Overbank

mostra di architettura

c/o Chiostro della Galleria Gruppo Credito Valtellinese Milano, Corso Magenta n. 59

Appunti & visioni sulla Banca del futuro degli studenti del Politecnico di Milano Come potrebbe essere la banca fra vent’anni, nel 2028?

Per cercare di saperlo bisogna iniziare a osservare la banca di oggi e scrutarla con occhi attenti. Osservare, trovare, interpretare: dall’individuazione di fattori problematici all’invenzione di soluzioni possibili, plausibili, da condividere e discutere.

Overbank mostra progetti, su cui hanno lavorato giovani ricercatori, dottorandi e studenti, che rappresentano diversi ambiti di ricerca del Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano: design degli interni, della moda, del prodotto, ricerche sull’ergonomia e sulla sostenibilità. Si tratta di lavori che riflettono sui possibili sviluppi dell’idea di banca, sul sistema bancario e sugli ambiti a questo collegati, quasi un esercizio per allenare la mente del designer a confrontarsi con oggetti, ambienti e servizi che ancora non ci sono ma che potrebbero o dovrebbero esserci.

Ad esempio: lo spazio della banca può e deve essere solamente quello con cui finora abbiamo avuto a che fare? Forse no. Lo spazio della banca è luogo di relazioni finalizzate all’investimento di ricchezze finanziarie. È uno spazio che definisce ruoli e modi del dialogare, che richiede chiarezza e riservatezza. Uno spazio di mediazione a partire tanto dagli arredi quanto dai modi del comunicare. Ma è anche uno spazio che accoglie e protegge, che si rende servizio, che si propone alle necessità del cliente per favorire soluzioni. Perché la banca è il luogo in cui si ripongono tanto ricchezze materiali quanto sogni e progetti. Ma qui sorge un’altra domanda: che cosa sono le ricchezze? Continueremo a portare solamente denaro, nelle banche che verranno? Il denaro e i beni circolano, passano di mano in mano, lasciano tracce, possono disegnare storie. Ogni transazione è a suo modo un atto di comunicazione e una produzione di nuovo valore.

Può esserci un modo per registrare il percorso del denaro, in favore della trasparenza e dell’affidabilità? Passando di mano in mano, trasformato ogni volta in un bene differente, il denaro riconduce pur sempre a un’identità. Il denaro è sempre di qualcuno, che ne ha la proprietà. Ma il denaro è sempre più segno di se stesso: ogni transazione è un gesto virtuale, delocalizzato, smaterializzato, fatto di click e protetto da chiavi alfanumeriche. La risposta, allora, potrebbe arrivare da innovative applicazioni delle tecnologie biomediche capaci di ancorare nuovamente identità e proprietà a qualcosa di fisico: la nostra sensorialità biologica. Ma occorre allora reinventare la visione di oggetti quotidiani, come il vecchio portafogli o il più giovane tappetino del mouse.

La banca del futuro, probabilmente, sarà differente. Overbank è un termine inglese che indica, in ambito geologico, la sovrapposizione degli strati di sedimentazione, lo prendiamo in prestito per ricordare che, in modo analogo, ogni azione ed evento poggia sui precedenti e che il futuro è lo strato che ancora non c’é.

 

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