Milano, Escher con le sue immagini senza fine approda a Palazzo Reale

Oltre 200 le opere in mostra del genio olandese e, per sognare: un'installazione di Studio Azzurro

Ha appena aperto i battenti e si preannuncia già un gran successo. È stata inaugurata al Palazzo Reale di Milano la mostra dedicata al genio olandese Maurits Cornelis Escher (1898-1972), incisore, intellettuale e matematico che ha colonizzato l'immaginario collettivo con le sue opere visionarie. Le sue visioni hanno incantato la fantasia di grafici, le menti di scienziati e influito su altri artisti e non sono mancati architetti che si sono lasciati ispirare dalle sue opere.

A Milano sono esposti tutti i capolavori di Escher, in tutto 200 opere, coma la Mano con sfera riflettente, Relatività (o Casa di scale), Metamorfosi e Belvedere, oltre a esperimenti scientifici, giochi e approfondimenti didattici che consentono ai visitatori di ogni età di comprendere le invenzioni spiazzanti, le prospettive impossibili, gli universi apparentemente inconciliabili che si armonizzano in una dimensione artistica unica.

 Maurits Cornelis Escher, Convesso e concavo - marzo 1955 Litografia, 27,5x33,5 cm. Collezione Giudiceandrea Federico. All M.C. Escher works © 2016 The M.C. Escher Company. All rights reserved. www.mcescher.com

A Escher, artista sui generis che amava dire "lo stupore è il sale della terra", si deve l'aver ampliato le possibilità immaginative di tutti coloro che hanno osservato e osservano la sua opera dove tutto è connesso: scienza, natura, rigore analitico e capacità contemplativa.

La partecipazione di Studio Azzurro con le "Scale sognanti"

Grazie alla collaborazione con Studio Azzurro - da sempre un punto di riferimento della creazione artistica legata alle nuove tecnologie - lungo il percorso di mostra, in una stanza quadrata scorrono, a diverse altezze, quattro rampe di scale.

Scale sognanti è una poetica istallazione - che suggerisce l'opera di Escher Relatività (o Casa di scale, 1953) - dove un universo profondo affonda sotto i piedi del visitatore. Tra le scale compaiono piccoli animali, sfuggiti alle metamorfosi escheriane.

L'esperienza interattiva catapulta il visitatore in uno spazio popolato d'immagini, ma d'un tratto le scale si fermano e gli animali scompaiono. Cade dall'alto un oggetto, tocca una scala e rimbalza, cade più in basso e tocca un'altra rampa, rimbalza di nuovo finché scompare lontano nel vuoto. Una voce, intanto, racconta una brevissima storia. Quando l'oggetto ricompare fluttuando di fronte allo spettatore, ruota come il satellite di un pianeta, si deforma attraverso una lente e poi nulla: solo allora le scale riprendono il moto.

200 opere in sei sezioni

Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio

La sezione richiama l'attenzione su quegli ambiti scientifici dell'arte di Escher da cui non si può certo prescindere: la matematica e la geometria. La linea di confine tra Escher e i matematici è sottile e determinante; ma l'attrazione fu reciproca e felice. Il genio olandese, infatti, era l'unico in grado di dare un'immagine alle sue fantasie attirando a sé l'attenzione degli scienziati e iniziando col loro mondo uno scambio che non si fermò neppure dopo la sua scomparsa.

Galleria di stampe (1956) è una raffinata versione dell'artificio "dell'immagine nell'immagine" detto anche Effetto Droste (nome che deriva dalla scatola del famoso cacao olandese) che ha attirato gli scienziati in un dibattito protrattosi per quarantasette anni, senza che si riuscisse a risolvere un problema che pareva insolubile per la sua complessità enigmatica e per il mistero sul quale la stessa opera di Escher cercava di far chiarezza.

Maurits Cornelis Escher Altro mondo II - gennaio 1947 Xilografia a tre blocchi, 31,8x26,1 cm. Collezione Giudiceandrea Federico
All M.C. Escher works © 2016 The M.C. Escher Company. All rights reserved

L'Effetto Droste rende l'opera incompleta a causa della difficoltà di farla congiungere al centro. Escher lasciò uno spazio vuoto riempiendolo con la propria firma. Il mistero del ‘buco' lasciato da Escher e di come e se fosse possibile riempirlo, fu risolto da Henrick Lenstra, matematico dell'università di Leida solo nel 2003.

La formazione: l'Italia e l'ispirazione Art Nouveau

La prima sezione pone in risalto il rapporto di Escher con l'Art Nouveau. L'anello di congiunzione fra il futuro incisore, allora studente, e questa importante corrente internazionale fu il suo maestro, Samuel Jessurum de Mesquita. Uno degli elementi distintivi dello stile iniziale di Escher è la componente liberty che gli susciterà in lui il grande interesse per la tassellazione o divisione regolare del piano.

Non si può prescindere poi dall'approfondire il tema del rapporto stretto con l'Italia, dove Escher visse a più riprese tra il 1921 e il 1935: nella sezione sono riportati confronti con alcuni artisti contemporanei a Roma, dall'avanguardia futurista, al richiamo al simbolismo e al divisionismo. Un'attenzione particolare è dedicata a Giuseppe Haas Triverio (1889 - 1963), l'incisore svizzero - attratto non solo dai monumenti italiani ma anche dalla natura del nostro Paese - con cui Escher condivise molti viaggi nella nostra penisola che diedero vita a una cospicua produzione di opere.

Dall'Alhambra alla tassellatura

Momento scatenante nel percorso della creatività artistica di Maurits Cornelis Escher fu la seconda visita a L'Alhambra e Cordova nel 1936 che, dopo l'interesse per la tassellatura già ampiamente manifestato per via della formazione art nouveau, lo indusse a studiare con meticolosità le soluzioni decorative moresche caratterizzanti quello straordinario edificio. Fra le eccellenze in mostra e pezzo forte della sezione, infatti, è Flächenschmuck di Koloman Moser (1868-1918) pubblicata nel 1902: una sorta di prontuario delle arti applicate, punto di riferimento per tutto il movimento Art Nouveau europeo.

Superfici riflettenti e struttura dello spazio

Da sempre affascinato dalle superfici riflettenti, il primo autoritratto di Escher su specchi curvi è del 1921.

Maurits Cornelis Escher Mano con sfera riflettente - 1935 Litografia, 31,1x21,3 cm. Fondazione M.C. Escher All M.C. Escher works © 2016 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved

La sfera che riflette i raggi provenienti da tutte le direzioni dello spazio rappresenta tutto lo spazio intorno e gli occhi dell'osservatore sono sempre al centro: l'Io al centro del mondo è la sensazione che si sperimenta nell'interfacciasi con lo spazio e la luce riflessi. Così, l'Io è, lo scrive lo stesso Escher, il protagonista indiscusso al centro del mondo che gli gravita intorno.

Metamorfosi

La sezione prende il nome dall'opera Metamorfosi, uno dei capolavori assoluti nella produzione di Escher. L'opera mostra un turbinio di trasformazioni basate su diversi tipi di tassellature e assonanze logiche e formali che si concludono con la veduta di Atrani, il paesino della scogliera amalfitana, caro all'artista, che vi aveva trascorso il suo viaggio di nozze.

Escher aveva ritratto Atrani nel 1931. Mettendo le due incisioni in relazione tra di loro si può fare capire al pubblico che i paesaggi presenti nelle opere "concettuali" di Escher, successive al 1936, anno della sua dipartita dall'Italia sono, con poche eccezioni, paesaggi italiani. È come se Escher privato del paesaggio che lo affascinava, abbia trovato l'ispirazione in strutture mentali interiori, ma ancorate ai suoi ricordi del periodo italiano.

Economia escheriana ed Eschermania

L'ultima sezione si sofferma su quell'attività "quotidiana" di Escher, indirizzata più a soddisfare le esigenze del committente che gli interessi della sua ricerca artistica personale. Tuttavia, non per questo si tratta di opere di minore interesse. Come tutti i grandi artisti, Escher, per realizzare gli ex libris oppure i biglietti da visita dei più svariati committenti, non tradiva la propria arte, ma affrontava il tema con un approccio originale ed immediatamente riconoscibile. Infatti, questi lavori rappresentano per Escher ghiotte occasioni per sperimentare soluzioni che poi avrebbe utilizzato nei grandi capolavori.

Pink Floyd LP 1969 1969 Long Play, 31x31 cm. Collezione Giudiceandrea Federico All M.C. Escher works © 2016 The M.C. Escher Company. All rights reserved

Un esempio tipico è l'opera Larix che fu usata per illustrare una poesia di Hennriette Roland Holet (poetessa olandese che aderì nel 1917 alla rivoluzione di ottobre).

ESCHER

22 GIUGNO - 22 GENNAIO 2016

Milano, Palazzo Reale (P.zza Duomo 12)
ORARI: lunedì 14,30 - 19,30 / martedì - mercoledì - venerdì - domenica 9,30 - 19,30
giovedì - sabato 9,30 - 22,30

+ info: www.palazzorealemilano.it

La mostra, promossa dal Comune di Milano - Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, in collaborazione con la Escher Foundation, ed è curata da Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea. Una grande esposizione che vede come main sponsor M&G Investments.

pubblicato il: - ultimo aggiornamento: 

giu 22
gen 22

Milano, Escher con le sue immagini senza fine approda a Palazzo Reale Oltre 200 le opere in mostra del genio olandese e, per sognare: un'installazione di Studio Azzurro
Palazzo Reale, piazza Duomo 12, Milano

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