Quarta indagine trimestrale pubblicata dal Consiglio degli Architetti d'Europa (Architects' Council of Europe / Conseil des Architectes d'Europe) e nuovi segnali di affanno dai progettisti, "nonostante le misure adottate per invogliare gli investimenti nelle costruzioni" (archicool.com): i provvedimenti che, in molti Paesi, hanno indirizzato risorse verso opere pubbliche e infrastrutture, con l'intento di contrastare il ristagno dell'economia, non sono riusciti a generare ricadute positive per gran parte degli studi di architettura (ace-cae.org).
A questo risultato conducono i sondaggi con cui l'ACE/CAE ha fotografato la situazione - al 20 dicembre 2009 - nelle realtà professionali che operano in un'area comprendente 33 Stati (i 27 membri UE, più Turchia, Croazia, Svizzera, Macedonia, Norvegia e Bosnia Erzegovina). Il dato più preoccupante appare la progressiva perdita di posti di lavoro: quasi la metà (41%) degli studi ha effettuato licenziamenti a partire dal settembre 2008, mentre circa un quinto (17%) ha in programma riduzioni del personale nei primi tre mesi del 2010.
La sfiducia verso le prospettive di ripresa offerte dal settore pubblico è evidenziata dal calo di architetti convinti di potere assistere a un incremento delle commesse da parte di enti e istituzioni (solo il 16% degli intervistati, a fronte del 26% verificato nel settembre 2009). Analogamente, si allarga la percentuale di scettici riguardo alla possibilità di vedere aumentare gli incarichi nell'edilizia residenziale privata (47% contro il 44% rilevato lo scorso settembre) e in quella commerciale (58% rispetto al precedente 53%). Nel complesso, il 33% dei soggetti intervistati ritiene inevitabile la diminuzione del proprio volume d'affari.
"La professione di architetto continua a essere duramente colpita dalla svolta negativa dell'economia... tuttora è possibile che il peggio debba ancora arrivare" (ace-cae.org).
Architects' Council of Europe / Conseil des Architectes d'Europe,
"Fourth Economic Impact Survey" (ppt in inglese, da ace-cae.org)
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