La galleria
SESV www.sesv.net
dell'Università di Firenze, ospita la presentazione
del saggio Arcipelaghi
e enclave di Alessandro Petti, pubblicato
in questi giorni da Bruno Mondadori editore a
cura di Maria Nadotti e con prefazione di Bernardo
Secchi.
In che modo gli spazi della città contemporanea
si stanno trasformando in nome del controllo e della sicurezza? Quali
sono i modelli emergenti? A quali assetti spaziali
sono riconducibili e quali sono le implicazioni sulla vita degli abitanti?
E infine qual è
il ruolo della politica e della progettazione urbana in questo nuovo contesto?
Una
panoramica su alcuni casi esemplari, da Dubai ai Territori
occupati di Palestina, dal G8
di Genova 2001 alle gated community statunitensi,
da Sharm
el Sheikh ai
Centri di
permanenza temporanea europei.
Partecipano all'incontro, dedicato al tema ARCHITETTURA E INNOCENZA.
Spazi e dispositivi di controllo della città contemporanea e
disposto in forma di forum aperto,
Lanfranco Binni, Marco Brizzi, Corrado
Marcetti, Maria Nadotti.
"Il libro di Alessandro Petti -ha scritto Giorgio Agamben- è uno
strumento indispensabile per comprendere la trasformazione degli spazi
in cui viviamo sotto l'effetto dei dispositivi di controllo e di
sicurezza. Nei territori palestinesi come a Genova, a Sharm el-Sheikh
come a Los Angeles, la posta in gioco in questa nuova scienza dello spazio è la
possibilità stessa di una vita politica."
Un libro che traccia un importante profilo del "nuovo ordine spaziale".
Alessandro Petti ha catturato con precisione -afferma Lieven De
Cauter-
l'immagine del mondo in cui viviamo, radiografando la spina dorsale della
nuova logica spaziale: arcipelago capsulare vs enclave di campi o situazioni
consimili; forme di vita protette e connesse vs vite disconnesse e indifese.
Questa tecnica del "chiaroscuro", di cui Israele e i Territori
occupati sono il paradigma, offre un'immagine estrema e perciò estremamente
chiara della nostra difficile condizione: il modello in bianco e nero
del nostro futuro.
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