Yung Ho Chang - Five Projects

Alla Scuola di Architettura Civile, Campus Bovisa un appuntamento dedicato a Yung Ho Chang, considerato uno dei più importanti architetti cinesi e che sarà presente all'incontro.

I suoi progetti, impegnati sul fronte della sostenibilità e dell'innovazione interdisciplinare, affrontano le diverse scale del progetto di architettura dall'edificio al disegno urbano fino a occasionali incursioni nel design. Five Projects esplora cinque temi ricorrenti nel suo lavoro: tradizione, micro-urbanismo, progetto culturale, materia, percezione.

La sua ricerca interdisciplinare si concentra sulla città, sui materiali da costruzione e sul rapporto con la tradizione, spesso coniugando l'attività di ricerca con i progetti professionali. Mentre la maggior parte degli architetti cinesi subisce un'occidentalizzazione associata all'ideologia consumistica, scegliendo una standardizzazione culturale che rifiuta l'ibridazione del contemporaneo con l'eredità storica urbana, Chang è stato uno dei primi (e dei pochi) a porre la questione cruciale dei rapporti necessari fra trasformazione, storia e tradizione, tra sviluppo urbano e salvaguardia ambientale, dimostrando con i suoi progetti la necessità di preservare la stratificazione e la complessità della città, salvaguardandone anche le culture e i comportamenti.

È forse la figura più interessante, insieme all'amico Wang Shu (Premio Pritzker 2012), dal punto di vista della riflessione critico-teorica sull'architettura cinese contemporanea e dell'elaborazione di strategie d'intervento sulla città e sul paesaggio alternative a quella dominante della "tabula rasa". In assenza di un'architettura moderna che non sia stata d'import, Chang ha posto la questione dell'identità nell'architettura cinese contemporanea rifiutando di importare linguaggi e modelli convenzionali occidentali come alternativa agli stili tradizionali cinesi.

La questione del linguaggio, tuttavia, non è intesa come mera trasformazione degli stili tradizionali ma nella sfida con le istanze cruciali del paese, come la preoccupazione per le ripercussioni ambientali della vertiginosa modernizzazione e la snaturalizzazione dei caratteri geografici e storici dell'insediamento, che sollecitano l'interazione tra tecniche costruttive tradizionali, riciclo dei materiali provenienti dalle ingenti demolizioni e metodi che, sostanzialmente, sono low-tech ma che rielaborando figure e tipologie della tradizione possiedono un alto tenore di significati.

Invece di rincorrere o celebrare le insolubili condizioni di alta densità, velocità, caos che definiscono la città del Boom economico, Chang è interessato a negoziare soluzioni che promuovano una diversa visione della costruzione della città, indagando le figure, le strutture spaziali e i caratteri dei luoghi per sostituire all'attuale "città di oggetti" un'esperienza più ricca e complessa dello spazio urbano e architettonico.

Yung Ho Chang - Five Projects

Introduced by
• Laura Anna Pezzetti - Politecnico di Milano

Greetings

• Giovanni Azzone, rector of Politecnico di Milano
• Stefano Della Torre, head of ABC Department of Architecture, Built Environment, Construction Engineering

The Opportunity of a Sino-Italian Platform for Innovation
• Giuliano Noci, rector's Delegate for China

Post-Euphoria Architecture in China
• Laura Anna Pezzetti, Politecnico di Milano

Five Projects
• Yung Ho Chang, M.I.T and Tongji University

Conclusions
• Angelo Torricelli, dean of the School of Architettura Civile

locandina

Appuntamento: giovedì 11 aprile 2013, h.18.00
Scuola di Architettura Civile, Campus Bovisa, Aula De Carli, Via Durando, 10 - Milano.

È richiesta la registrazione: www.polimi.it/eventi/

Il primo incontro tra l'architettura di Chang e il Politecnico di Milano è avvenuto all'interno della mostra "Architettura Cinese contemporanea: tradizione e trasformazione/Chinese Contemporary Architecture: Tradition and Transformation. Yung Ho Chang, Wang Shu, Liu Jakun, Zhang Lei" a cura di Laura Anna Pezzetti (catalogo Clup 2006, Maggioli 2012).


Yung Ho Chang (Pechino, 1956)

fondatore con la moglie Lijia Lu dell'Atelier Feichang Jianzhu (FCJZ) di Pechino è stato il Direttore del Dipartimento di Architettura del MIT (2005 al 2010) e, precedentemente, della Peking University. Ha insegnato in diverse università americane e tenuto la Kenzo Tange Chair at Harvard (2002) e la Eliel Saarinen Chair at Michigan University (2004). Attualmente insegna al MIT e alla Tongji University di Shanghai.

FCJZ ha partecipato a numerose mostre internazionali di arte e architettura, tra le quali ricordiamo le Biennali di Venezia e quella al Victoria and Albert Museum a Londra, e ha ricevuto numerosi premi tra i quali il Progressive Architecture Citation Award nel 1996, il premio dell'Unesco per la Promozione delle Arti nel 2000 e l'Academy Award in Architecture dalla American Academy of Arts and Letters nel 2006. Dal 2011 è membro della giuria del premio Pritzker.

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