L'Accademia Nazionale di San Luca dà appuntamento a venerdì 10 aprile per una lezione del prof. Francesco Cellini su "Usi e interpretazioni di un monumento antico: Il Mausoleo di Augusto a Roma".
Nel corso del lungo lavoro di progettazione e di studio per la realizzazione del progetto per piazza Augusto Imperatore, è stato necessario ripercorrere le vicende che hanno caratterizzato la storia del monumento, del suo significato e del suo rapporto con la città.
Se ne propone una narrazione che segue due distinti fili conduttori: il primo è l'evoluzione del suo uso che, dal I secolo d.C. ad oggi, subisce numerosissime e contrastanti variazioni; l'altro è la successione delle diverse interpretazioni sulla sua natura e conformazione, che sono state avanzate almeno a partire dai primi del Cinquecento e che ne hanno in parte orientato la trasformazione.
Due sequenze parallele che conducono a considerazioni distinte ma strettamente intrecciate che inducono a una riflessione generale sul destino dei manufatti antichi nel mondo contemporaneo.
Originariamente tumulo sepolcrale e simbolo dinastico della famiglia imperiale Giulio-Claudia, il monumento viene edificato assieme ad una complessa sistemazione monumentale e paesaggistica suburbana; poi si trasforma in fortezza di una delle famiglie feudali più aggressive del violento Medioevo romano; poi, ancora, viene attorniato e quasi obliterato dal crescente tessuto edilizio della città rinascimentale. Assume allora nuove funzioni, progressivamente sempre più pubbliche.
Negli anni sarà giardino antiquario, locanda, luogo per spettacoli, plaza de toros, arena per feste; poi, dotato di una copertura, auditorium musicale, uno dei luoghi più importanti e frequentati della città novecentesca. Con gli anni '30 del secolo scorso il Mausoleo viene però a trovarsi al centro di una radicale trasformazione urbana che lo utilizza proprio per il suo portato storico e ideologico. Quindi, perso ogni contatto col suo intorno urbano antico ed in conflitto con quello nuovo, incapace di accoglierlo, torna ad essere quel che era all'origine, se non peggio: non più spazio pubblico, ma monumento muto, isolato, infine abbandonato, trascurato, nemmeno più accessibile.
Ma la storia dell'Augusteo non è soltanto di trasformazioni edilizie, urbane, di senso e uso: è ricchissima di indagini, rilievi, esplorazioni, prospezioni, incuriosite dalla sfuggente natura e dalla grandiosità del manufatto, e di tentativi di interpretazione e ricostruzione, taluni molto significativi. Infatti, con uno spirito che non è del tutto improprio definire modernamente scientifico, si impegnano in quest'opera, fin dai primi anni del Cinquecento, artisti e progettisti come Peruzzi, Pirro Ligorio, poi Piranesi ecc. Insieme ad essi, ci lavora una quantità di cultori, all'inizio dilettanti o collezionisti e poi, progressivamente, veri e propri studiosi e insigni archeologi.
In ultimo, proprio per la sua dialetticità, esso ha influito non poco sulla realtà, determinandone talvolta proprio gli aspetti più negativi. Ha interagito insomma con i vari progetti di sistemazione e riuso che si sono succeduti. Allora come ora: nulla infatti è, se non di parte. E di parte è, in realtà, il progetto attuale, che lavora contro l'idea, molto resistente e diffusa, che l'antico debba essere conservato proprio per lasciarlo alla pura e feticistica contemplazione pubblica: come un oggetto lontano e venerabile, astratto dalla vita urbana.
Di tutto questo se ne parlerà con il prof. Francesco Cellini, venerdì 10 aprile 2015 ore 17.30,
Accademia Nazionale di San Luca, piazza dell'Accademia di San Luca 77 - Roma
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