Il cantiere che non piace a nessuno

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«Per l'Ara Pacis non vedremo mai realizzato il primo progetto di Meier. La teca è stata approvata da tutti gli organi competenti e si farà. Ma entro 10 giorni, d'accordo col ministro per i beni culturali, Giuliano Urbani, convocherò la Commissione per decidere le modifiche da fare». E' Roberto Di Paola, il Soprintendente statale, a far chiarezza sul futuro del cantiere dell'Ara Pacis.

Soprintendente c'è chi ha paragonato la teca a una mega pompa di benzina piazzata in centro?.

Esagerano, ma delle cose non vanno. La copertura sporge eccessivamente. E c'è un contatto diretto tra il cristallo e la Res Gestae, il muro con le epigrafi. E' contrario alle tecniche di restauro, una struttura antica non può stare in continuità con una moderna.

E l'impatto sul contesto?

Abbiamo fatto delle simulazioni sui disegni di Meier. Il muro dello scalone, alto 5 metri, arriverebbe fin quasi a via Tomacelli. Uno scempio che nasconderebbe per metà le facciate delle 2 chiese della piazza. Non si può costruire fin quasi sul sagrato, quelle sono due perle, una è del Valadier».

Cancellerà solo il muro?

No, ci sarebbero anche delle scale e, parzialmente interrati, un internet café, uffici, un punto shopping. Ma lì non si faranno.

Ne è sicuro?

Per vincere le nostre resistenze Meier ha inserito delle finestre nel muro. Non bastava, così ho messo il vincolo su una parte della piazza. Il vincolo non è stato impugnato, quindi museo, sala convegni e uffici dovranno occupare un'area poco più grande di quella della teca di Morpurgo.

Cosa ha vincolato?

Tutte le facciate dei palazzi parte della piazza, così la nuova costruzione si fermerà 3 metri prima delle chiese, quando la vecchia teca si arrestava a 5 metri dalle chiese. Prudentemente il Comune ha appaltato i lavori solo per l'area fino a 3 metri dalle chiese. Il vincolo si estende sottoterra, perché il centro del porto era davanti alla seconda chiesa. Da testimoni oculari ho saputo che sono state ritrovate delle mura rinascimentali e i primi gradini della scalinata dello Specchi. Già l'estate scorsa il Sovrintendente comunale, Eugenio la Rocca, aveva parlato di tracce dei gradini Non sto parlando di tracce ma proprio dei gradini. E' un fatto grave, che potrebbe comportare la sospensione dei lavori.

Perché?

Perché c'è stata una mancata denuncia, formalmente nessuno ha denunciato il ritrovamento alla mia Soprintendenza.

Chi doveva farlo?

La direzione dei lavori, la ditta che faceva gli scavi o il committente.

Cioè il Comune?

Sì, il Comune. La Sovrintendenza comunale gestisce il patrimonio di proprietà comunale ma siamo noi i responsabili delle opere mobili e immobili dal V° secolo in poi. Ma mi auguro uno spirito di collaborazione per fare insieme le ricerche sul porto di Ripetta.

La Commissione si occuperà di queste ricerche?

No, dovrà stabilire le modifiche da chiedere a Meier, come i raccordi per armonizzare tutta la piazza e la nuova teca.

Cosa intende?

Meier non ha previsto neanche un ascensore per arrivare al livello del Mausoleo di Augusto. Il suo narcisismo architettonico ha dimenticato che la teca è arredo e corredo dell'Ara. E l'Ara, che è stata ritrovata sotto S. Lorenzo in Lucina, sta lì perché celebrava le vittorie di Augusto, sepolto nel mausoleo sulla piazza. Il rischio è che il protagonismo dell'architettura moderna prescinda dal vero protagonista, l'imperatore Augusto.

Farete anche altro?

Non so come, ma dovremo ridisegnare il traffico in tutta l'area tra il lungotevere e il Tridente. Poi sto pensando a un concorso internazionale di idee, magari ad inviti, per ridisegnare la piazza. Dovremo dare indicazioni sul restauro del Mausoleo di Augusto. Certo, dovendo impegnare dei fondi al meglio avrei cominciato dal restauro del mausoleo, poi avrei ripensato la teca, intervenendo anche sull'Ara Pacis.

Perché?

La ricostruzione del '32 è stata frettolosa, si voleva terminare in tempo per l'anniversario di Augusto. La Rocca ha ragione a volere un museo, ci sono ancora 600 frammenti depositati che richiedono una messa a punto. Ho preso accordi con l'Istituto centrale del restauro, con il laser scanner vedranno se la ricostruzione era giusta.

di Marco Laudonio

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