Dalla ricerca sull'abitare minimo degli architetti napoletani Claudio Persico e Marina Corrente nasce un progetto sperimentale ed innovativo: una casa galleggiante che si colloca a metà strada tra il design navale, la composizione architettonica e l'interior design.
La ricerca e la sperimentazione progettuale sono applicate ad un progetto piccolo ma comunque di grande complessità. La complessità gli architetti l'hanno voluta risolvere con semplicità compositiva e lanciando una provocazione in risposta alla consuetudine di pensare il vivere sul mare come vivere nel super-lusso. Il progetto vuole invece lanciare un messaggio diverso: dimorare sull'acqua è prima di tutto uno stile di vita.
Pensata per rispondere alle funzione abitative minime, la casa galleggiante si compone di tre elementi principali: il catamarano che ne consente la navigazione, la piattaforma attrezzata e l'abitacolo.
La piattaforma è composta da una semplice telaio metallico chiuso superiormente da doghe in legno; la struttura modulare della piattaforma ospita numerosi vani portaoggetti, riserve idriche, motore, attrezzature, pala eolica. Inoltre presenta un portale-cappottina che all'occorrenza può essere chiuso e creare un ulteriore spazio coperto.
L'abitacolo si erge dalla struttura della piattaforma ed è costruito in struttura mista di legno e metallo. Si tratta di uno spazio che può essere completamente chiuso, semi-chiuso o aperto. Il tetto è apribile per consentire la collocazione di più posti letto che scorrono su binari. La copertura accoglie inoltre celle fotovoltaiche.
Ogni spazio è dimensionato per rendere agibile lo svolgimento della funzione cui è destinato, ma punto cardine del progetto è l'aggregabilità. La casa galleggiante può infatti essere attraccata e stazionare isolata, oppure può unirsi ad altri moduli galleggianti e costituire una piccola comunità.
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