Si rappresenta in Galleria Vittorio Emanuele a Milano un testo che narra le vicende legate alla costruzione della Galleria stessa. Ne è autore Gaetano Lisciandra, rappresentante dell'anima inquieta dell'architettura italiana.
"Ambizione, danaro, architettura e morte in una storia di magnificenza civile." E' questo il sottotitolo di un intrigante testo teatrale che racconta la complessa vicenda della costruzione della Galleria Vittorio Emanuele, nelle vicinanze di Piazza Duomo a Milano, che verrà rappresentato nella stessa Galleria (nell'ambito della rassegna "Apertamente", promossa dall'Urban Center del Comune di Milano) il prossimo 21 settembre.
Contestualmente alla rappresentazione, verrà presentato il libro, curato da Massimiliano Finazzer Flory e Silvia Paoli, "La galleria di Milano. Lo spazio e l’immagin" (SKIRA edizioni).
L'autore è una delle figure più brillanti ed inquiete dell'urbanistica italiana: parliamo di Gaetano (Tano) Lisciandra, architetto la cui firma si associa spesso a quella di Gae Aulenti (curano insieme, ad esempio, il Piano Regolatore Generale della città di Biella e quello di Maratea), molto conosciuto per le idee controcorrente che esprime sulle riviste di settore, con articoli tanto gradevoli alla lettura quanto "eretici" rispetto alle ideologie della conservazione (o della “imbalsamazione”) urbanistica.
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