All’Archivio centrale dello Stato (piazzale degli Archivi 27, Roma Eur) sarà presentato il volume “Il Velodromo e Roma” edito a cura dell’Osservatorio sul moderno a Roma del Dipartimento di Architettura dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Introduce il prof. Aldo G. Ricci, Soprintendente all’Archivio centrale dello Stato. Coordina il prof. Renato Nicolini
Interverranno alla presentazione gli autori dei contributi tecnici presenti nel volume. Sono invitati dott. Fabio Grisanti dell’Eur S.p.a, il dott. Roberto Morassut, Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, il prof. Pio Baldi, Direttore della DARC (Direzione Generale per l’architettura e l’arte contemporanee), la dott. Lucia Principe, Soprintendente agli Archivi del Lazio, il Comitato Salute e Ambiente dell’Eur.
Il libro mostra gli esiti di una ricerca progettuale durata circa un decennio a partire dalla candidatura (1997) di Roma per le Olimpiadi del 2004 che proponeva la ristrutturazione del Velodromo. A partire da quell’occasione, è iniziato lo studio per definire un progetto di riuso che fosse compatibile con la bellezza della struttura originaria.
Il Velodromo, costruito per le Olimpiadi del 1960 ha una pista in legno, rara ancora oggi, che permette alte prestazioni sportive e velocità da primato. E’ costruito con un rapporto - unico tra i velodromi nel mondo - tra la pista e i sedili degli spettatori, impostati sullo stesso andamento parabolico che consente sempre la migliore visibilità. Tale rapporto, nell’architettura, produce senso di dinamismo, costruisce, senza pietrificarlo, il movimento. Nella città è un vuoto e ne rappresenta, con efficacia, il suo essere moderna. Unico velodromo in terra, da fuori si gonfia come un cratere a nascondere il movimento, la velocità come un magma in continuo farsi, divenire.
La presentazione del volume vuole essere l’occasione per riaprire il dibattito sul futuro dell’edificio stesso. Come è noto, il Velodromo è oggi al centro di un accordo di programma tra Eur S.p.a. e Comune di Roma che prevede un cambio di destinazione d’uso e, pur negandolo anzi - nelle parole - ribadendo il suo valore nella storia romana, ne asseconda di fatto il suo stravolgimento (e la sua demolizione). L’architettura del Velodromo Olimpico va considerata come un tutto intero, strutture in cemento, pensilina e finiture in ferro, tribune in terra e sedili in legno, pista in legno e il suo valore non sta in alcuni punti, ma nella sua interezza.
Il libro che viene presentato e che si adopera per la salvezza del Velodromo nella sua interezza e nella sua funzione originaria, propone una doppia strategia, impostando in maniera differente l’operazione economica proposta: collocare le funzioni previste dall’accordo di programma Eur - Comune (e ora dal bando di concorso) in un’area libera, pubblica e non utilizzata posta di fronte; oppure trovare un’altra area per le nuove funzioni, innescando una strategia urbana totalmente diversa; restaurare con i fondi ottenuti da tale, maggiormente vantaggiosa, operazione economica il Velodromo (che risponde ancora alle normative vigenti) e restituire a Roma una struttura che le è necessaria. Non è casuale che la presentazione del volume avvenga presso l’Archivio centrale dello Stato.
L’Istituto che come è noto conserva numerosi archivi di prestigiosi architetti del Novecento è luogo privilegiato per lo studio delle fonti sull’architettura contemporanea, indispensabile momento propedeutico ad ogni intervento di tutela, restauro o riuso. In questa ottica si è scelto di annunciare, nella stessa giornata, la prossima donazione all’Archivio centrale dell’archivio di Cesare Ligini, di recente ritrovato dall’Osservatorio sul moderno a Roma e dichiarato di pubblico interesse dalla Soprintendenza agli Archivi del Lazio.
Ligini è autore di innumerevoli opere in Italia e all’estero, tra quelle di Roma si ricordano le torri dell’ex Ministero delle Finanze all’Eur e, insieme a Silvano Ricci e Dagoberto Ortensi, il Velodromo Olimpico.
Per informazioni: Archivio centrale dello Stato Piazzale degli Archivi 27, 00144 Roma Eur Tel. 06 54548568 e-mail: acs@archivi.beniculturali.it
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