Opengap annuncia i vincitori della seconda edizione del concorso d'idee inNatur per la progettazione di un centro di ricerca e divulgazione sulla natura, adatto all'apprendimento creativo e promotore di una profonda comprensione dell'ambiente naturale.
La richiesta era proporre idee innovative che puntassero su strategie innovative tese al raggiungimento di particolari sinergie tra l'edificio progettato e il contesto naturale protetto scelto opportunamente dallo stesso partecipante. Il sito in cui ubicare la propria architettura doveva prestarsi alle necessità di studio e promozione della natura insite nella finalità del centro di ricerca, avviando un'interazione profonda tra edificio e paesaggio circostante.
La giuria, composta da: Sergio Ortíz (SO Arquitectos), Gabriela Etchegaray (Etchegaray + Ambrosi) Luis Aldrete (Luis Aldrete Arquitectos), Mauricio Rocha (Taller de Arquitectura), ha così decretato i vincitori:
Al primo posto:
Mariana Santana, João Gama Varandas, Gonçalo Batista, Ana Sofía Amador (Portogallo)
«Una proposta chiara e convincente che, a partire da una materialità primitiva, tettonica, incisiva; risolve opportunamente le richieste del bando, esaltando la poetica di ciascuno spazio. E' da rilevare la sensatezza del progetto, che non nega ciò che è. Esiste una congruenza, una corrispondenza molto chiara tra interno ed esterno, tra ciò che sembra essere e ciò che è. Dimostra di essere un progetto che ha memoria, con capacità evocativa, che provoca nostalgia. Invita a una riflessione sul trascorrere del tempo in un luogo. Una soluzione molto vincolata al suo contesto, capace di legare città e natura con una presenza quasi anonima, senza pretese di eccessivo protagonismo».
Al secondo posto:
Gabriel Wulf (Svizzera)
«Progetto dalla concezione profondamente legata al paesaggio, che genera spazi per sottrazione. I suoi percorsi invitano ad "addentrarsi nella terra per sottrarsi al vuoto". E' di grande forza concettuale l'atto di attraversare la terra con gesti contundenti, intenzionali, ma non aggressivi. L'idea di giocare con il vuoto, di concepire lo spazio a partire dal "negativo" ricorda il lavoro di artisti come Michael Heizer o Chillida. Trasforma la preesistenza in maniera sottile, facendo in modo che, nel vivere il progetto, il visitatore abbia una esperienza che vada aldilà della semplice contemplazione. Le materie prime del progetto sono la luce, la pietra e il movimento, niente più».
Al terzo posto:
Jose Fernando Gomez, Felipe Bustamante (Ecuador)
«Proposta sensibile, rischiosa e molto poetica, che esplora i limiti dell'architettura e l'arte concettuale. Una linea sottile, un orizzonte che dispiega il paesaggio e parla dell'infinità della natura. La soluzione permette una esperienza che immerge il visitatore in uno stato contemplativo di meditazione nei confronti del contesto naturale. E' uno strumento che aiuta a scoprire "ciò che c'è oltre" e ci aiuta a vederlo attraverso la prospettiva».
La galleria dei progetti vincitori e menzionati su www.opengap.net
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