Lo studio Modostudio www.modostudio.eu vince il concorso ad inviti per la realizzazione della sede della Fondazione Elisabeth e Helmuth Uhl.
Limite, contrasto, energia, tensione, e opposti sulla cima di una montagna a Laives vicino Bolzano. I lavori dovrebbero iniziare nel secondo semestre del 2010.
Elisabeth and Helmuth Uhl foundation
Località - Laives – Italy
Committente: Elisabeth and Helmuth Uhl foundation
Fase: concorso ad inviti | winning project
Superficie: 1.150 sqm
Importo lavori: confidential
Anno: 2009
Team: Design team: Modostudio (Fabio Cibinel, Roberto Laurenti, Giorgio Martocchia)
Consulenti: ingegneria strutturale: KHing Knippers Helbig Beratende Ingenieure Consulting Engineers
Il brief La volontà di realizzare un edificio con posizione a monte della valle dell'Adige, luogo simbolo di passaggio tra due mondi e due storie che hanno mostrato la possibilità di coesistenza e convivenza, la volontà di realizzare un edificio che abbia tante funzioni integrate e perfettamente comunicanti tra di loro: sono stati questi gli input fondanti il nostro progetto.
La visione di Modostudio "Ricercare oltre il limite. Abitare un luogo a limite. Incontrarsi al limite di due culture".
La parola chiave della nostra interpretazione del progetto è limite, confine. Così come il luogo non solo geograficamente, ma morfologicamente è caratterizzato da questa parola, anche le funzioni che verranno ospitate sono finalizzare ad avvicinarsi ed oltrepassare il limite, che è l'elemento cui la ricerca tecnologica si basa.
La condizione di limite di per sé è una condizione generatrice di contrasto, energia e tensione, di opposti. Quella condizione di energia, di tensione e dinamicità che abbiamo voluto esprimere nel nostro progetto senza però incorrere nel rischio di produrre un'architettura iconica e fuori contesto, ma altresì ben radicata nella peculiarità ambientale dell'area.
Oltre alla tensione generata dalla relazione tra corpi architettonici, dai rapporti tra gli usi degli spazi, dagli accostamenti dei materiali adottati, importante per noi è stato il rapporto generato tra l'edificio ed il contesto circostante: un edificio in grado di proteggere i suoi abitanti e le attività preziose che verranno svolte ma al tempo stesso in grado di prendere il meglio dal meraviglioso ambiente circostante garantendo la migliore vivibilità.
Interno ed esterno. Tradizione e Futuro, Protezione ed Apertura, Lavoro ed Abitare. Due mondi che coesistono insieme ed insieme si relazionano.
Il progetto Il complesso edilizio si sviluppa in tre elementi di diversa dimensione e forma che ospitano ciascuno una ben chiara e definita funzione.
Il corpo principale, un edificio compatto che si sviluppa su due livelli ed insiste planimetricamente sull'impronta degli edifici preesistenti, contiene gli spazi dell'abitare: l'abitazione della famiglia Uhl, esposta a nord-ovest e le camere degli ospiti, esposte a sud-ovest.
Al di sopra di esso, poggiato, insiste un volume dalla geometria particolare che ospita gli spazi della ricerca e del pensare; un refettorio, una magnifica terrazza ed una serra laboratorio. Adiacente alla strada di ingresso è posizionata la cantina vinicola anche essa realizzata su due livelli.
Le funzioni e gli usi previsti fanno diventare il complesso una vera e propria macchina della ricerca e dell'abitare che svela spazi sorprendenti e suggestivi.
Il sistema dei collegamenti relaziona i volumi dell'abitare e della ricerca creando spazi con effetti visivi sorprendenti: la scala di collegamento che unisce i tre livelli, così come i collegamenti orizzontali, aprono tramite delle logge delle visuali verso l'esterno che mettono in forte relazione l'architettura dell'edificio con il meraviglioso ambiente circostante, creando una forte permeabilità visiva tra esterno ed interno.
Chi scenderà o salirà i diversi piani del complesso potrà godere delle quinte sceniche date cielo o della vallata. Gli spazi comuni e di collegamento diventeranno il filtro che costantemente rapporta gli spazi interni dell'edificio con l'ambiente esterno.
Se d'inverno quindi gli spazi di collegamento e le logge, eventualmente chiudibili, saranno posti dove meditare o incontrarsi durante i tempi della sosta, d'estate le terrazze sul lato nord-ovest e sud-ovest diventeranno i luoghi del relax, mentre la terrazza posta in prossimità dell'area di ricerca diventerà luogo di conversazione ed uno spazio a supporto di essa.
Gli spazi del vivere, l'appartamento della famiglia Uhl e le camere degli ospiti godranno di una propria privacy attestandosi su fronti diversi, ma allo stesso tempo aprendosi alle meravigliose viste della vallata.
Gli spazi della ricerca, posizionati sulla sommità dell'edificio sfrutteranno tutte le migliori condizioni di luce e vista, mentre le aree di relax saranno posizionate su livelli intermedi, creando una vera e propria stratificazione funzionale.
La cantina, inserita nel pendio in prossimità dell'ingresso al complesso edilizio, sfrutterà la differenza di quota per permettere il processo di vinificazione a gravità che garantisce la migliore qualità del vino senza creare importanti movimenti di terra in fase di costruzione e consentirà l'accesso sui due livelli sia dalla strada principale, sia dal pendio dove verranno impiantati i vitigni.
I materiali ed il rapporto con la preesistenza Mentre gli spazi del vivere o del lavoro manuale della cantina saranno realizzati con pietrame a vista e cls per garantire un immagine di solidità, gli spazi di ricerca saranno realizzati con una struttura mista acciaio e legno, vetro e sistemi di movimentazione ed ombreggiatura che daranno agli spazi di ricerca un'immagine estremamente tecnologica.
Non solo quindi l'edificio nel suo complesso individua per ogni elemento architettonico una sua precisa funzione, ma anche i materiali utilizzati esprimeranno questa tensione e dinamicità nel segno del rapporto tra tradizione e modernità.
Il complesso vuole preservare l'identità del luogo non modificando la geografia esistente. Ad eccezione della cantina, il complesso insiste esattamente sugli edifici preesistenti con il vantaggio di una minima movimentazione di terra durante tutte le fasi di cantiere, conservando dunque tutte le specificità del luogo come gli esistenti muretti a secco adiacenti l'area e caratterizzanti gli spazi esterni. La pietra utilizzata per il rivestimento sarà quella derivante dalla demolizione degli edifici preesistenti ed il suo posizionamento sulla muratura, che ospiterà se possibile anche altri materiali di riciclo degli edifici preesistenti come tegole e mattoni, racconterà la storia del luogo.
Altre immagini sul sito www.modostudio.eu
Lo studio italiano modostudio è composto dagli architetti Fabio Cibinel, Roberto Laurenti e Giorgio Martocchi. [www.modostudio.eu]
Nel 2006, dopo oltre 8 anni di collaborazione con architetti di fama internazionale come Massimiliano Fuksas, Piero Sartogo, Erick Van Egeraat e Kas Oosterhuis hanno creato una realtà dinamica che gestisce progetti dalla piccola alla grande scala e dal concept alla realizzazione, coordinando inoltre tutte le figure coinvolte nei processi progettuali e realizzativi, ottenendo significativi risultati nei concorsi internazionali.
pubblicato il: