articolo di ORAZIO LA ROCCA
«Un progetto fatto col cuore». L'ebreo Richard Maier, architetto di fama mondiale, ama presentare così l´ultima sua "creatura", la parrocchia di «Dio Padre Misericordioso», la chiesa del Giubileo di Tor Tre Teste dalle caratteristiche tre vele bianche rivolte a sud che sarà inaugurata il 26 ottobre prossimo.
[...] la chiesa sarà aperta al culto dopo poco più di 5 anni di lavoro e grazie all'investimento di circa 7 miliardi delle vecchie lire, in parte coperti dai proventi dell'8 per mille della Cei. A questa cifra va aggiunto il contributo di una ventina di sponsor, come l'Italcementi per le strutture, i Bulgari per gli arredi sacri e tante altre aziende che, gratuitamente, hanno fornito legni, vetri, vernici, luci, campane.
La posa della prima pietra risale al marzo del 1998. L'anno precedente, nel febbraio del 1997, Meier in Vaticano, spiegò al Papa il significato del suo progetto dicendo che «quelle vele bianche ci condurranno verso un mondo nuovo», il terzo millennio. Una espressione poetica con cui, sostanzialmente, l'architetto recepiva l'essenza della Tertio Millennio Adveniente, la lettera giubilare scritta da Wojtyla per guidare la «navicella» della Chiesa nel 2000.
Dopo 5 anni e mezzo di lavoro, la chiesa del Giubileo è una realtà creata in base un progetto architettonico che ha saputo coniugare «tradizione e futuro», spiega monsignor Ernesto Mandara, responsabile del Vicariato per le nuove chiese, che tiene a precisare che il complesso di Tor Tre Teste, pur avendo un respiro ecumenico e una predisposizione ad accogliere anche fratelli di altre religioni, ha nella croce il suo punto di riferimento.
Nei mesi scorsi ci fu qualche velata critica giornalistica a causa di una presunta mancanza di croci nella chiesa di Maier. «Non è vero - precisa Mandara - una grande croce è posta all'ingresso e un'altra domina l'altare maggiore», in un ambiente interno asimmetrico e caratterizzato da un gioco di luci naturali, attraverso la volta realizzata tutta in vetro. Un complesso parrocchiale originale, che ha i suoi tratti particolari «in queste tre vele dall'accentuata curvatura che - continua Mandara - danno alla struttura un senso di continuo movimento».
Tre vele concepite dall'estro di Meier, ma tenute in piedi grazie ai calcoli dell'ingegnere - architetto Antonio Michetti, per anni assistente di Pierluigi Nervi ed oggi docente alla facoltà di architettura di Valle Giulia. «In questa chiesa per la prima volta - spiega Michetti - è stato applicata la tecnica del cemento armato precompresso: una novità assoluta nel suo genere. Mai prima d'ora questa tecnica era stata applicata ad un complesso così imponente, ed i risultati sono stati eccellenti».
L´inaugurazione della nuova chiesa di Tor Tre Teste, in un certo senso, è l´ultima grande celebrazione del Giubileo del 2000. Nello stesso tempo, fa compiere, in qualità e valore architettonico, un grande passo in avanti al progetto delle 50 nuove chiese per la periferia romana, tanto caro al cardinal vicario Ruini, e che ha in altri complessi parrocchiali altri siti religiosi di particolare valore, come la chiesa di S.Francesco di Sales, all'Alessandrino, dell'architetto Lucrezio Carbonara, o la chiesa del Santo Volto di Gesù alla Magliana dell'architetto Piero Sartogo. «La periferia romana non può che trarre vantaggio e riscatto anche da questi nuovi complessi religiosi», commenta l'architetto Marco Petreschi, presidente del corso di laurea di architettura degli Interni alla facoltà di Valle Giulia e progettista della grande croce del Giubileo e del campus di Tor Vergata sede della Giornata mondiale della gioventù del 2000. «La chiesa di Meier, poi, è un´opera interessante, valida, che - conclude Petreschi - pur uscendo fuori dai canoni dell'architettura sacra, riesce ad adattarsi alla realtà della Roma di ieri e di oggi. Purtroppo, Meier non è stato altrettanto efficace col progetto per l'Ara Pacis».
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