È Adolfo Natalini il protagonista del sesto appuntamento di Paradigma. Il Tavolo dell'architetto, il progetto ideato da Sergio Risaliti e curato da Laura Andreini che invita celebri progettisti internazionali a raccontarsi attraverso un proprio "tavolo di lavoro" al Museo del Novecento di Firenze.
Per permettere di ripercorrere la sua storia, personale e professionale l'architetto pistoiese porta in mostra nel loggiato coperto del museo fiorentino una selezione dei suoi preziosi disegni liberati dalle pagine dei quaderni che lo hanno accompagnano in ogni momento della sua carriera e in ogni luogo.
La sua mano è instancabile fin dal 1954, anno in cui ha iniziato a mettere su carta, con minuziosa attenzione, tutto ciò che lo circonda. "Usavo i quaderni neri come uno studio portatile che mi permetteva di lavorare a casa e in viaggio, senza staccar mai l'apparecchio di ricezione delle idee - spiega Adolfo Natalini - Mi sembra così che la vita sia stata un'unica interrotta giornata di lavoro. Numeravo i quaderni e le pagine e mettevo quasi sempre la data sotto i disegni e gli scritti così da trasformarli in una sorta di diario illustrato".
E quindi schizzo dopo schizzo, quaderno dopo quaderno, si ritrovano i "progetti per "la memoria invece" (degli oggetti, della vita, dell'architettura), una serie di lavori tra arte e autoantropologia coi quali chiudevo il mio periodo di avanguardia col Superstudio e iniziavo il mio faticoso cammino d'avvicinamento all'Architettura", i progetti dello studio in via San Gallo e poi quelli dei Natalini Architetti dello studio al Salviatino.
"Negli ultimi anni (ho cominciato ad andare in ferie nel 1997) appaiono i quaderni estivi - ricorda Natalini - con pagine colorate ed acquerelli. Nei quaderni estivi figure, paesaggi e architetture si mescolano in una sorta di felicità infantile. È come se i confini tra le cose fossero finalmente scomparsi, come quelli tra i giorni e quelli tra memoria e progetto, resi liquidi dai colori dell'estate come i pigmenti dall'acqua. I quaderni (numerati come le loro pagine) danno un ordine ai pensieri, forse è solo un ordine cronologico, ma mi sembra l'unico ordine possibile, un po' come quello alfabetico per autore della mia biblioteca".
Pistoiese di nascita, Adolfo Natalini si trasferisce a Firenze negli anni dell'Università dove si laurea in Architettura. Nel 1966 fonda il gruppo d'avanguardia Superstudio che inaugura la stagione dell'Architettura Radicale e che lo porterà ad esporre le sue opere in una mostra al MoMa di New York nel 1972. Conclusa l'esperienza dei Superstudio, nel 1978, inizia la carriera da progettista. Tra le maggiori opere si ricordano: la ricostruzione della Waagstraat a Groningen, il Museo dell'Opificio delle Pietre Dure a Firenze, la Dorotheenhof sulla Manetstrasse a Lipsia, la Muzenplein a l'Aja, il Centro Commerciale di Campi Bisenzio, il Polo Universitario di Novoli, Boscotondo a Helmond, Het Eiland a Zwolle, Haverlej a Den Bosch, il Museo dell'Opera
Paradigma. Il tavolo dell'architetto è un progetto realizzato grazie a Manifattura Tabacchi (www.manifatturatabacchi.com) e con il sostegno di Sto, produttore di soluzioni per costruire sostenibile.
PARADIGMA. IL TAVOLO DELL'ARCHITETTO ADOLFO NATALINI
Museo Novecento
Piazza Santa Maria Novella, Firenze
12 luglio 2019 - 17 ottobre 2019
+ info: www.museonovecento.it
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