Guido Guidi. Cinque paesaggi, 1983-1993

a cura di Antonello Frongia

Guido Guidi avvia l'esplorazione del paesaggio contemporaneo negli anni Sessanta. Da allora non smette di seguire le regole del suo approccio fotografico: etica della descrizione, predilezione per luoghi modellati da culture dell'abitare "spontanee", sequenze di scatti caratterizzate da unità di luogo o di tempo. Materiali poveri che nelle mani di Guidi si trasformano in immagini nuove, capaci di interrogare l'atto stesso del vedere. Un metodo di lavoro che il fotografo ha sviluppato attraverso l'esercizio costante dell'occhio, spesso nell'ambito di incarichi di "documentazione" del territorio e del paesaggio.

La mostra, che si inaugura il 19 settembre all'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, è la prima personale di Guido Guidi a Roma e affronta il periodo inaugurale di una ricerca, avviata da Guidi nel 1982-1983, caratterizzata dal passaggio a una macchina fotografica di grande formato; con essa avvia l'esplorazione di paesaggi collocati lungo un asse geografico che dal circondario cesenate - luogo di nascita e di residenza del fotografo - si prolunga verso nord sino a Venezia, la sua città adottiva, e alle prealpi venete.

Lungo questo tragitto, compiuto settimanalmente per anni, Guidi ha fotografato dapprima autonomamente, quindi sulla scorta di incarichi ricevuti dal Dipartimento di Urbanistica dell'Università IUAV di Venezia, dando vita ad un corposo archivio di immagini in grandissima parte inedite. Da questo viaggio ripetuto e dai progetti sviluppati nel corso degli anni, emergono diversi paesaggi che la mostra seleziona come altrettanti nodi di una precoce sezione della geografia italiana: il paesaggio campestre e agrario della provincia di Cesena, quello lineare della via Romea, quello dell'urbanizzazione diffusa fra Mestre Padova e Treviso, quello industriale di Porto Marghera, e infine quello storico del Monte Grappa, teatro della Prima Guerra Mondiale.

Le 138 fotografie in mostra, in virtù del loro stile "documentario", forniscono una descrizione accurata e anti-retorica di luoghi considerati marginali dall'iconografia ufficiale; allo stesso tempo, a distanza di trent'anni esse assumono già un inestimabile valore storico a fronte delle rapidissime trasformazioni subite dal paesaggio e nel contesto della rinnovata attenzione portata su di esso dalla cultura urbanistica e paesaggistica. Questo corpus fotografico testimonia le fasi e i temi della costante ricerca di Guidi sul linguaggio fotografico, ovvero lo sviluppo di un pensiero visivo per il quale fotografare è anzitutto cercare soluzioni possibili al problema del guardare.

Parallelamente, una selezione di quaranta opere è esposta a Lugano presso Photographica FineArt Gallery; le fotografie si confrontano con la dimensione della galleria privata, dove sono esposte, a cura di Marco Antonetto, opere di artisti americani il cui lavoro dialoga con la ricerca visiva di Guido Guidi.

La mostra approda infine a Cesena, nello spazio espositivo del Dipartimento di Architettura dell'Alma Mater Studiorum, Università di Bologna. Già dallo scorso anno il Dipartimento e l'ICCD collaborano per iniziative di ricerca sui temi del paesaggio contemporaneo; la mostra offre così un'occasione importante per continuare a sondare dimensioni concettuali e figurative del territorio italiano.

Periodo espositivo: 20 settembre - 29 novembre 2013
Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione - Roma.

Inaugurazione: mercoledì 19 settembre 2013, ore 18.00.

Sede: Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, via di San Michele 18 - Roma.

Info: www.iccd.beniculturali.it

LE ALTRE TAPPE:
Lugano, Photographica Fine Art Gallery (selected works), 10 ottobre - 30 novembre 2013
Cesena, Chiesa dello Spirito Santo, 17 dicembre 2013 - 19 gennaio 2014

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