Old House di Kengo Kuma

il recupero di una casa colonica

Kengo Kuma è autore di un interessante intervento di riqualificazione dell'esistente per Casalgrande Padana.  Per l'azienda produttrice di rivestimenti ceramici l'architetto giapponese dà vita alla Old house, un centro archivio ed eventi esito della ristrutturazione di una tipica casa colonica della campagna reggiana sita nel centro produttivo del committente. Un progetto pregevole che manifesta un approccio sensibile ai temi della tradizione.

© Casalgrande Padana

La casa colonica, sopravvissuta alle profonde trasformazioni industriali del territorio, è stata completamente restaurata e recuperata a funzioni di archivio storico e di documentazione. Strutturata per accogliere anche mostre, incontri ed eventi culturali, la costruzione e il giardino che la circonda dialogano in armonia con il vicino Casalgrande Ceramic Cloud, spettacolare landmark progettato dallo stesso Kuma e inaugurato esattamente un anno fa.


© Casalgrande Padana

Esternamente, la vecchia costruzione, attentamente ricondotta alla sua immagine originaria, non lascia trasparire nulla e consegna alle possenti murature in laterizio la custodia del piccolo gioiello che Kuma ha creato al suo interno. Qui, lo stato di degrado ha richiesto un intervento radicale, impostato con rara sensibilità, senza rinunciare ad affermare la contemporaneità e al tempo stesso senza scadere in facili manierismi.


© Casalgrande Padana

Antico e moderno sono chiamati a definire uno spazio a-temporale, carico di significati, anticlassico e rituale al tempo stesso. L'attenzione riservata da Kuma ai materiali e al loro impiego sostenibile, trova riscontro in questo progetto nell'ecologia del gesto, nel senso della misura, nella sintesi, nella capacità di declinare la semplicità in spazi carichi di spiritualità, dove un ruolo di primo piano è giocato dal grès porcellanato.


© Casalgrande Padana

Un edificio sorprendente, all'interno del quale l'esperienza dello stare si trasforma in quella dell'essere. Un luogo, come lo stesso Kuma ha affermato, dove "Ceramics plays itself".

Per approfondire:

Presentazione del progetto su casalgrandepadana.it/
• Sito ufficiale di Kengo Kuma  [kkaa.co.jp]


Kengo Kuma

E' nato a Kanagawa, in Giappone, nel 1954. Nel 1979 si laurea in architettura all'Università di Tokyo. Dal 1985 al 1986 frequenta la Columbia University in qualità di Visiting Scholar. Nel 1990 ha fondato la Kengo Kuma & Associates ad Aoyama, Tokyo. Dal 2001 al 2008 lavora come ricercatore presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell'Università di Keio. Nel 2009 viene nominato professore all'Università di Tokyo.

Lo spirito che sottende il suo stile architettonico si può riassumere con questa citazione: "Non sento il bisogno di realizzare opere uniche: preferisco lavorare pensando che ciò che faccio un giorno potrebbe anche scomparire; anche se non arrivo a cancellare completamente l'architettura, ritengo che un atteggiamento che prenda in considerazione la dolcezza, gli esseri umani, l'ambiente e la natura possa solo condurre a risultati differenti".

Le sue opere principali comprendono l'Osservatorio Kirosan (1995), Water/Glass House (1995, premio AIA Benedictus Award), il progetto per lo spazio Design al padiglione giapponese della Biennale di Venezia (1995), Stage in Forest - Toyoma Center for Performance Arts (1997, premio annuale dell'Istituto di architettura del Giappone), Stone Museum (2000, premio internazionale per l'architettura in pietra 2001), museo Bato-machi Hiroshige (2001, premio Murano).

I suoi lavori più recenti comprendono Great Bamboo Wall (2002, Pechino, Cina); Nagasaki Prefectural Museum (2005, Nagasaki, Giappone); Ginzan Onsen Fujiya (2006, Obanazawa, Yamagata, Giappone); Museo d'arte Suntory (2007, Tokyo, Giappone); The Opposite House (2008, Pechino, Cina); Museo Nezu (2009, Tokyo).

In Italia, più in particolare, ha realizzato lo Stone Card Castle Pavilion per Marmomacc 2007 (Verona); la personale Kengo Kuma Two Carps: Water/Land-Village/Urban-Phenomenology per la Biennale di architettura Barbara Cappochin, Premio 2007 (Padova); la Casalgrande Ceramic Cloud nel 2010 e la Old House nel 2011.

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