Triennale Milano compie cent'anni, e per celebrare l'importante traguardo inaugura una grande mostra - visitabile fino al 10 settembre - che, sotto l'ode alla "casa dolce casa", ricuce insieme pezzi di esposizioni passate, in un allestimento tutto nuovo.
Curata da Nina Bassoli (curatrice di Architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale) e allestita su progetto del giovane studio Captcha Architecture, Home Sweet Home trova ispirazione dalla storia dell'istituzione e delle sue Esposizioni Internazionali, per arrivare poi alla contemporaneità strutturando una riflessione sull'idea di casa e di abitare, da sempre argomenti privilegiati della ricerca di Triennale.
Non un percorso strettamente legato alla disciplina, ma un'analisi sul campo d'azione dell'architettura per rivolgersi a tutti, ponendo al centro dell'indagine la necessità di ristabilire una relazione diretta e coerente tra i nostri bisogni più autentici e gli spazi da progettare.
Articolata attraverso 10 ambienti site-specific e 5 sezioni tematiche, la grande mostra parte infatti dalla trasformazione dei ruoli di genere, passando per l'evoluzione del rapporto con la natura all'interno dello spazio domestico e fino alla crescente influenza della tecnologia sul modo di abitare, quasi esaspetata dopo i due anni di pandemia.
Le opere scelte evidenziano, così, le profonde trasformazioni del ruolo dell'architettura nella società contemporanea e presentano, al tempo stesso, i risultati di una ricerca tipologica, ma anche sociologica, scientifica, storica, artistica, politica, nonché una sperimentazione sui linguaggi architettonici comunicativi ed espositivi.
«Intima e universale al tempo stesso - ha sottolineato la curatrice Nina Bassoli - la casa è stata l'oggetto di indagine più sensibile ai cambiamenti culturali, politici e sociali, che, fin dalle prime Esposizioni Internazionali, passando per le sperimentazioni delle case nel Parco degli anni Trenta, l'ottimismo modernista della ricostruzione, il boom economico, le esperienze postmoderne, decostruttiviste e infine il pluralismo contemporaneo, si sono materializzati in sperimentazioni audaci in grado di veicolare nuovi linguaggi, nuove aspirazioni etiche e nuovi programmi per l'architettura. Oggi - continua - l'opera di architette, architetti e gruppi di ricerca contemporanei fa emergere con forza una nuova sensibilità, dove il lavoro di cura è da intendere come azione fondante dell'abitare, ovvero del processo di costruzione dello spazio e dell'architettura».
foto: © Melania Della Grave - DSL Studio
Vittorio Gregotti, Lodovico Meneghetti, Giotto Stoppino, Esempio di soggiorno in alloggio rurale, Sezione La casa e la scuola, Settore rurale, 12a Triennale, 1960. Foto Publifoto. Courtesy Triennale Milano - Archivi
L'allestimento firmato Captcha Architecture
5 sezioni tematiche e 10 installazioni
Il progetto di allestimento, realizzato da Captcha Architecture, riprende frammenti di allestimenti di mostre passate per rimetterli in campo in una nuova veste.
I dispositivi di supporto per le sezioni storiche sono così degli assemblaggi iperstatici composti da gambe provenienti da vari tavoli espositivi conservati nei magazzini di Triennale, riadattati con cura per dare loro una nuova opportunità di scena.
Le cinque sezioni tematiche riuniscono oggetti e materiali storici recuperati dagli archivi di Triennale per ripercorrere i cento intensi anni di attività dell'istituzione, dal 1923 al 2023.
- CASA LUDENS - a cura di Gaia Piccarolo - è dedicata ai temi del relax e della cura di corpo e anima
- LA NATURA È DI CASA - a cura di Annalisa Metta - indaga il rapporto tra natura e spazio domestico
- ABACO DI FINESTRE - a cura di Maite García Sanchis - esplora il tema della finestra come dispositivo di mediazione ambientale e di controllo
- L'ANGELO DEL FOCOLARE - curata dal gruppo di ricerca Sex & the City (Florencia Andreolae Azzurra Muzzonigro) - rilegge i ruoli di genere tradizionalmente legati alla sfera domestica
- CUCINARE ALL'ITALIANA 1923-2023 - a cura di Imma Forino - guarda alle trasformazioni che hanno interessato lo spazio della cucinain relazione ai mutamenti sociali.
Allo stesso modo, i dieci ambientisite-specific, caratterizzati da tematiche e linguaggi autonomi, si inseriscono in questo percorso e rappresenteranno delle vere e proprie mostre nella mostra.
- Il tema della cura e della stigmatizzazione di genere a esso legata viene affrontato dell'emergente gruppo di ricerca Sex & the City con un'installazionesarcasticamente intitolata CARO, BASTAVA CHIEDERE.
- Lo studio MAIO propone un prototipo di cucina urbana, URBAN K-TYPE, frutto di una profonda ricerca sul ruolo politico della cucina come luogo di emarginazione, di condivisione o, infine, di possibile emancipazione.
- In L'ARCHITETTURA DELLA LONGHOUSE, DOGMA propone una riflessione tipologica che descrive come la separazione tra spazi per la vita e per il lavoro, tra sfera pubblica, privata e rituale, sia una costruzione recente e per niente scontata.
- In ASSEMBLE LOVES FOOD, Assemble Studio inscena una tavolata con venti coperti, luogo della condivisione quotidiana del lavoro e del pranzo del collettivo, rivendicando il valore pragmatico, ma anche urbanistico e politico del progettare, del vivere e del costruire insieme.
- IL PARLAMENTO DELLE PIANTE D'APPARTAMENTO, un'installazione interspecie della paesaggista Céline Baumann, indaga il ruolo della natura all'internodelle mura domestiche e il senso della cura reciproca.
- LA GABBIA DEGLI ORSI. UN DIORAMA PER ESSERI UMANI è un'opera quasi teatrale di Matilde Cassani, che si interroga su come lo spazio aperto possa essere addomesticato.
- Il Canadian Center for Architecture propone UNA SEZIONE DI "A SECTION OF NOW", un estratto della mostra allestita recentemente a Montréal, che invita a riflettere su come l'architettura possa supportare i rapidi, radicali cambiamenti della nostra società, e la relativa instabilità di nozionicome famiglia, longevità, proprietà, lavoro, tecnologia.
- LIFESPAN è un'installazione spiazzante di disegni e dettagli realizzati da Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, che concepisce ogni progetto come una meticolosa opera di restauro e reinvenzione di una condizione preesistente.
- La mostra si chiude con TRASFORMARE,NON DEMOLIRE, incentrato sulle trasformazioni dei Grands ensemble francesi a opera di Lacaton & Vassal, un manifesto ecologico e politico della cura per una nuova vita oltre la demolizione.
- È, infine, riallestita INSIDE-OUT: LA FINESTRA SUL GIARDINO, opera concepita nel 1986 nell'ambito della 17ªEsposizione Internazionale da Diller + Scofidio per Il progetto domestico, e restaurata filologicamente dal Dipartimento di Conservazione e Restauro di Triennale Milano in collaborazione con la Scuola di Restauro di Botticino e con la supervisione dello studio Diller Scofidio + Renfro.
foto: © Melania Della Grave - DSL Studio
Ugo La Pietra, Poltrone con terminale, mostra "Dal cucchiaio alla città", 1983.Courtesy Archivio Ugo La Pietra
foto: © Melania Della Grave - DSL Studio
Maria Elisa Costa, Sergio Porto e Homero Leite, Sezione del Brasile, 13aTriennale, 1964. Foto: Publifoto. Courtesy Triennale Milano - Archivi
HOME SWEET HOME | mostra a cura di Nina Bassoli
Triennale Milano, viale Alemagna 6, Milano
12 maggio - 10 settembre 2023
orari
martedì - domenica | 11 -20
(ultimo ingresso alle 19)
biglietti
intero: 15 euro | ridotto: 12 euro
+info: triennale.org
pubblicato il:
Home Sweet Home, Triennale Milano celebra i suoi 100 anni con una mostra sullo spazio domestico tra documenti d'archivio e nuove installazioni
Triennale Milano, via Alemagna 6