Per undici giorni il Padiglione di Barcellona di Mies van der Rohe sarà investito da una nuova atmosfera. Anna & Eugeni Bach hanno gradualmente cancellato tutti i materiali dell'edificio fino ad offrirlo al pubblico, lo scorso 16 novembre, ricoperto da una patina di vinile bianco. Etereo ed astratto invita a riflettere sul valore della materialità nell'interpretazione dello spazio.
La Fundació Mies van der Rohe ha promosso in questi anni il Padiglione come luogo di ispirazione e sperimentazione per le più innovative produzioni artistiche e architettoniche, si ricordano gli interventi di SANAA, Jeff Wall, Ai Wei Wei, Enric Miralles, Andrés Jaque, Antoni Muntadas. Quest'anno è il progetto "mies missing materiality" degli architetti finno-spagnoli Anna and Eugeni Bach a dargli una nuova vita.
L'8 novembre il Padiglione ha cominciato a perdere gradualmente la sua materialità attraverso una performance che i visitatori hanno potuto osservare grazie ad una piattaforma situata sulla spianata dell'edificio. Un processo di cancellazione che ha avuto il suo culmine il 16 novembre, quando è stato restituito al pubblico un edificio completamente bianco, un modello a scala umana rivestito in modo omogeneo.
L'edificio originale di Mies, di concezione pienamente moderna, lo è meno per quanto riguarda l'utilizzo dei materiali. Il tipico cemento ed il colore bianco sono completamente assenti, bensì vengono utilizzati tre tipi di marmo pregiati provenienti da Italia e Grecia e il travertino tipico dei monumenti romani.
Gli autori scelgono invece di annullare i materiali dell'originale, per rifarsi alla storiografia dell'architettura del XX secolo che vede nelle superfici bianche uno degli emblemi del nuovo modo di agire. Un tentativo, il loro, che cerca di trasformare il paradosso in esperienza per spingere il visitatore ad interrogarsi sul valore dell'originale, il ruolo della superficie bianca come un'immagine di modernità e l'importanza della materialità per la percezione dello spazio.
Proiettato in un'atmosfera immateriale e spirituale il Padiglione continua a cambiare vita, mantenendo il ruolo di opera fondamentale per la sperimentazione e la riflessione in ambito architettonico.
© Adrià Goula
© Adrià Goula
© Adrià Goula
Anna & Eugeni Bach
Anna & Eugeni Bach sono uno tudio finno-spagnolo con base a Barcellona. I loro interessi spaziano intorno a quattro attività: Professionale, portando avanti progetti pubblici e privati con il loro studio; Insegnamento, come professori associati all'ETSAB UPC, all'ETSALS URL e all'EINA UAB, e attraverso letture e workshop in molte università europee; Ricerca, come candidati PhD all'università e attraverso progetti e istallazioni che affrontano il tema dello spazio; e Cultura, attivi in diverse associazioni che promuovono il valore dell'architettura per la società, curando mostre e cicli di lezioni e collaborando al magazine-fanzine Aproximacions.
Maggiori informazioni:
http://miesbcn.com/project/mies-missing-materiality
pubblicato il:
Mies missing materiality. Il padiglione di Mies si tinge di bianco Barcellona, Padiglione Barcellona, Av. de Francesc Ferrer i Guàrdia, 7