Architetture in uniforme

Mostra al MAXXI a cura di Jean Louis Cohen

Sperimentare nuovi materiali e tecniche costruttive, inventare forme di mimetizzazione, progettare strutture gigantesche per la produzione e i test bellici ma anche per i campi di concentramento, modernizzare le tecniche costruttive e il modo di lavorare, usare l'informazione e la propaganda, salvare i monumenti dai bombardamenti. La mostra Architettura in uniforme. Progettare e costruire per la seconda guerra mondiale, al MAXXI dal 19 dicembre 2014 al 3 maggio 2015, esplora che cosa è successo all'architettura durante la Seconda Guerra Mondiale e i diversi modi in cui gli architetti sono stati coinvolti e hanno lavorato, in ogni Paese.

A cura di Jean Louis Cohen, Architettura in uniforme è stata concepita e realizzata dal Canadian Centre for Architecture di Montreal, e adattata dalla Cité de l'Architecture et du patrimoine a Parigi e dal MAXXI a Roma.

Germano Facetti, Taccuino di disegni realizzati durante il periodo di prigionia nel campo di Gusen, 1944-1945. Fondo Germano Facetti - Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea 'Giorgio Agosti', Torino

La mostra, organizzata nell'edizione italiana dal MAXXI Architettura diretto da Margherita Guccione, si basa su decenni di ricerche d'archivio e sul campo, e racconta una fase di grande ricerca e profonda trasformazione dell'architettura quando tra il 1939 e il 1945 tutti e quattro i continenti furono messi a ferro e a fuoco dalla Seconda Guerra Mondiale.

Palermo, veduta delle rovine di Porta Felice danni di guerra, 1943 Gelatina al bromuro d'argento su carta ICCD Fondo Ministero della Pubblica Istruzione Soprintendenza ai Monumenti

Molti gli architetti che partecipano ai combattimenti, mentre altri continuano la loro attività professionale mettendola al servizio delle necessità del momento. La modernizzazione tecnica iniziata negli anni Venti viene portata avanti con ricerche e programmi innovativi, la guerra "sfrutta" ogni forma di competenza architettonica: tecniche costruttive, visive, organizzative e manageriali.

Alcuni tra i più importanti architetti del Movimento moderno sono coinvolti direttamente in progetti per i vari programmi bellici: da Auguste Perret e Le Corbusier a Walter Gropius, Mies van der Rohe, Richard Neutra e Louis Kahn. Loro disegni originali sono esposti in mostra.

Con l'ideazione di edifici giganteschi, come il Pentagono o la fabbrica di Oak Ridge dove fu costruita la bomba atomica, e la pianificazione di interi territori proibiti, cambiano le dimensioni della progettazione, cambia la stessa progettazione urbana, architettonica e paesaggistica che ebbe un ruolo importante anche nell'ambito di imprese criminali come i campi di Auschwitz.

Dal 1945 l'architettura moderna regna incontestata in tutto il mondo, salvo, per un breve periodo, nel blocco sovietico: vengono tracciati piani per il futuro del mondo e disegnate le planimetrie di città nuove. Dopo il conflitto gli architetti applicano a scopi residenziali e urbani i metodi elaborati in quegli anni, rendendo evidente come la guerra avesse trasformato non solo il modo di progettare e costruire gli edifici, ma il modo stesso di pensare.

Mario Fiorentino, con Nello Aprile, Cino Calcaprina, Aldo Cardelli e Giuseppe Perugini, Sculture Mirko Basaldella e Francesco Coccia, Monumento alle vittime del massacro delle Fosse Ardeatine, 1944-1949. © Collezione MAXXI Archittetura, Fondo Mario Fiorentino, MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma

«Più che chiarire le vicende di un momento storico trascurato dalla maggior parte dei racconti storici, e di evidenziare progetti sconosciuti o interpretati solo in maniera parziale, la mostra mette in evidenza la sfida etica che la guerra ha rappresentato per gli architetti. - dice Jean-Louis Cohen curatore della mostra - Dai criminali di guerra, come Albert Speer, ai resistenti come il Polacco Szymon Syrkus, il quale è sopravvissuto lavorando come progettista del lager di Auschwitz, viene percorso l'ampio spettro delle esperienze umane di quegli anni».

«Questa mostra rende molto bene l'idea di come è necessario uscire dagli stereotipi della storia e riaccendere l'attenzione su un momento cruciale per l'architettura del 900 e per i suoi effetti sulla cultura successiva. - dice Margherita Guccione, direttore MAXXI Architettura - Il ricchisssimo percorso espositivo sulla mobilitazione degli architetti negli anni della guerra, integrato in questa edizione da molti materiali italiani, è il risultato di una grande ricerca e della collaborazione del Museo di architettura con due tra le più prestigiose istituzioni internazionali, il CCA di Montreal e la Citè de l'architecture di Parigi».

Un immenso repertorio di esperienze compone il racconto della mostra, organizzato in 14 temi che ne costruiscono il percorso e illustrano quanto furono varie le attività architettoniche condotte dalle nazioni belligeranti, dagli Stati Uniti al Giappone, dal Regno Unito alla Francia, dalla Germania, alla Polonia e l'URSS.

Un'enfasi particolare viene dedicata all'Italia, sia prima che dopo l'armistizio del 1943, raccontata da video d'epoca, fotografie, progetti, documenti, tra cui le immagini del David di Michelangelo avvolto da protezioni contro i bombardamenti, i taccuini di Bruno Zevi e Ludovico Quaroni, i progetti per Tirana di Gherardo Bosio, la Littorina (la bicicletta realizzata in alluminio e legno per ovviare alla mancanza di metalli utilizzati per gli armamenti), il Monumento ai caduti delle Fosse Ardeatine di Mario Fiorentino e Giuseppe Perugini, e molto altro.

I 14 temi della mostra: Architetti in uniforme - Guerra alle città nelle città - Il fronte interno e l'autarchia - Il fronte industriale: produrre e dare alloggio agli operai - Fortificazioni e progetti di guerra - La protezione antiaerea - Il camouflage, ovvero disegnare l'invisibile - Al servizio della comunicazione - Quattro macro progetti - Architetture dell'occupazione - Architetti e prigionieri - Processo di Norimberga - Immaginare il dopoguerra e riciclare le tecnologie militari - Architettura della memoria.

Completa il progetto il libro, pubblicato in francese e in inglese Architecture en uniform. Projeter et construire pour la seconde guerre mondiale / Architecture in Uniform. Designing and Building for the Second World War, CCA (Montreal) e Hazan (Paris), 2011. Il catalogo è stato realizzato anche grazie al generoso supporto del "Graham Foundation for Advanced Studies in the Fine Arts".

Appuntamento: 19 dicembre 2014 - 3 maggio 2015
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.

Orario di apertura: 11.00/19.00 (mart, merc, giov, ven, dom) | 11.00/22.00 (sab) | chiuso il lunedì

web fondazionemaxxi.it

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