, urbana e territoriale. L'architettura è intesa come un processo di inclusione e sviluppo sociale, condiviso con i beneficiari, con l'obiettivo dell'autosufficienza delle comunità.

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