«Ho pensato: due facciate. Una, la minore, salendo la scalinata, con le porte per accedere alla chiesa. L'altra, la maggiore, accessibile solo allo sguardo e al vento: una facciata per l'aria, con ottanta finestre aperte sull'immenso, che è la dimensione del mistero... Altrimenti dove si dovrebbero sedere gli angeli?» [Gio Ponti]
Ricorre in questi giorni il cinquantesimo anniversario della costruzione della Concattedrale Gran Madre di Dio, a Taranto, costruita da Gio Ponti nel 1970 su commissione dell'Arcivescovo Guglielmo Motolese.
Per celebrarne la ricorrenza, la DGCC del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo - d'intesa con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia, il CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma, Gio Ponti Archives, il Comune di Taranto, l'Istituto di Studi Superiori Musicali "G. Paisiello" di Taranto, l'Associazione Chromophobia e il Do.Co.Mo.Mo Italia - promuove la mostra "Gio Ponti e la Concattedrale Taranto 1970-2020. Il sogno di una città, il sogno dei suoi cittadini e il sogno di Guglielmo e di Giovanni" allestita negli spazi del Museo Diocesano di Taranto.
All'interno dell'esposizione, per la prima volta, sarà visibile il ricco epistolario tra l'architetto e l'arcivescovo, testimonianza della tensione interiore di Ponti, il cui lavoro progettuale fu vissuto più come percorso spirituale che tecnico, mosso dal desiderio di offrire alla città un'architettura a servizio della fede e della liturgia.
"Non si tratta, nel costruire un tempio, di far aderire l'edificio della Chiesa allo stile di un'epoca - antica o moderna che sia - ma di far aderire l'edificio ecclesiastico a quella espressione della fede che ogni epoca accentua".
La mostra sarà aperta al pubblico non appena le misure di contenimento anti-Covid lo permetteranno.
L'iniziativa è il frutto di un accordo firmato a giugno 2019 dall'Arcidiocesi di Taranto, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto e dal Dipartimento di Scienza dell'Ingegneria e dell'Architettura del Politecnico di Bari e nasce come esito di una tesi di laurea realizzata da cinque giovani architetti dell'ateneo barese.
Le iniziative collaterali
Ad ottobre è stato pubblicato il libro "Gio Ponti e la Concattedrale di Taranto. Lettere al committente Guglielmo Motolese (1964- 1979)", a cura di Vittorio De Marco (Silvana Ed.).
Nella primavera 2021, invece, è previsto il convegno internazionale "Già Ponti e la Concattedrale Taranto 1970-2020. Protagonisti, liturgia, tutela e valorizzazione" patrocinato dall'Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto della CEI, da numerose Università nazionali e internazionali e dagli Ordini professionali della Provincia di Taranto.
Inoltre, il Comune di Taranto ha firmato un'intesa con l'Arcidiocesi cittadina per il ripristino delle vasche antistanti la Concattedrale, con l'obiettivo di recuperare l'idea originaria di Gio Ponti che aveva immaginato la sua opera come una nave con le vele spiegate che si specchiava nelle acque del Mar Ionio.
Il Comune conferirà la cittadinanza onoraria post mortem a Gio Ponti, esaudendo così un desiderio del grande architetto.
Il programma delle celebrazioni sarà pubblicato e costantemente aggiornato sui canali ufficiali:
- aap.beniculturali.it
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- youtube
foto: © Roberto Conte
GIO PONTI E LA CONCATTEDRALE DI TARANTO
Domenica 6 dicembre 1970 furono aperte, per la prima volta, alla cittadinanza le porte della Concattedrale di Taranto, uno degli edifici sacri realizzati da Gio Ponti.
Alla domanda su cosa fosse per lui costruire una chiesa, rispondeva: «Costruire una chiesa è un po' come ricostruire la religione, restituirla alla sua essenza».
Capolavoro dell'architettura contemporanea, unico nel suo genere, la realizzazione rappresentò una sfida per l'architetto, tanto che furono elaborati tre progetti.
Posata la prima pietra - il 29 giugno 1967 - a causa di una falda acquifera Ponti fu costretto ad adeguare il progetto e a sollevare la struttura, che acquistò in altezza.
L'opera venne ultimata in poco più di tre anni e da allora diventò un simbolo della città.
maggiori informazioni: concattedraletaranto2020.it
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