Un'abitazione che resta propria, da spostare da un luogo all'altro: un'unica casa ma con viste su più luoghi, anche lontani. E' questa l'idea apparentemente contraddittoria proposta da 4 studenti di ingegneria edile - architettura alla Sapienza: Riccardo Franchellucci, Lorenzo Carrino, Andrea Bonamore, Lorenzo Bramonti, con il progetto Mo.Ho.: una macrostruttura futuristica pronta ad accogliere alloggi-containers - immaginata tra i palazzi del quartiere San Lorenzo di Roma - ma pronta ad adattarsi a qualunque contesto.
Mo. Ho., è la sigla di Mobile Housing, un sistema innovativo per l'abitare che permette di portare la propria casa dove si vuole ed alloggiarla in apposite torri, costituite da una struttura concepita per accogliere le unità abitative. Ciascun modulo è assemblabile in abitazioni singole, doppie, triple e duplex ed ha le dimensioni standard di un container, trasportabile - dunque - con qualsiasi mezzo: marittimo, terrestre o aereo.
La struttura delle torri in cui incastrare il proprio modulo abitativo è di concezione semplice: un'intelaiatura da erigere anche al di sopra di abitazioni esistenti, in modo da aumentare la densità abitativa di un quartiere, senza però consumare suolo urbano. Le torri, inoltre, ambiscono a motivo di rivitalizzazione di aree degradate, grazie all'introduzione di spazi verdi, giardini pubblici, aree sportive, tutto collegato da percorsi pedonali.
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