Alla galleria d'arte Alfonso Artiaco, un'occasione per tornare a riflettere su Napoli a partire da una nuova cartografia, per indagare volti e territori ancora poco raccontati e scandagliati di una città sfuggente e spesso contraddittoria in un confronto aperto a linguaggi e a modi espressivi diversi.
La mostra espone i risultati del workshop internazionale promosso dalla Facoltà di Architettura "Luigi Vanvitelli" della Seconda Università degli Studi di Napoli e curato da Cherubino Gambardella, Francesco Jodice, Luca Molinari e Vincenzo Trione, Fabrizia Ippolito, che si è svolto dal 18 al 23 marzo 2005 proponendosi come occasione per mettere insieme modi di lavorare sui testi urbani difficilmente usati simultaneamente.
Antinapoli è l'inconscia effige capovolta della città. è quella parte del territorio che volta le spalle a Capri e alle isole, invertendo il sud con il nord.
Antinapoli è un laboratorio in cui la cultura del progetto si interroga problematicamente abbandonando ogni pretesa di fornire immagini e soluzioni rassicuranti.
Antinapoli è la dimostrazione che la realtà con le sue contraddizioni e creazioni supera di gran lunga il progetto e le sue proiezioni sul futuro possibile, un luogo di incontro tra alcune delle esperienze nel campo dell'architettura, arte e letteratura più giovani e sperimentali in Europa.
Antinapoli è un forum di confronto aperto alla città e insieme laboratorio in cui gli studenti sono parte attiva nella creazione di una grande immagine inquieta e variabile del territorio. Tutto questo si solidifica in un arazzo, un'opera collettiva dalla forte carica politica e dalla sostanziale autonomia estetica. Esporla in una galleria d’arte tra le più attente al dibattito internazionale vuol dire consegnare questo lavoro ad una finitezza di sola verifica senza pretendere di museificarlo.
Per la prima volta l’Università, il mondo dell’arte contemporanea e le più diverse e inconvenzionali traiettorie di sperimentazione stringono un fattuale accordo per una operante revisione dell’immagine di questa città. L’allestimento, di Cherubino Gambardella, espone la sola opera sintetica dell’arazzo e tappezza il pavimento della galleria di gommapiuma generando un insolita estensione conviviale.
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