Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente, Symbola e WWF Italia chiedono alla Conferenza delle Regioni e agli enti locali di fare pressione sul Governo al fine di apportare una profonda revisione dei decreti sulle rinnovabili elettriche e sul fotovoltaico.
In caso contrario meglio non dare il parere e bloccare i provvedimenti.
Comunicato congiunto
In un momento così delicato per il Paese in cui appare indispensabile rilanciare l'economia e creare nuovo lavoro, è importante che si definiscano prospettive chiare per i comparti delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, tra i pochi che in questi anni hanno garantito nuova occupazione grazie alla nascita di migliaia di imprese.
In realtà, siamo in presenza di un forte ritardo, più di otto mesi, nella emanazione dei decreti che dovrebbero indicare il percorso più efficace per consentire di raggiungere gli obiettivi del 2020, ridurre le importazioni di combustibili fossili, dare fiato all'economia.
I provvedimenti sulle rinnovabili elettriche proposti dal Governo rischiano in realtà di affossare un comparto che aveva e ha tutte le carte per divenire l'asse portante della green economy e della rivoluzione energetica avviata a livello mondiale. Sembra prevalere un atteggiamento punitivo: invece di accompagnare la necessaria riduzione degli incentivi con un alleggerimento degli oneri burocratici, vengono introdotte nuove pastoie.
Per conseguire l'obiettivo, condiviso da tutti, di tenere sotto controllo la quantità totale degli incentivi, il Governo ha scelto un sistema dirigista e burocratico, basato sui registri, che significherà il crollo degli investimenti per mancata bancabilità. Al posto di questa impostazione, suggeriamo di adottare un approccio molto più efficiente ed efficace basato sulla riduzione automatica delle tariffe al superamento di scaglioni di potenze prefissate. Si impedirebbe così la corsa alle installazioni e il mercato si autoregolerebbe. Ad esempio, riducendo per il fotovoltaico la tariffa del 2% ogni 150 MW installati, si otterrebbe lo stesso valore previsto dalla tariffa per il quinto semestre avendo installato 3 GW senza l'incubo dei registri. Meno burocrazia, più efficacia.
Crediamo quindi che le Regioni e le Istituzioni locali debbano richiedere una profonda revisione dei decreti altrimenti sarebbe persino meglio non esprimere alcun parere e non avere nessun provvedimento. In Germania i Länder hanno imposto al Governo federale una rivisitazione di provvedimenti che rischiavano di mettere in ginocchio il comparto del solare. Questa la strada da seguire anche nel nostro Paese: si eliminino le storture più evidenti arrivando a soluzioni ragionevoli come quelle espresse dagli Stati Generali delle Rinnovabili e dell'Efficienza Energetica.
Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, Greenpeace Italia, Kyoto Club,
Legambiente, Symbola e WWF Italia
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