Uno dei dati più significativi - e preoccupanti - esposti nell'Osservatorio annuale sul Mercato della Progettazione Architettonica, sviluppato dal Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l'Edilizia e il Territorio (CRESME), riguarda i tempi necessari per riscuotere i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.
Nel 2011, per ottenere il versamento dei compensi spettanti, un architetto ha dovuto attendere in media 141 giorni, contro i 91 giorni del 2006. Rispetto a cinque anni fa, il periodo di attesa è raddoppiato o quasi anche nelle situazioni in cui il cliente era un'impresa (da 57 a 106 giorni), una famiglia (da 49 a 81) oppure un professionista (da 38 a 64).
Se la perdita di affidabilità degli interlocutori pubblici impressiona e fornisce la dimensione della "crisi, considerata come la peggiore mai vissuta", la generale tendenza a posticipare l'erogazione dei compensi aggrava le condizioni finanziarie degli studi e dei singoli progettisti, che possiedono meno risorse da reinvestire in aggiornamento e occupazione.
"La solvibilità del mercato è un aspetto grave tanto quanto la crisi della domanda. Il problema non è solo perdere o non trovare il lavoro, ma anche che il lavoro possa non essere pagato".
Lo studio del CRESME, commissionato dal CNAPPC, ha coinvolto quattordici Ordini provinciali (Bergamo, Bologna, Como, Gorizia, La Spezia, Milano, Napoli, Nuoro e Ogliastra, Pescara, Reggio Calabria, Salerno, Trapani, Treviso, Viterbo), analizzando un campione totale di 1.900 architetti, con età media pari a 43 anni.
La maggior parte (82%) dei soggetti intervistati dichiara di operare come liberi professionisti, e circa la metà (una percentuale che varia dal 47% degli architetti meno giovani al 61% dei neolaureati) specifica di avere intrapreso la propria attività "in uno studio privato di terzi".
Confrontando il dato sui "praticanti" con il 20% di architetti dipendenti "dichiarati", si ottengono indicazioni sul modello organizzativo più diffuso: "circa il 35% delle figure che compongono uno studio professionale nelle 14 province campione è quindi rappresentato da collaboratori esterni con partita Iva".
Indebitati e impoveriti (il 22% ha perso più di un quarto del proprio fatturato nel 2011), gli architetti sembrano intravedere una occasione di rilancio nel mercato delle energie rinnovabili e, in generale, nella bioedilizia, con la consapevolezza che le migliori opportunità, in Italia e soprattutto all'estero, saranno riservate a chi riuscirà ad acquisire nuove competenze in ambiti molto specifici.
La professione richiede "sempre maggiore specializzazione ..., attività standard
(specialmente attività amministrativa, come Dia, concessioni edilizie, ma anche redazione
capitolati e perizie estimative), ma soprattutto innovativa (studi e progettazioni di fattibilità,
studi di project financing, studi di facilty management, progettazioni di energy technology,
certificazioni classi energetiche, sistemi informativi GIS, progettazione informatizzata, etc.)".
CNAPP - CRESME
Osservatorio Professione Architetto - note di sintesi, Dicembre 2011 (da awn.it)
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