In occasione del Giorno della Memoria, Triennale Milano dedica la sua programmazione digitale alla figura dell'architetto Alessandro Rimini (1898 - 1976) attraverso un approfondimento sul sito dell'Istituzione Magazine e sul suo canale Instagram.
Un omaggio che anticipa la cerimonia di assegnazione del diploma alla memoria di Alessandro Rimini a Liliana Rimini, figlia dell'architetto.
«Le opere di Rimini sono state portate a termine nonostante i vili attacchi perpetrati dal regime nazifascista in conseguenza dell'attuazione delle leggi razziali. Questo riconoscimento da parte di Triennale è solo un piccolo gesto, ma doveroso, verso uno dei protagonisti, purtroppo non abbastanza ricordato, della migliore architettura italiana della prima metà del Novecento» Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano
Chi è Alessandro Rimini, l'architetto geniale a cui venne tolta la paternità dei propri progetti
Alessandro Rimini nasce a Palermo, la sua famiglia è ebrea originaria di Venezia. Dopo aver vissuto in prima linea le atrocità della "Grande Guerra" si diploma Professore di disegno architettonico all'Accademia di Belle Arti della città lagunare.
Nel 1925 si trasferisce a Milano e per 10 anni - a parte una breve parentesi napoletana per dirigere la costruzione dell'Ospedale Cardarelli - con le sue architetture è uno degli artefici dei cambiamenti della città.
Tra le sue realizzazioni il cinema Colosseo di viale Montenero, il cinema Teatro Impero di via Vitruvio, e la Torre Snia in piazza San Babila (1935-1937), che con il suo stile asciutto rappresenta la svolta verso il moderno.
Ma nel 1938 arrivano le leggi razziali che gli impediranno di firmare i suoi stessi progetti. Saranno collaboratori "ariani" a farlo, e la paternità delle sue opere viene misconosciuta o addirittura negata. Accade con il cinema teatro Massimo di corso San Gottardo (oggi Auditorium Giuseppe Verdi), con il teatro Smeraldo (oggi sede di Eataly) e con il cinema Metro Astra di corso Vittorio Emanuele (oggi negozio Zara), di cui resta il l'atrio circolare con il lampadario in vetro di Murano, il doppio scalone e i mosaici Déco.
Il 15 marzo 1944 viene arrestato dalle SS per la delazione di un collega. Lo aspetta la detenzione a San Vittore, il campo di concentramento di Fossoli e il treno destinato ad Auschwitz. Alla stazione di Verona riesce a fuggire e, accolto da una famiglia poco lontana, riuscirà a nascondersi sotto falso nome fino alla fine del conflitto.
Nel dopoguerra Rimini ritorna a Milano e si dedica nuovamente alla professione. Tra i lavori più importanti, in piazza San Babila, l'isolato di Palazzo Donini, progettato con Ponti, Fornaroli, Soncini e De Min, i cinema Rivoli, Ariston e Corso, la sede della Metro Goldwin Mayer in via Soperga.
Nel 1956 si ritira a Rapallo dedicandosi solo al disegno, alla pittura, al restauro e all'antiquariato. Morirà a Genova nel 1976.
Per approfondire la figura dell'architetto Alessandro Rimini, segnaliamo l'articolo di Sarah Parker sul sito della Comunità ebraica di Milano
Alessandro Rimini, l'architetto dimenticato della Grande Milano
Torre Snia Viscosa, San Babila, Milano | per gentile concessione dell'Archivio Liliana Rimini - Tutti diritti riservati
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