Termini70 - una mostra a sorpresa in stazione per celebrarne i 70 anni

I musei sono chiusi, le esposizioni sono sempre più lontane nei ricordi, le persone in giro, per lo più viaggiatori frettolosi in stazione, con valigia al seguito, fanno rientro a casa.

Ma ecco che, per i fortunati di passaggio a Roma, lo sguardo si ferma un attimo: nella principale stazione della Capitale c'è una scritta che recita "Termini70", una mostra a sorpresa tra i binari, organizzata dal Gruppo FS.

Perché?

La motivazione si ritrova tornando indietro, appunto, di 70 anni, al 20 dicembre 1950, quando venne inaugurato il nuovo scalo ferroviario della Capitale. Era un'Italia ancora ferita dalla guerra, che puntava alla ripresa, e l'avveniristica pensilina di cemento armato sulla facciata di piazza dei Cinquecento - che venne subito rinominata "Il Dinosauro" - segnalava una grande voglia di ricominciare, mista al desiderio di essere moderni, eleganti, lontani da monumentalità e retorica.

Nel 1947 viene bandito un concorso per la progettazione del fabbricato frontale della stazione Termini, per chiudere i corpi di fabbrica laterali e le pensiline, già realizzati prima della guerra secondo il progetto dell'architetto Angiolo Mazzoni.
Il concorso fu vinto ex-aequo dai gruppi formati da Montuori e Calini e da Vitellozzi, Castellazzi, Fadigati e Pintonello, che nel 1948 redassero insieme il progetto definitivo.
Questo si compone di quattro parti distinte, ognuna delle quali svolge una funzione specifica ed ha una propria articolazione formale: la pensilina, l'atrio, il fabbricato viaggiatori e la galleria.
fonte: atlantearchitetture.beniculturali.it

Cosa vedremo nella mostra?

I temi scelti sono ovviamente il viaggio, gli incontri, gli sguardi, gli arrivi e le partenze, simboli già presenti nel concetto stesso di stazione, ancor più in questo crocevia che ha visto corse dell'ultimo minuto, incontri casuali o programmati, saluti e lacrime di persone provenienti da tutto il mondo: in questo senso, Stazione Termini rappresenta infatti un contenitore di ricordi, esperienze e sogni, di chi arriva e di chi parte.

La mostra è album di questi frammenti, raccontati attraverso stampe e gallerie video: i volti, fissati sulle stampe o sui grandi teleschermi - provenienti dal passato, dai primi anni di vita della stazione - osservano i passanti di oggi dalle cinque installazioni metalliche distribuite per tutta la stazione.

Una timeline scenografica di 30 metri domina lo spazio dell'atrio che affaccia sulle mura Serviane regalando ai visitatori la possibilità di scoprire alcuni dei momenti più importanti per Roma Termini, a partire dalla sua inaugurazione per mano dell'allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

Il racconto sulla timeline evidenzia il ruolo centrale che la stazione ha ricoperto, spesso silenziosa testimone di episodi storici importanti non solo per Roma, ma per tutta l'Italia. Un'architettura che ha ispirato film celebri come "Stazione Termini" del 1953 di Vittorio De Sica fino alla visita del 1970 dell'Imperatore d'Etiopia Halié Selassié.

Il punto conclusivo della timeline è rappresentato dal 2020, un anno difficile per tutti, ma proprio per questa ragione la mostra intende simboleggiare una ripartenza per tutto il Paese, quando finalmente potremo riscoprire il piacere di viaggiare e di incontrarci.

di Elisa Scapicchio

maggiori informazioni: fsnews.it

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