Nell'anno internazionale della biodiversità si apre il cantiere del nuovo Orto Botanico di Padova. L'orto più antico del mondo, attraverso un ampliamento dei suoi confini storici, si doterà di un'avveniristica struttura dove saranno ricreati gli ambienti naturali della superficie terrestre.
Elaborato dall'architetto Giorgio Strappazzon dello studio VS.associati, il progetto si inserisce nel contesto già esistente e ne rappresenta una naturale continuazione, che nell'arco di due anni porterà alla creazione di un atlante di tutta la biodiversità del pianeta.
Innovazione nella continuità: è questo il filo conduttore delle scelte progettuali.
Il nuovo orto infatti, assieme ad una serie di interventi di restauro già iniziati, ha il compito di integrare l'aspetto storico-culturale dell'antica istituzione a quello sperimentale-espositivo del nuovo edificio, conferendo a questo luogo una fisionomia peculiare e unica al mondo
Tre i temi centrali: partendo dalla relazione tra pianta e ambiente il progetto attraversa il rapporto tra pianta e uomo per arrivare al futuro della botanica, ovvero la pianta nello spazio.
Il nuovo orto si presenta come una visione sezionata del globo. Per arrivare nello spazio. Da questo patrimonio parte il progetto del nuovo orto per realizzare cinque serre in una galleria di vetro e acciaio - 110 metri di lunghezza per 18 di altezza e 30 di profondità - che riproducono le cinque zone climatiche (biomi) del globo. Grandi vasche per le piante acquatiche, un modernissimo visitor center, realizzato nella parte storica dell'orto, con spazi funzionali, sezioni espositive e un nuovo sistema di percorsi dentro il tema della biodiversità. Seguendo un tracciato ideale lungo un meridiano terrestre in direzione nord-sud, il visitatore si troverà ad attraversare gli ecosistemi del nostro pianeta che si susseguono dalle regioni tropicali a quelle subartiche. L'estensione di ogni zona climatica e quindi di ogni serra corrispondente racconta come cambiano i livelli di temperatura, luce e acqua attraverso le zone bioclimatiche, fino a giungere alla piccola superficie dedicata al clima sub-artico, in cui la biodiversità raggiunge livelli minimi.
Il percorso si conclude con le nuove frontiere della scienza botanica: la pianta nello spazio. Un ambiente che si propone di illustrare come sia possibile esportare la vita oltre la superficie terrestre, ricreando le condizioni per l'innesto della fotosintesi. I visitatori potranno immergersi in un ambiente dove sono riprodotte le diverse situazioni che gli enti aerospaziali internazionali stanno studiando, una navicella, una colonia lunare e una marziana, e verificare le condizioni di vita extraterrestre.
L'intervento propone una fusione armonica tra natura e spazio architettonico. Il percorso attraverso la biodiversità terrestre si snoda senza soluzione di continuità tra spazi aperti e chiusi, sempre filtrati da elementi trasparenti come il vetro e l'acqua, garantendo una totale immersione nella flora del pianeta attraverso gli spazi espositivi e i percorsi didattici collegati.
I progettisti hanno interpretato con grande coerenza il tema della relazione tra natura e architettura, orientando le scelte con decisione verso la sostenibilità. Impianti di climatizzazione, areazione, ventilazione, condizionamento, irrigazione sono tutte questioni risolte scegliendo materiali e soluzioni impiantistiche e costruttive altamente innovativi.
Il tetto è ricoperto in ETFE, una sorta di nylon leggero e trasparente che lascia penetrare i raggi solari, inoltre è composto da cuscinetti pieni d'aria, che fungono da isolante termico. Infine è stato progettato un sistema che attraverso un pozzo estrae acqua calda di origine termale a 300 metri di profondità. Tutto questo permette di abbassare notevolmente i costi di gestione degli impianti.
I lavori di costruzione, appena partiti, sono stati aggiudicati alla trevigiana Carron srl, che in poco meno di due anni dovrà consegnare la nuova opera alla città.
Questo "giardino delle zone climatiche", il cui bando ha anticipato i temi dell'Expo di Milano - sviluppo sostenibile e biodiversità - si integra pienamente anche con le traiettorie che uniscono alcuni punti di riferimento della città, valorizzando la posizione strategica dell'Orto, situato a pochi passi da Prato della Valle e dalla Basilica del Santo. Nel passaggio tra l'area storica e la nuova ala i visitatori sono coinvolti da un forte impatto scenografico proposto dall'accostamento tra nuove e antiche serre, dalla capacità della realizzazione architettonica di integrarsi pienamente con il luogo, offrendo anche una visione inedita sulle cupole della Basilica benedettina di Santa Giustina.
La presenza dell'Orto nel circuito turistico patavino, già forte di 80.000 visitatori l'anno, sarà certamente qualificata dalle nuove serre. Il dato europeo riporta che negli oltre 450 Orti Botanici nel territorio dell'Unione transitano più di 50 milioni di visitatori l'anno.
pubblicato il: - ultimo aggiornamento: