Nel 1968 in piena guerra del Vietnam si raffigurava al mondo uno scenario apocalittico, così magistralmente raccontato in 'Apocalypse Now' di Francis Ford Coppola in 'Platoon' e 'Born on the Fourth of July' di Oliver Stone e in ' Full Metal Jacket ' di Stanley Kubrick - le scene vivide di violenza manifestano uno scontro simbolo di una disfatta, un urlo di una generazione contro la guerra, innumerevoli fratture politiche di un occidente che si piega ed un est Asiatico che entra nella memoria collettiva.
Il Vietnam diventa un'icona. Ricordare e parlarne accende una profonda ferita. Se la democrazia negli Stati Uniti viene messa in discussione, come mai prima d'ora, il Vietnam diventa lo incontrastato impenetrabile esempio di un determinato immaginario.
Il fascino e la paura dell'ignoto l'hanno accompagnato a noi, sviluppandone un'estetica ed un profondo senso di mistero. Fatto di lunghi silenzi interrotti dal chiasso dei motorini e della febbrile circolazione, ritornando in paesaggi estesi nei quali perdersi dentro risaie o nelle vie convulse delle città, tra i volti delle persone, fino ad arrivare in una barca che lentamente risale il fiume - enucleare un paese, magari facendone scoprire un altro è il magistrale racconto realizzato da Arena dell'odierno Vietnam.
Il suo viaggio è il percorso di un occidentale che scopre se stesso, raccontando ciò che vede svelando fortemente la sua intimità in un viaggio interiore nel quale convergono documentazioni e visioni - a tratti sublimi - di un paesaggio, di un popolo e delle sue abitudini. Nel suo Vietnam, c'è un immaginario personale nel quale a tratti la nebbia, e gli scenari, dell'Est Asiatico convergono con il Veneto.
Tutti i volti dei protagonisti, delle foto di Arena, sono delle presenze distanti, degli attori secondari di un continente romantico. Al contrario i paesaggi evocano la documentazione di implicazioni: culturali, politiche, personali e le radicali trasformazioni della comunità vietnamita. Il risultato è un'esperienza di lettura della serie che dà la sensazione di scavare sotto la superficie di queste immagini, rivelandone non solo la natura di fotografia di paesaggio ma l'essenza stessa di un territorio. I
I paesaggi ci raccontano di un Vietnam a tratti malinconico, a tratti colorato e misterioso. I grandi vuoti urbani e paesaggistici si intervallano con la densità ed il caos delle grandi città. Siamo proiettati in un viaggio nel quale i soggetti immortalati alimentano la consapevolezza estetica ed incoraggiano il distacco emotivo; rivelandoci un'assenza temporale.
Inaugurazione 22 maggio 2014 dalle ore 19.00
Galleria d'arte contemporanea, piazza Mazzini 27 - 00195, Roma
web www.gianpaoloarena.com | www.anteprimadartecontemporanea.it
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