«Memphis Again» la mostra dedicata al Gruppo che negli anni ottanta rivoluzionò il mondo del design italiano

a cura di Triennale Milano e Memphis Milano

di Elisa Scapicchio

Quella del Gruppo Memphis è una storia di geometrie, colori, pattern e contrasti di materiali, un capitolo fondamentale nell'evoluzione del design made in Itay che deve la sua fortuna alle idee visionarie di alcune delle menti più brillanti degli anni Ottanta: Ettore Sottsass (il capofila), Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini, Martine Bedin, Michele De Lucchi, Nathalie Du Pasquier e George Sowden.

A quel fenomeno così rivoluzionario, che si opponeva in maniera dirompente ai punti cardine dell'industria del tempo - minimalismo, funzionalismo, bianco e nero - è dedicata la mostra allestita negli spazi di Triennale Milano, in collaborazione con Memphis Milano, in concomitanza con il Salone del Mobile, la stessa manifestazione che vide il Gruppo presentare la prima collezione: era il 19 settembre del 1981.

Allora gli oggetti erano 55, progettati sotto la supervisione di Ettore Sottsass e la direzione artistica della sua compagna di allora, Barbara Radice.

La mostra, diretta e curata da Christoph Radl, allestita nella Curva di Triennale fino al 12 giugno 2022, conta invece oltre duecento pezzi, tra mobili e oggetti realizzati tra il 1981 e il 1986: librerie, divisori, vetrine, mobili da toilette, tavoli da pranzo, tavoli da appoggio, tavolini da caffè, scrittoi, sedie, poltrone, divani letto, lampade da tavolo, da parete, da terra, a soffitto, posaceneri, vasi per fiori, contenitori per frutta, accessori tessili, tappeti, nei materiali più diversi, legni, plastiche, laminati, vetri, ceramiche, porcellane, argenti, acciaio, tessuti.

Una rivoluzione a 360 gradi per quei tempi, caratterizzata da oggetti bizzarri e colori sgargianti che catturarono l'attenzione di un pubblico eterogeneo per la capacità di proporre un'alternativa a un design immaginato per risolvere problemi soprattutto funzionali industriali e che, invece, lasciando libero ogni designer di disegnare quello che voleva, senza alcuna restrizione, si schierava a favore dell'aspetto psicologico emotivo della disciplina.

foto © Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta

Senza essere un omaggio o una storicizzazione, la mostra, oggi come allora, riporta l'attenzione sulle possibilità espressive e culturali di un design oltre il marketing.

Nel 1981 Barbara Radice scrisse: "Memphis non nega l'utopia funzionale ma guarda alla funzionalità con occhio molto aperto, più da antropologo che da uomo di marketing. Funzionalità quindi non solo nel rispetto di alcune norme ergonomiche o delle statistiche di vendibilità ma anche nel rispetto della visione di una necessità pubblica, di una spinta storica".

Dal punto di vista allestitivo, gli oggetti sono, infatti, disposti in ordine cronologico, come in una sfilata che fa immergere e muovere il visitatore come se fosse su una passerella, in un'atmosfera da night club sulle note della colonna sonora di Seth Troxler.

Le pareti sono invece costellate di frasi proiettate, citazioni dei protagonisti, di critici, architetti e designer.

foto © Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta

Il nome del gruppo sembra essere nato dalle parole di una canzone di Bob Dylan - Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again - ascoltata durante un incontro informale tra i fondatori, a casa dello stesso Sottsass.

Seguirono altre riunioni, che videro di volta in volta proposti oggetti sempre più strampalati e colorati.

Il movimento basò il suo operare sulla provocazione e sul gioco del contrasto, tra passato e modernità, tra colori vivaci e richiami al kitsch e a figure geometriche pure.

Era infatti chiara la volontà di porre fine ad alcune convenzioni prese come assiomi, andando oltre le paure di trasgredire alla regola.

Lo stesso Sottsass, in quegli anni, dichiarò: "Il fatto è che ci è passata la paura: voglio dire la paura di dover rappresentare o di non dover rappresentare qualche cosa o qualcuno, siano élites o derelitti, siano tradizioni o cafonaggine. Ci è passata la paura che ci manda il passato e anche quella ancor più aggressiva che ci manda il futuro".

Il gruppo Memphis ha il merito di aver risidegnato le abitudini dell'abitare e di aver rivoluzionato le logiche e conquistato il mondo del design, continuando, ancora a oggi, a influenzare e ispirare l'immaginario del grande pubblico, dalla moda all'industria cinematografica e televisiva.

MEMPHIS AGAIN
18 maggio - 12 giugno 2022
Triennale Milano,   viale Emilio Alemagna, 6

Orari speciali Milano Design Week
da venerdì 3 giugno a domenica 12 giugno:
apertura prolungata delle mostre: 11.00 -21.00
(ultimo ingresso alle 20.00)
Lunedì 6 giugno Triennale resterà aperta al pubblico

Biglietti
12 euro(intero) / 10 euro(ridotto

+info: triennale.org

foto © Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta

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pubblicato il:

mag 18
giu 12

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